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Capitoli anteriori:
1. Gli inuit
2. La verità
3. Metodo scientifico
4. La crisi della riproducibilità
5. p-hacking
6. Velocità
7. Status ed efficenza
7. 1 Cio che è tuo è mio
8. Ordine nel caos
9. Momentum
10. Cigno Nero
Nella foto della portada, fico nell'Islote de Ilario, Ristorante El Diablo, Parco Nazionale del Timanfaya, Lanzarote. Narra la leggenda che un eremita di nome Ilario si ritirò in questa zona, per meditare in mezzo all'inferno, dove viveva con la sola compagnia del suo cammello. Si racconta che abbia piantato questo fico in mezzo alla lava, che non diede mai frutti.
Gli esseri umani non sono programmati per pensare ad eventi altamente improbabili, anche se li razionalizziamo pensiamo sempre che non ci accadranno.
Il documentario Ma che bip sappiamo veramente? ci fa riflettere sul fatto che ogni mattina, quando ci svegliamo. lo facciamo senza dubitare neanche per un attimo de fatto che il letto sia sul pavimento della nostra camera. In realtà potremmo star soffrendo di un'allucinazione e trovarci invece sull'orlo di un precipizio e se provassimo a mettere il piede a terra cadremmo.
Quando ci svegliamo ogni mattina il cervello assegna una probabilità ad ogni evento e scarta automaticamente l'ipotesi più improbabile.
Altrimenti resteremmo paralizzati non sapendo cosa fare.
Razionalmente comprendiamo che potremmo avere un incidente, una grave malattia, una catastrofe naturale, ma ogni giorno scartiamo questa ipotesi e andiamo avanti.
Cosa diciamo alla morte? Non oggi, come si ripeteva Arya Stark in Games of Thrones.
Quando qualcuno mi chiede come posso descrivere al meglio la mia esperienza di quasi quarant'anni in mare, dico semplicemente senza incidenti. Certo, c'erano tempeste invernali, burrasche, nebbie e cose del genere, ma in tutta la mia esperienza non ho mai avuto nessun tipo di incidente di cui valesse la pena parlare. Solo una volta ho visto una nave in pericolo in tutti i miei anni in mare [...] Non ho mai visto un naufragio o sono stato in un naufragio, né mi sono mai trovato in una situazione che rischiava di finire in un disastro di qualsiasi tipo. Vedete, non sono un buon materiale per le storie.
1907 Edward Smith, comandante del Titanic
Questo non vale solo per gli eventi improbabili con un impatto negativo.
Immaginate che ora un amico vi chiami e vi dica che avete vinto una grossa somma di denaro alla lotteria.
Qual è la tua prima reazione?
Che dici, non ci credo!
Ho scoperto Nassim Taleb qualche mese fa grazie a una recensione dei suoi libri, e l'ho inserito tra le letture in sospeso, fino a qualche settimana fa.
Avevo già più o meno strutturato questa serie di post e di argomenti e non era prevista una riflessione sui suoi libri, ma ho trovato dei punti che credo si inseriscano nel contesto generale.
Ricordate questo dato, perché ci tornerò.
Vi chiedevo ieri se pensate che l'attuale pandemia sia un cigno nero.
Confesso che nei miei primi approcci con il concetto del cigno nero, ho subito pensato alla pandemia.
Non sono stata l'unica, sembra che appena il mondo si sia reso conto che stava succedendo qualcosa di grosso, molti cercarono di contattarlo per chiedergli quale sarebbe stato il prossimo cigno nero, cosa che provocó l'ira di Taleb
Non è una persona con peli sulla lingua. Nessuno è stato risparmiato dalle sue critiche nel suo ultimo libro, Rischiare Grosso, il quinto della serie Incerto, che è diventato il libro più odiato del 2019.
Governi, società, finanza, giornalismo, sanità, istruzione. Nessuno si salva.
Soprattutto quelli che non rischiano la pelle, quelli che corrono rischi di cui non dovranno assumersi responsabilità per le conseguenze, perché le pagheremo tutti, tranne loro.
