Nel 1607 il fiscale di Papa Paolo Quinto Borghese preleva dalla bottega del Cavalier D'Arpino un quadro di un giovane che tiene un canestro di frutta in mano dei primi anni romani di Caravaggio. Con quel giovane che tiene un canestro di frutti è stato riconosciuto questo dipinto che facilmente è da porre in relazione col periodo nel quale Caravaggio, da poco a Roma, dipingeva fiori e frutti per Giuseppe Cesari detto Cavalier D'Arpino. sono gli anni 1593 1594 quelli a cui è stata riferita all'esecuzione di questa tela in cui è spiegata tutta la giovanile cultura Lombarda del pittore. La cura nell'esporre dettagli virgole squali da foglie ingiallite in procinto di cadere, la spaccatura sanguigna del Fico maturo o la butteratura delle foglie a stelo, corrisponde la prima formazione Lombarda Dov'è il naturalismo scientifico leonardesco aveva sortito precoci fondi nella rappresentazione di elementi propri della natura morta che in ambito Padano contribuiva a enfatizzare il tono domestico di molte rappresentazioni. Allo stesso ambito è riferibile il valore naturalistico del cono luminoso che taglia lo sfondo nelle accorte rifrazioni come quella del collo del fanciullo o nei sottili passaggi di Bianchi nella camicia. La luce contribuisce a creare lo spazio entro il quale si muove la figura, evidenziandone la mobilità della posa, le labbra socchiuse, il collo reclinato all'indietro, e La caducità dell'istante in cui sono colti Il fanciullo e la ricca cesta che sorregge.
Questo quadro si trova alla Galleria Borghese a Roma.
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