"Elephas indus culices non timet"
(lett. "L'elefante indiano non teme le zanzare" il motto di Domenico Malatesta (1417 - 1468) che trova scolpito o inciso in più luoghi della Biblioteca Malatestiana di Cesena.
La Biblioteca Malatestiana è l'unico esempio al mondo di Biblioteca umanistica perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria. Fu istituita per volontà di Malatesta Novello, e crebbe grazie agli sforzi congiunti del signore della città e dei frati francescani che nei propri locali ospitarono la raccolta di libri.
Prima del suo genere, crebbe per fama e importanza nel corso dell'età moderna e raccolse diverse opere manoscritte, incatenate a una serie di plutei collocati nell'Aula che Matteo Nuti iniziò nel 1447 e ultimò nelle parti strutturali nel 1452.
Questa biblioteca monastica si differenziò dalle altre per essere stata impostata come istituzione civica, affidata cioè alle cure degli organismi comunali. Il suo patrimonio sopravvisse all'occupazione francese e alla trasformazione della biblioteca in caserma (1797-98) grazie agli sforzi della cittadinanza che riebbe in possesso il complesso conventuale qualche anno dopo: nel 1807 la Malatestiana fu ristabilita nel suo stato originale, da allora lasciato invariato.
Sopravvissuta indenne alla seconda guerra mondiale e oggetto di restauri e valorizzazioni, nel 2005 l'UNESCO riconobbe la grande importanza culturale e storica della Malatestiana antica, inserendola nel Registro della Memoria del mondo.
Curiosità: sono presenti graffiti e incisioni dei soldati napoleonici che vi dormirono dentro.