Petro è la prima criptovaluta forgiata da uno Stato. Dietro al progetto c'è Nicolas Maduro e la sua squadra di governo. Rivoluzione o tentativo disperato di salvare un Paese sull'orlo del collasso?
Nasce in Venezuela, per volere del presidente in carica Nicolas Maduro, la prima criptovaluta di Stato. Si chiama Petro e servirà per gestire le transazioni finanziarie verso l’estero. A parlarne è Maduro in persona, durante uno show televisivo venezuelano Los Domingos con Maduro : è l’ennesima novità rivoluzionaria nel settore crypto. Sul progetto comunque, al momento c’è molta vaghezza. Cosa si sa sulle Petro? Ecco 7 curiosità sulla criptomoneta venezuelana.
Valore garantito
Per evitare che le Petro si trasformino in pura speculazione finanziaria, Maduro ha deciso di non lasciare nulla al caso. Anzitutto c’è una garanzia di beni fisici, dietro le prime criptovalute statali della Storia. Riserve d’oro, petrolio, gas e diamanti del Venezuela, faranno da base al valore economico della valuta. Non è un caso che lo sviluppo del progetto sia stato assegnato a Manuel Quevedo, presidente della compagnia petrolifera statale PDVSA.
Gli obiettivi di Petro
Nell’intervista Nicolas Maduro ha dichiarato senza remore il fine ultimo delle Petro: “risolvere il blocco economico di cui è vittima il Paese” unito all’ottenimento di “nuove forme di finanziamento internazionale per lo sviluppo economico e sociale del paese”.
Il contesto economico-politico del Venezuela
Petro nasce in circostanze non certo facili. La crisi economica del Venezuela dura da diversi anni e fatica a chetarsi. Maduro subentra al governo nel 2015, dopo 17 anni di chavismo e, nonostante le promesse annunciate in campagna elettorale, il suo operato non ha dato i risultati sperati. Il PIL crolla di giorno in giorno, le quotazioni del petrolio rimangono basse (dato negativo per un paese che basa il 96% delle esportazioni sull’oro nero) e la svalutazione del Bolivar è inarrestabile. Il debito che Caracas deve rifinanziare ha recentemente superato i 120 miliardi di dollari. Il Petro dunque, suona come un tentativo disperato per risolvere criticità strutturali di un intero paese.
La data della ICO
La ICO di Petro è fissata per il 20 febbraio prossimo e l’evento sta suscitando un grande interesse tra i crypto-enthusiast di tutto il mondo. Lo scetticismo comunque è molto forte. Per molti Petro rappresenta un ossimoro di tutto quello che le criptovalute rappresentano.
Un vantaggio per gli investitori di Bitcoin
Petro non è utile soltanto alla popolazione venezualana. Nel migliore dei casi, potrà servire agli investitori di altre criptovalute - Bitcoin in primis - per ridurne la volatilià. Sugli Exchange insomma, Petro verrà utilizzata come vero e proprio asset: cosa che oggi succede al Tether, nonostante rifiuti qualsiasi audit. La criptovaluta venezuelana pone minori complicazioni e ha una migliore affidabilità sul mercato.
Cosa piace di Petro
Comunque vada, il caso Petro passerà alla Storia della crypo economy. È un esperimento totalmente innovativo, perché stravolge i paradigmi su cui si fonda l’universo delle valute digitali. In più apre scenari molto interessanti e mette a frutto uno degli scopi più nobili di tutta la faccenda. Le monete digitali rappresentano la più grande occasione dei paesi del secondo e terzo mondo per accedere al credito finanziario. A Africa, America Latina e a alcune zone dell’Oriente viene impedito lo sviluppo economico e sociale per mancanza di fondi. Senza investimenti è impossibile crescere, educare e diventare competitivi sul mercato internazionale. Le criptovalute insomma, potrebbero significare il riscatto del terzo mondo sui paesi tradizionalmente forti.
