Salve a tutti quanti, inizio partendo con delle scuse perché seppur non avendo stretto nessun contratto con nessuno, avevo in qualche modo promesso che avrei portato dei contenuti all'interno di questa community, tuttavia non è stato fatto. Mi prendo tutta la colpa del caso. L'ultimo mio post è stato del 22 gennaio e sicuramente dopo tutti questi mesi mi sono chiesto se valesse veramente la pena tornare.
Ma forse la vera domanda è: perché non ho scritto più niente?
Il fisico
La risposta che mi sono dato, in parte, è per il brutto periodo che ho passato. Tutti hanno brutti periodi, si sa, ma mi pareva saggio scrivere che cosa è successo in questi mesi, così da capire e provare a capirmi.
La cosa che mi è successa pochi giorni dopo il post di Venezia è che sono stato assunto, in una nota azienda del nord Europa. Contratto regolare, tempo determinato, 20 ore settimanali. Questo lavoro mi serviva tantissimo dopo aver passato mesi senza aver guadagnato un euro e soprattutto dato che breve sarebbe arrivata la rata dell'università (dicasi salassata infernale) e l'affitto (altra salassata infernale).
Dopo aver svolto i primi corsi sulla sicurezza ed essere entrato in reparto, ero entusiasta. Un lavoro nuovo dove poter far vedere chi ero, ma lentamente, giorno dopo giorno, tornavo a casa sfinito fisicamente. Mi sedevo sul divano di casa mia e mi addormentavo, per quelle 2/3 ore che erano dedicate allo studio. Mi dicevo:"cryptonostalgic datti qualche settimana, vedrai che il tuo fisico reagirà e si adatterà, funziona sempre così". Peccato che non lo fece. Ogni giorno c'era merce sempre più pesante e nessuno che ti aiutasse. O se chiedevi aiuto dovevi aspettare 10 minuti perché tutti avevano altre mansioni, ritardando così le mie. Così ero costretto a fare il lavoro da solo. 25 o 30 kg di merce issata e portata da una parte all'altra dello stabilimento, per tante ore al giorno (essendo un part-time verticale erano 6/8h al giorno), mi portavano a dire:"no, non ce la posso fare" o "no, sono stanco". Andavo a letto e dormivo 11 ore a notte per riprendermi dallo sforzo, mastodontico che mi pareva di fare.
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La solitudine
Vivendo in una città universitaria, da gennaio a marzo, visto anche il covid, non c'era nessuno. Letteralmente. I miei coinquilini erano nelle rispettive città e dei miei compagni di corso con cui avevo legato, non era rimasto nessuno. Pertanto, alla ricerca di uno svago finivo in un vortice di social network, video di Youtube, mentre la qualità della tua vita ed esistenza peggiora. Meno fai e meno faresti, riferiva un detto. Ci ben credo. La possibilità di fare dello sport era proprio fuori discussione, mi sentivo rotto e dolorante per buona parte della settimana. La solitudine assieme alla noia mi stava attanaiando, tanto che per tirarmi su di morale iniziai a bere 1 litro di birra, per darmi un po' di brio. La mia ragazza, nonché buona parte dei miei amici stretti, sentendomi tanto giù di corda mi consigliarono di andare da uno psicologo per parlarne. Ma quelli privati non me li potevo permettere, beh anche oggi se è per questo.
Le ansie
So che sembra stupido, ma in uno spirale di tristezza, stanchezza e noia, la mente inizia a percorrere strade che sarebbe meglio evitare. Strade vischiose, piene di fango, che ti incagliano e ti immobilismo nella loro melma. Sono momenti in cui inizi a domandarti se il percorso è quello giusto, ti interroghi sul passato, sul futuro, se non stai sbagliando o se tu stesso sei, in un certo qual modo, sbagliato. Sono stato scontroso? Le persone attorno a me lo sono? Alla gente sto sul cazzo per i miei atteggiamenti? La gente mi odia?
Leggendo la sfilza di paranoie che ho appena scritto mi viene da sorridere, so che non sono vere, ma in quel momento parevano una verità assoluta al quale non potevo scappare.
Lo studio e il vil danaro
La mia prima preoccupazione è sempre quella dello studio. Sono uno studente, vivo da solo, vivo in un'altra città rispetto a quella in cui vivono i miei genitori. Mi piace la mia indipendenza e mi piace la mia intimità. Però l'indipendenza ha un prezzo da pagare e si traduce in una serie di ansie riguardo all'affitto, al fatto che quest'anno non ho ricevuto borsa di studio alcuna e che quindi il peso grava su di me. Il bilanciamento ideale di lavoro e studio sarebbe stata una sfida, ma che tuttavia non riuscivo a vincere. Dormire e non studiare, mi ha messo KO tanto che sono riuscito a dare meno esami di quanto pensassi (3 al posto di 4 e con risultati scarsi) e con un livello di stress non indifferente. Ho iniziato a sentire un fischio all'orecchio costante e martellante, e spaventatomi sono pure andato dall'otorino per vedere che cosa potessi fare. Mi rispose: "beva tanto e non sia stressato". Grazie ar ca**o.
E così arrivo al punto finale di questa mia storia. Alla fine ho dovuto, per la mia sanità mentale, licenziarmi. Anzi meglio, far scadere il contratto e così chiudere questa esperienza estenuante. Spero non me ne vogliate, comunque, per non essere stato presente. Se vi chiedete cosa farò in futuro, non lo so, mi godo questo mese di disoccupazione per riprendermi fisicamente, scrivere qualche articolo qua e poi iniziare con qualche nuovo progetto 😀.