L’orizzonte degli Abolizionisti: costruire un mondo privo di polizia o prigioni
La polizia e le prigioni non esistono per prevenire atti di violenza, per fermarla o per perseguire la giustizia. Tali istituzioni esistono dai tempi dei tempi con lo scopo di proteggere il capitale, la proprietà privata, la supremazia del c.d. potere bianco, la violenza di genere ed altre forme di oppressione. La polizia e le prigioni si avvalgono della violenza in modo da proteggere il potere a favore di dati soggetti, ed a discapito di altri.
Le brutalità perpetrate dalla polizia di cui siamo testimoni attraverso i social media non rappresentano né qualcosa che avviene una tantum, né qualcosa di nuovo. I dipartimenti di polizia su tutto il territorio statunitense tendono a fare prevalere il concetto di “proprietà” sulla vita dei consociati; tali dipartimenti sono stati fondati nel XVIII secolo con lo scopo di espropriare violentemente delle loro terre gli Indigeni d’America, per fare ritornare nelle piantagioni dalle quali erano scappati gli schiavi neri – africani e per interrompere gli scioperi dei lavoratori. È compito della polizia quello di essere violenti, ed è per questo motivo che la vogliamo abolire.
Nonostante negli USA la schiavitù sia stata formalmente abolita nella metà del XIX secolo, il suo retaggio sopravvive nella forma di una rete di criminalizzazione, detenzione e sorveglianza. Difatti, il XIII Emendamento vieta lo schiavismo e la servitù involontaria, “con eccezione che si tratti di una punizione dovuta a seguito di un reato”; congiuntamente all’attività di polizia, agli atti carcerari intesi come strumenti di controllo sociale e che costituiscono un enorme sistema di violenza al cui vertice v’è lo Stato. Le prigioni falliscono nel loro intento di “riabilitazione” poiché sono istituzioni nate con scopo punitivo e di sfruttamento. In altre parole, esse servono a preservare le oppressioni razziali e di classe. Invece di vivere in una società che vada incontro ai bisogni della collettività, ci ritroviamo in una società in cui la pura sopravvivenza delle persone è criminalizzata e nella quale il razzismo è intrinsecamente incastonato alla legge ed alla politica.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla nascita di vasti “complessi industriali carcerari” (prison industrial complex, PIC) i quali non solo includono le stesse polizia e prigioni, ma anche case circondariali, libertà condizionali, uffici immigrazione (ICE statunitense), centri di detenzione, strutture costrittive per la salute mentale, mass media, politicanti, ed il business monetario che gira tutt’intorno. L’abolizione della polizia e delle carceri rappresenta un appello al cambiamento delle condizioni prodotte da tali istituzioni. Si tratta inoltre di un progetto attraverso cui osserviamo il mondo ed una pratica quotidiana di come ci presentiamo gli uni con gli altri: è un patto di liberazione.
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