Episodi precedenti: Ep. X
Nagoya, estate 2021
Massimo Ficcadenti non poteva crederci: la J-League si era sciolta. I suoi sogni di gloria con i Nagoya Grampus si infrangevano.
A fine 2019 era subentrato al manager Yahiro Kazama. La squadra non si trovava in buone acque e la steagione era quasi al termine. A metà campionato i Nagoya Grampus avevano cominciato a perdere posizioni in classifica scendendo in maniera inesorabile verso la zona retrocessione. Massimo era riuscito a frenare quella discesa, conquistando alla fine una sudata salvezza. L'anno successivo la squadra giocò molto meglio, riuscendo a piazzarsi in terza posizione. Per la stagione in corso Massimo poteva dirsi soddisfatto. I Nagoya Grampus erano secondi anche se molto distanziati rispetto alla prima posizione occupata dai Kawasaki Frontale.
Tutto ciò, però, non aveva più importanza. La SuperLeague aveva preso il sopravvento sul calcio mondiale. Tutti i club più ricchi e che garantivano maggiori introiti avevano abbandonato ogni altra competizione per aderire alla SuperLeague. La conseguenza di ciò fu che tutti i campionati nazionali e le coppe internazionali collassarono. La J-League riuscì a resistere per un po' ma alla fine ci fu il tracollo quando alcune squadre ne fuoriuscirono unendosi alla SuperLeague. I Nagoya Grampus furono tra queste. La Toyota, proprietaria della squadra, si fece ingolosire dalle promesse di ricchi guadagni e alla fine cedette al Triumvirato, titolo ufficiale riservato ai tre fondatori della SuperLeague: Andrea Agnelli, Joan Laporta e Florentino Perez.
Una riunione era in programma nel pomeriggio e si prospettava una vera e propria rivoluzione. Per poter competere con le squadre più blasonate d'Europa la rosa doveva essere completamente rigenerata e la guida tecnica cambiata. Massimo Ficcadenti questo lo sapeva. Nel momento in cui gli era arrivato il messaggio sullo scioglimento della J-League e sull'adesione dei Nagoya Grampus alla SuperLeague gli era finalmente chiaro perché fosse stato convocato. Tuttavia il luogo era inusuale: un ristornate di ramen poco lontano dallo stadio.
Massimo si era presentato in orario. La cameriera l'aveva fatto accomodare ad un tavolo riservato per due. A questo punto le cose strane erano due: mancava la sedia per l'interprete e colui che l'aveva convocato era in ritardo, cosa rarissima per un giapponese. "Non è che..." non fece in tempo a concludere questa pensiero che sentì due mani posarsi sulle sue spalle e qualcuno dire con un tono esageratamente alto per il Giappone "Ciao Massimo, scusa per il ritardo!". Massimo girò la testa più che potè per capire chi gli avesse rivolto quelle parole. "Massimiliano Mirabelli? Ma..." cominciò a dire ma Mirabelli subito lo bloccò dicendo "Fermo non dire niente, non ti devi preoccupare ti spiegherò tutto".
Non appena Mirabelli si sedette al tavolo la cameriera si diresse verso di loro per prendere le ordinazioni per poi allontanarsi silenziosamente. Mirabelli esordì: "Allora Massimo sei sorpreso? Che te ne pare del nuovo direttore sportivo dei Nagoya Grampus?". Un largo sorriso era stampato sulla sua faccia. "Beh... complimenti" riuscì a dire Massimo, confuso. "Grazie" ghignò Mirabelli tutto tronfio "ma non sei curioso di sapere cosa ti aspetta?". "Certo... cosa mi aspetta?" replicò Massimo ancora stordito dalla novità. Mirabelli esplose in una fragorosa risata. "Ma guarda che sei proprio una sagoma! Non mi avevano detto che fossi così simpatico". Massimo abbozzò un sorriso a quel complimento. Mirabelli continuò "Dunque, innanzitutto voglio rassicurarti: sei confermato". A Massimo si illuminarono gli occhi. "Davvero? Non virate su un allenatore con esperienza europea?" chiese stupito. "Perché dovremmo? Hai fatto grandi cose qui a Nagoya. Premiare il merito è sembrato doveroso sia a me che alla società" rispose Mirabelli con un largo sorriso. "Grazie... davvero grazie" disse Massimo, quasi commosso.