Taleb mise in guardia nei suoi libri sui fattori di incertezza associati alla sempre maggiore connettività della nostra società, in termini di comunicazioni grazie alla tecnologia, per l'attacco di un virus informatico ad esempio, o di connessioni a livello fisico con il rischio di pandemie con crescita non lineare.
C'era da aspettarselo.
In tutto il mondo animale, quando una specie predomina e i contatti tra gli individui diventano più stretti e frequenti, qualsiasi malattia ha il potenziale per diffondersi rapidamente fino a quando la popolazione di questa specie non diminuisce e la maggiore dispersione degli individui ristabilisce l'equilibrio.
C'era anche da aspettarsi che in un sistema iperconnesso come il nostro, gli effetti più probabili di una pandemia sarebbero stati il collasso sanitario, la crisi economica, restrizioni delle libertà e il malcontento che potrebbe sfogare in proteste o rivolte.
Questo è un cigno bianco.
Ma può anche portarci verso un cigno nero, producendo qualche altro effetto che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare neanche nei nostri peggiori incubi.
O nei nostri migliori sogni.
Quello che Taleb propone non è di chiuderci in una bolla per cercare di non correre rischi, senza stimoli moriremmo, ma di cercare di essere antifragili.
Questa parola, coniata dallo stesso filosofo, è l'opposto di fragile, e da il titolo al quarto volume di Incerto: Antifragile, prosperare nel disordine.
La resilienza ci permette di resistere nelle avversità. I sistemi antifragili sono quelli che non solo resistono ma che traggono vantaggio dal cambio e dalle avversità, come gli alberi che attecchiscono più fortemente quanto più sono frustati dal vento.
La concentrazione del potere politico ed economico in poche mani, secondo Taleb, rappresenta un sistema fragile: più è decentrato e maggiore è l'autonomia e il potere decisionale a livello locale, più sarà resistente alle avversità e autosufficiente e potrebbe perfino trarne vantaggio.
Nella finanza, sappiamo tutti che è necessario differenziare il portafoglio per compensare i rischi, anche se ciò non garantisce di evitere il fallimento.
Ritiene che lo Stato debba garantire la massima libertà ai cittadini nella loro vita quotidiana, e agire a livello locale per garantire la sicurezza della popolazione e proteggerla a livello comunitario in materia di benessere sociale, protezione dell'ambiente, in caso di calamità naturali e pandemie.
Un livello di protezione su cui tutti possiamo contare se anche loro rischiano grosso, se tutti noi rischiamo o guadagniamo lo stesso senza disuguaglianze, cosa che oggi non avviene.
La maggior parte dei paesi aveva piani e studi sull'impatto di possibili pandemie e, in Europa, la Spagna aveva il pronostico peggiore. Economia basata principalmente sul turismo, popolazione molto anziana, un sistema sanitario debole a causa di numerosi tagli (nonostante sia stato venduto come uno dei migliori in Europa).
Non stiamo vivendo un cigno nero. Mi sono subito corretta quando me ne sono resa conto. Sono caduta nella trappola di pensare che fosse qualcosa di imprevedibile perché ci ha colto di sorpresa.
Questo mi piace quando leggo un autore. Mi fa ripensare le mie opinioni.
Taleb si definisce scettico. Una parola che va molto di moda anche in questi giorni. Molti scettici che non credono a nulla, a priori. Delle idee e degli approcci degli altri.
Lo scetticismo consiste innanzitutto nel mettere in discussione le proprie di convinzioni.
Un giorno mi sono imbattuta in una conversazione e il mio interlocutore mi ha detto: Non voglio farti cambiare idea. Al che ho risposto: perché, se le tue ragioni sono abbastanza convincenti, sono più che disposta a cambiare idea, anzi t e ne sarei grata per avermi fatto rendere conto mio del mio errore. Ma l'altra persona non era disposta a mettere in discussione le proprie di opinioni, così il dialogo si concluse quando mi disse: Io non cambierò mai idea.
