Inclusione sociale globale
Uno degli scopi di Charax è concedere ad ogni persona l’opportunità di essere parte integrante di una comunità di qualsiasi ordine di grandezza, dalla più semplice relazioni tra due persone fino al mondo intero. Questo accade perché ogni comunità è compresa o è parte di un’altra, cosicché anche il solo essere parte di un gruppo ristretto di amici è come essere parte della propria città, che a sua volta è parte di una regione, e così via. Sulla base di quest’osservazione - chiamata olocrazia nel contesto dei sistemi organizzativi - risulta ovvia la nostra intenzione di non voler imporre limiti geografici al propagare di Charax, applicando il concetto di inclusione sociale su scala globale, poiché tutti i problemi che riguardano una comunità, per quanto piccola, lontana o diversa possa apparire, affliggono tutto il mondo.
Il punto di partenza per l’inclusione
Nell'attuale sistema socioeconomico il solo strumento in grado di garantire una prima forma di parità sociale è il denaro o qualsiasi altro titolo che rappresenti un valore espresso in capitale. Anche le criptovalute figurano come tali, seppur le loro oscillazioni lascino non pochi dubbi su un possibile utilizzo in contesti che invece richiedono stabilità come, ad esempio, il vivere quotidiano. Per tanto, è necessario creare un sistema economico in grado di offrire stabilità, capace quindi di limitare l’inflazione, di offrire un valore che subisca solo piccole variazioni percentuali, e che sia, soprattutto, equo nelle possibilità di guadagno.
Il percorso dalla ricchezza distribuita a quella centralizzata
Poiché la ricchezza nominale mondiale è volutamente limitata al fine di evitare l’insorgenza di un qualsiasi fenomeno inflazionistico e, al contempo, poiché legata a risorse limitate in natura, ad ogni incremento di ricchezza da parte di una persona equivale l’impoverimento di un’altra. Per farla breve, la ricchezza viene spostata da una parte all’altra. Nel panorama attuale, sono pochi i Paesi del mondo che detengono una ricchezza superiore alla somma di decine di altre nazioni. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno prodotto interno lordo circa tre volte superiore alla somma del PIL di tutte le nazioni del Sud America o superiore di circa 800 miliardi alla somma del PIL di quelle stesse Nazioni più la Cina. Il PIL della Germania è del 35% superiore a quello indiano nonostante essa disponga di una popolazione 16 volte superiore a quella tedesca (le stime di riferimento sono aggiornate a dicembre 2017). Non è un caso che alle Nazioni sopracitate appartengano le più grandi multinazionali al mondo, potenti strumenti che accentrano ingenti quantità di ricchezza nei propri Paesi a danno di tutti gli altri. Questo fenomeno è spesso considerato uno degli aspetti più controversi - per non dire negativi - della globalizzazione.
La bilancia relazionale
Quelli illustrati sono solo una minima parte dei dati a sostegno della tesi sulla disparità di ricchezza nel mondo. Basti pensare che secondo una ricerca condotta dall’International Association for Research in Income and Wealth, la distribuzione della ricchezza risulta essere molto più diseguale di quella del reddito. Da ciò possiamo comprendere quanto siano enormi, talvolta persino astratte, le differenze tra le classi sociali e di come queste, nel tempo, tendano ad aumentare sempre più, rendendo di fatto i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il modello di social rewarding di Charax offre invece la possibilità di autosostenere se stessi e la propria piccola comunità, incentivando allo stesso tempo la nascita di una moltitudine di comunità produttive che, secondo il modello olocratico precedentemente esposto, potranno coinvolgere nella loro totalità una tale mole di persone da raggiungere lo status di modello economico che garantisca l’indipendenza dalle malevoli pressioni esterne e di quelle interne fortemente gerarchizzate. Un modello in cui sono le persone a creare un valore aggiunto che permetta di generare ricchezza e rafforzare quei legami che rendono ricca e compatta una comunità.