Un racconto di spiriti, di silenzi di guerra e di canti di salvezza. Di richiami di sangue e di echi di poesia.
Marco/Mario Desiati torna a casa e ci riporta a casa, ovunque essa sia e con chiunque, tra i vivi e tra i morti.
Lasciando la metropoli per ritrovarsi (perdendosi) in una selva oscura, un bosco nel mezzo del cammino. Un luogo della mente dove vagano gli spiriti che non trovano pace e dove, ricordando, respirando e rielaborando, si possono colmare i vuoti, le mancanze, le assenze, con l’invenzione e con la fantasia.
Malbianco è la storia di due grandi ferite: la guerra e le migrazioni, fatte di allontanamenti e ritorni, di cambiamenti, di segreti, di ombre, di non detti, di paure, di equivoci, di grandi dolori e di piccole gioie che costituiscono l’eredità emotiva tanto di un uomo, quanto di una comunità.
Togliere il malbianco, il fungo dalle foglie delle piante, scostare la neve dal terreno come il velo dal volto della sposa, svelare la verità, stanarla, cercarla, spolverarla, liberarsi dai fantasmi, raccontandoli.
Risalire dalle radici alle fronde degli alberi, quelli nei boschi e quelli genealogici, andare giù, in fondo, verso le cose sepolte e buie per ritornare e riportarle in superficie, alla luce, perché alla luce le cose sono e non sembrano.
“Il passato da ricordare e non da restaurare, affinché il futuro accada”.
Mario Desiati, lo scrittore, torna con un nuovo libro e torna a casa, dopo essere stato in giro. Malbianco non è semplicemente e romanticamente un ritorno dove si è stati bene, quanto un ripercorrere al contrario la storia di una famiglia, di una città, di un paese, partendo da un nome ‘vacante’ e da un cognome strano e straniero. Accarezzare gli anelli concentrici sempre più stretti verso il nucleo originario e fondante del tronco di un albero al pari dei solchi su un vinile, dei segni, per riascoltare le tracce sonore del passato, per capire come vibra una storia sulla corteccia, sulla propria pelle e come si sopravvive sotto le intemperie, gli attacchi, le ferite inferte. Come esistere e come resistere, a cosa ci si tiene, a cosa ci si radica, cosa ci fa stare in piedi e vivi. Dove ancora può albergare la speranza se il futuro ci spaventa e il passato sembra troppo lontano per appartenerci. Perché è sempre un’Itaca nel cuore che può conferirci la forza necessaria a salpare ancora, a lasciare il porto verso le prossime colonne d’Ercole, oltre il mondo conosciuto come lo conosciamo, al di là della paura.
Dal punto più basso, dal radicamento, dal chakra della radice a quello più alto della spiritualità e della consapevolezza oltre la corona, il percorso narrativo di Desiati è un viaggio di discesa e di risalita da se stessi al cosmo, dal corpo materico verso un’energia sottile e intangibile che mette in relazione il corpo con l’ambiente circostante, la radice più profonda con l’ultimo e più alto germoglio, l’uomo con la natura, la storia personale con la grande Storia, il passato con il futuro. Il viaggio della maturità di chi ha imparato ad essere presente a se stesso e completamente nel qui e ora, ovunque e in qualsiasi momento, a radicarsi perché sa come perdersi perché è, appunto, il tempo presente l’unico tempo possibile che fa da cerniera tra due tempi e due realtà, quella che è stata e quella che non è ancora, che per loro natura sono sempre offuscate da ombre, coperte dalla neve o aggredite dal malbianco. Con la luce accesa, i fantasmi svelati e raccontati nelle pagine di Desiati fanno meno paura e in loro compagnia ci si sente al sicuro e meno soli.
!hiqvote
@tipu curate
Upvoted 👌 (Mana: 46/56) Liquid rewards.
@trumpman, the HiQ Smart Bot has recognized your request (2/3) and will start the voting trail.
In addition, @claudio83 gets !PIMP from @hiq.redaktion.
Discord. And don't forget to vote HiQs fucking Witness! 😻For further questions, check out https://hiq-hive.com or join our