Cosa non piace di Petro
Le contraddizioni dietro al progetto sono piuttosto evidenti e sono state sviscerati abilmente da Alexander Guerrero. Professore di Economia all’Università Metropolitana di Caracas, con un PhD a Londra e una fellowship a Oxford ha smontato il piano di Maduro in poche semplici parole: “il presidente offre una criptomoneta centralizzata, pubblica. Cioè il contrario di una criptomoneta. In realtà quello che sta promettendo è di digitalizzare e dematerializzare la moneta. Semplicemente, gli è finita la carta per stampare banconote! Carta, inchiostro e stampa costano ormai troppo, ai livelli di iper-inflazione del Venezuela. Maduro confonde dunque criptovaluta con digitalizzazione. In realtà quello che vuole è applicare il concetto di signoraggio in maniera digitale e continuare a monetizzare il suo incontenibile deficit fiscale all’infinito”. Il dibattito sulle Petro comunque, è appena cominciato. Comunque la si pensi, il 20 febbraio sarà una data da segnare sul calendario.
Immagini tratte da Pixabay
La cryptomoneta è stata creata per avere dominio pubblico decentralizato e non statale, giustamente per finire con o monopolio finanziario. Questa inondazione di ICOs non serve a nulla, ce l'abbiamo già cryptovalute sufficiente per fare girare la economia. Adesso basta solo aspettare il fallimento totale di questo "vecchio" sistema finanziario. Anche io sto creando la mia cryptovaluta e si chiama: NMI (No More ICos), se qualcuno vuole investire accetto SBD e Steem..ehehe! Bel post! (;
grazie per la segnalazione ;) tienici aggiornato sulle NMI e good luck!
Hey, good. I am Venezuelan, because in my personal opinion the Petro is just another attempt at purchasing power to have dollars in the power of the Government, because as many know the Venezuelan country is so for the poor economic power they have executed in these years and therefore create this electronic currency is only to have another income because they do not have more dollars to take advantage of, forgive me for answering in English but it is my opinion, I do not think that currency is invested by many, knowing its origin and origin. Will it be worth it ?, we'll see. Regards!
I cannot agree with you more @joseew. But Petro is an interesting experiment. Whatever happens, we are so curious about this cryptocurrency.
Please keep us posted about your country, ok?
Ah, muchas gracias por tu comentario. Si quieres contestar en castellano no hay ningun problema.
Que todo te vaya bien!
Le criptovalute sono state e sono tuttora la salvezza di molti venezuelani, così come di coloro che vivono in paesi con iperinflazione o con regimi che vogliono esercitare un controllo assoluto sui cittadini.
Il mining è stato reso legale il primo febbraio, dopo mesi e mesi in cui scaturivano solo notizie di repressione, confische e incarcerazione.
E' possibile perciò immaginare che in certi paesi sia legale solo ciò che conviene ai governanti.
Diciamo che l'America Latina non è molto virtuosa sulla scelta di ciò che è legale e ciò che non lo è. Sicuramente dietro al piano di Maduro c'è tanta speculazione, ma non è detto che l'operazione porti soltanto a conseguenze negative. E chissà, altri paesi potrebbero seguire il Venezuela.
Quel che è certo è che in Europa un'operazione del genere sarebbe molto difficile da proporre
Concordo, sarebbe assolutamente impossibile per via dei trattati e della BCE. Infatti il progetto che più assomiglia ad una cripto è il token che l'Estonia vuole introdurre come nel paese virtuale che stanno costruendo e per cui stanno dando la cittadinanza a persone di tutto il mondo.
Ti ringrazio della risposta.
Una criptomoneta di stato sembra davvero un controsenso e credo che presto si potrà verificare sul campo l'inutilità di questo tipo di iniziativa.
In ogni caso l'esperimento è interessante e vedremo quali conseguenze porterà anche per la crisi venezuelana.
SteemOn! Re-Steemmato e votato 😊
Per quanto si possano intravedere strategie poco chiare dietro (e vabbè, un pizzico di sano scetticismo dietro ai possibili obiettivi di una iniziativa del genere è "sano"), sicuramente è un interessante "esperimento" da tenere d'occhio ;)
D'accordissimo Silvia. Chi vivrà vedrà ;)