A gennaio di quest'anno Nassim Taleb e Joe Norman pubblicano un articolo in cui concludono:
I responsabili devono agire rapidamente ed evitare la fallacia che avere il giusto rispetto dell'incertezza di fronte a una possibile catastrofe irreversibile equivale a "paranoia".
Rischio sistemico di pandemia attraverso nuovi agenti patogeni - Coronavirus: una nota
Non l'hanno ascoltato.
Un personaggio considerato uno dei più anti-sistema e anticonformista del nostro tempo, che non ha peli sulla lingua sul suo Twitter smascherarando le fallacie di molti personaggi pubblici. Mai discutere con un filosofo.
Ho detto che non si salva nessuno. Nemmeno Bitcoin. Nonostante sia un sostenitore del decentramento e un fan della cripto.
Ve ne parlerò nel prossimo capitolo.
Baci, !BEER & abbracci 😘🍻🤗
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Capitulos anteriores:
1. Los inuit
2. La verdad
3. Método científico
4. La crisis de la reproducibilidad
5. p-hacking
6. Velocità
7. Estatus y eficiencia
7. 1 Lo tuyo es mío
8. Orden en el caos
9. Momentum
10. Cisne Negro
En la foto de portada higuera en el Islote di Ilario, Restaurante el Diablo, Parque Nacional de Timanfaya, Lanzarote. Cuenta la leyenda que un ermitaño de nombre Ilario se retiró en esta zona, a meditar en medio del infierno, donde vivió con la sola sola compañía de su camella. Se narra que plantó esta higuera en el medio de la lava, que nunca dio frutos.
Los humanos no estamos programados para pensar en eventos muy improbables, aunque los racionalicemos siempre pensamos que no nos pasarán a nosotros.
El documental ¿¡Y tú qué sabes!? nos hace reflexionar solo el hecho de que todas las mañana cuándo nos levantamos lo hacemos sin dudar ni un solo segundo que la cama está en el suelo de nuestra habitación. En realidad podríamos estar sufriendo una alucinación y estar en el borde de un precipicio y si intentamos poner el pie en el suelo nos caeremos.
Al despertarse cada mañana el cerebro asigna una probabilidad a cada evento y descarta automáticamente la hipótesis más improbable.
De no ser así estaríamos paralizados al no saber qué hacer.
Racionalmente entendemos que podríamos sufrir un accidente, una enfermedad grave, una catástrofe natural, pero descartamos cada día esta hipótesis y seguimos hacia delante.
¿Qué le decimos a la muerte? Hoy no, como se repetía Arya Stark en Juegos de Tronos.
Cuando alguien me pregunta cómo puedo describir mejor mi experiencia de casi cuarenta años en el mar, yo simplemente digo sin incidentes. Claro que hubo tempestades de invierno, vendavales, nieblas y cosas de ese tipo, sin embargo en toda mi experiencia nunca estuve en cualquier tipo de accidente del que valga la pena hablar. Solo en una ocasión vi una embarcación en peligro en todos mis años en el mar [...] Yo nunca vi un naufragio o estuve en un naufragio, ni estuve en cualquier situación que amenazase con acabar en un desastre de algún tipo. Ya lo ve, yo no soy un material muy bueno para una historia.
1907 Edward Smith, comandante del Titanic
Esto no nos pasa solo con los eventos improbables con impacto negativo.
Imaginen que ahora te llame un amigo y te diga que habéis ganado una gran cantidad de dinero en la lotería.
¿Cuál es tu primera reacción?
¡Qué dices, no me lo creo!
Descubrí Nassim Taleb hace unos meses gracias a una reseña de sus libros, y lo puse entre las lecturas pendientes, hasta hace unas semanas.
Ya tenía más o menos estructurada esta serie de post y argumentos e incluir reflexiones sobre sus libros no estaba planificado, pero encontré puntos que creo que encajaban en el contexto general.
Quédense con este dato, porque volveré sobre esto.
Os pregunté si consideran que la actual pandemia es un cisne negro.
