L’uomo senza qualità (raccontato da @kork75)

in Olio di Balena5 years ago (edited)

L’uomo senza qualità è un’opera narrativa dello scrittore austriaco Robert von Musil, su di essa si potrà discutere allungo se questo libro sia un romanzo, un saggio o un affresco simbolico di un epoca storica nella quale l’autore ha attinto tutte le sue memorie per indentificarsi con il trentenne “matematico” Ulrich (l'uomo senza qualità) il protagonista del suo grande romanzo. Nel formato digitale (facilmente reperibile in rete) l’opera si compone di circa 1520 pagine (prima, seconda e terza parte), che attraverso il racconto del protagonista ci introducono nell'alta società viennese, esattamente negli anni che precedono lo scoppio della Grande Guerra (1913). Il tema centrale della narrazione, intorno alla quale si raccolgono le innumerevoli trame minori, è la satira amara nella quale Ulrich è chiamato a spalancare gli occhi su quanto lo circonda, per poter così ritrarre il tramonto della sua Austria imperiale.



Immagine CC0 creative commons

Siamo alle soglie dell’'88° compleanno dell'imperatore Francesco Giuseppe, che avrebbe coinciso col 70° anno del suo regno; e poiché tale fortunata ricorrenza avrebbe dovuto aver luogo il 2 dicembre 1918 ed il 15 giugno dello stesso anno si sarebbero svolte in Germania le feste solenni per il trentesimo anno di regno dell'Imperatore Guglielmo con lo scopo di far conoscere a tutto il mondo la grandezza e la potenza della Germania, le alte autorità dell'aristocrazia e della burocrazia viennese, nel timore che la celebrazione austriaca potesse riuscirne del tutto oscurata e passare in secondo piano, avevano deciso di estendere i festeggiamenti a tutto il 1918, chiamandolo “anno giubilare dell'Imperatore della pace”. A questo scopo fu costituito un comitato per la cosiddetta “azione parallela”, che avrebbe dovuto dimostrare quanto più della Germania l'Austria avesse ben meritato di fronte al mondo intero sia come popolo che come impero la stima e la fama goduta. Intorno a questa “azione”, che nessuno sa bene in che cosa possa consistere sia materialmente che ideologicamente, si raccoglie la migliore società di Vienna, e Ulrich, ne è il segretario: il matematico ha cosi l'occasione di vederli da vicino, ed irriderli con quel suo spirito tagliente ed arguto, questi personaggi più o meno fatui e snob, più o meno creduli e illusi, ma egualmente inconsci di trovarsi sull'orlo dì una gigantesca frana quale è la guerra, che li avrebbe travolti tutti quanti senza misericordia da lì a pochi anni.


Il concetto di “mancanza di qualità”, è il perno del romanzo. Ulrich è un “uomo senza qualità” perché in un mondo sempre più schematizzato e meccanizzato in cui le qualità sono tutte da stabilire, da rintracciare in un orizzonte svuotato di senso, lui è invece un uomo dalle molteplici possibilità, ma proprio per questo è anche l’uomo delle utopie, capace di vedere con occhi nuovi, di mantenersi indipendente dalle vecchie correlazioni, dalle rigide valutazioni e dai clichés stabiliti dalla società del suo tempo. Accanto a quelli che possono essere i drammi o le commedie di ciascuno dei singoli personaggi del romanzo, sia uomini che donne, c'è poi nettamente sottolineato un altro dramma, più universale: la decadenza delle leggi dello “Spirito” davanti all'avanzare inesorabile della “tecnica”, decadenza simboleggiata dalla fine dell'Austria; la buona paternalistica, vecchia Austria, con il suo esercito di funzionari e di generali, la sua nobiltà decrepita, il suo gusto per la vita comoda e serena e per il calmo filosofeggiare moralistico ala quale si contrappone all'affermarsi prepotente di una Germania ribelle di formule scientifiche e di applicazioni tecniche e a cui nulla importa degli idealismi invecchiati e della inutile bellezza dell’impero di Francesco Giuseppe. Così il grande romanzo di Musil è anche in una certa maniera lo specchio del procedimento di dissoluzione di una civiltà secolare dove la vanità delle ambizioni, gli egoismi e la vacuità di molti amori, sono mostrate attraverso le azioni e ancor più attraverso i lunghi dialoghi dei suoi personaggi. A una prima lettura veloce, riesce un po' difficile orientarsi nelle divagazioni di questo complesso gioco intellettuale che l’autore ci propone: e sinceramente ho avvertito anche un senso di “pesantezza”, dovuto al meccanismo logico, e alla voluta rinuncia ad ogni evasione narrativa di certi capitoli, ma Musil è stato talmente capace che al di là delle sue rigorose costruzioni dialettiche, ha creato stupendi e avvincenti personaggi che rendono il mondo della “kakania” ( nel romanzo l'Impero austro-ungarico) tutto da esplorare.


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In effetti l'intento di Musil è proprio quello di non collocare l'opera all'interno di un genere restrittivo. All'interno di questa opera, che forse poteva ancora essere continuata, alterna momenti di analisi tipici del saggio alle descrizioni e dialoghi tipici del romanzo. Le due cose servono appunto a delineare quel periodo decadente durante il quale l'uomo perde un poco i suoi punti di riferimento e diventa paradossalmente un uomo senza qualità! Bell'articolo!

Grazie😉👍Saluti kork75.

Gran bel post.

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Grazie👍

A te, per l'articolo