Nel mentre la cameriera era tornata al loro tavolo e aveva servito loro il ramen. Entrambi la ringraziarono. Massimo prese in mano le bacchette e dopo aver augurato buon appetito al suo commensale iniziò a mangiare. Mirabelli era in difficoltà. "Sti cazzo di bastoncini" mugugnò. "Prova a bere prima il brodo col cucchiaio e i noodle mangiali dopo così non ti sfuggono" gli consigliò Massimo ma Mirabelli si ostinava nella sua personale guerra a quegli strani spaghetti nipponici. Dopo qualche minuto, aiutandosi col cucchiaio, trovò il suo modo tutto personale di mangiare i noodle. Massimo di tanto in tanto lo osservava. Vedere Mirabelli così impacciato lo fece riflettere.
Massimiliano Mirabelli era fuori dal giro da qualche anno e per un buon motivo. Nell'estate del 2018 era stato esonerato dal ruolo di direttore sportivo del Milan: in un solo anno era riuscito a sperperare centinaia di milioni di euro sul mercato senza alcun ritorno dal punto di vista dei risultati sportivi. C'è da dire che alcuni giocatori da lui scelti si rivelarono poi delle scommesse azzeccate come il turco Hakan Calhanoglu ma soprattutto l'ivoriano Franck Kessié che poche settimane prima era riuscito a trascinare il Milan di nuovo in Champions League. Tuttavia aveva sbagliato troppi acquisti e lasciato un buco enorme nei bilanci. Dopo una tale debacle nessuno l'aveva più cercato. Come mai la Toyota aveva deciso di puntare su di lui per la sua squadra di calcio?
Dopo svariati minuti di pura sofferenza Mirabelli riuscì a finire la sua scodella di ramen e la cameriera potè liberare la tavola. A quel punto Mirabelli afferrò una voluminosa cartella che teneva nella sua valigetta e la sbattè sul tavolo con una certa teatralità. Con una mano posata sulla cartella e un ghigno sul viso fissò Massimo negli occhi e disse: "Vogliamo passare alle cose formali?"
Coming Soon
Ecco qui l'introduzione della storia! Pensavo di riuscire a presentare i membri della squadra già in questo episodio ma illustrare il contesto della storia mi ha preso più righe del previsto. Non disperate però: nella prossima puntata Mirabelli illustrerà al povero Massimo la rosa a disposizione.
Ora un po' di risposte (non richieste a dire il vero):
- Perché i Nagoya Grampus? Semplicemente è l'unica squadra che ho trovato che avesse nello stemma qualcosa a che fare con l'olio di balena, ovvero un'orca assassina (che è a tutti gli effetti una balena).
fonte immagine - Perché Massimo Ficcadenti? Intanto preciso che si tratta di una persona reale ed è proprio lui l'attuale allenatore dei Nagoya Grampus! Sono rimasto davvero sorpreso quando ho visto che ad allenare i Nagoya Grampus era proprio un manager italiano.
fonte immagine - Perché Massimiliano Mirabelli? Per vari motivi. Sicuramente mi è venuto in mente nel momento in cui ho sorteggiato Kessié come componente della rosa (sì, provengono tutti da spacchettamenti casuali, più un correttivo perché avevo solo due centrali e me ne serviva almeno uno come riserva). Poi è italiano e questo gli permette di dialogare con Ficcadenti senza bisogno dell'interprete. Infine vista la sua storia mi sembrava un buon personaggio per un racconto che vuole essere satirico.
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