Os confieso que en mis primeros contactos con el concepto de cisne negro, enseguida pensé en a la actual pandemia.
No fui la única, parece que en cuanto el mundo se dio cuenta de que estaba pasando algo gordo muchos intentaron contactar con él para preguntarle cuál sería el siguiente cisne negro, cosa que provocó la ira de Taleb.
No es una persona con pelos en la lengua. Nadie se ha salvado de sus críticas en su último libro, Jugarse la piel, el quinto de la serie Incierto, convirtiéndose en el más odiado del 2019.
Gobiernos, corporaciones, finanza, periodismo, sanidad, educación. Nadie se salva.
Sobre todos los que no se juegan la piel, los que asumen riesgos de cuya consecuencias no tendrán que hacerse responsables, porque las vamos a pagar todos lo demás, menos ellos.
Taleb advertía en sus libros del los factores de incertidumbres asociados a la siempre más numerosa conectividad en nuestra sociedad, en cuanto a comunicaciones gracias a la tecnología, por el ataque de un virus informático por ejemplo, o las conexiones a nivel físico con riesgo de pandemias con crecimientos no lineales.
Era de prever.
En todo el mundo animal, cuando una especie predomina y los contactos entre los individuos se hacen más estrechos y frecuentes, cualquier enfermedad tiene el potencial de expandirse rápidamente hasta que la población de esta especie disminuya y la mayor dispersión de los individuos vuelve a establecer el equilibrio.
También era de prever que en un sistema iperconectado como el nuestro, los efectos más probables de una pandemia hubieran sido colapso sanitario, crisis económica, restricciones de libertades y descontento que pueda generar en protestas o disturbios.
Esto es un cisne blanco.
Pero puede también desembocar en un cisne negro, produciendo algún otro efecto que nadie de nosotros hubiera podido imaginar ni en sus peores pesadillas.
O en sus mejores sueños.
Lo que propone Taleb, no es encerrarnos en una burbuja para intentar no correr ningún riesgo, sin estímulos moriríamos, sino intentar ser antifrágil.
Esta palabra, acuñada por el mismo filósofo, es el contrario de frágil, y da titulo al cuarto volumen de su obra: Antifrágil, las cosas que se benefician del desorden.
La resiliencia nos permite resistir en las adversidades. Los sistemas antifrágiles, son los que no solo resisten sino que salen beneficiados del cambio, como los árboles que echan raíces más fuertes cuanto más son azotados por el viento.
La concentración de poderes políticos y económicos en pocas manos, según Taleb, representa un sistema frágil, mientras más descentralizados y mayor autonomía y poder de decision a nivel local, más resistentes se harán a las adversidades hasta salir beneficiados.
En las finanzas todos sabemos que hay que diferenciar la cartera para compensar riesgos, aunque esto no non garantiza evitar el fracaso.
Cree que el Estado debería conceder las máximas libertades a los ciudadanos en lo que concierne su día a día, y actuar a nivel local para garantizar la seguridad de la población y protegerle a nivel comunitario en temas de bienestar social, protección del medioambiente, en caso de catástrofes naturales, y de pandemias.
Un nivel de protección en el cual todos podemos confiar si ellos también se juegan la piel, si todos ponemos en riesgo y ganamos lo mismo sin desigualdades, cosa que no pasa en la actualidad.
La mayoría de Países tenían planes y estudios sobre el impacto de posibles pandemias y, en Europa, España era la que peores pronósticos tenía. Economía principalmente basada en el turismo, población muy anciana, un sistema sanitario débil debido a los numerosos recortes (a pesar de que se vende como uno de los mejores de Europa).
No estamos viviendo un cisne negro. Me corregí en seguida al darme cuenta. Caí en la trampa de pensar que era algo impredecible porque nos pilló de sorpresa.
Esto me gusta cuando leo un autor. Que me haga replantear mis posturas.
Taleb se define un escéptico. Palabra que también está muy de moda en estos tiempos. Muchos escépticos que no se creen nada, a priori. De las ideas y planteamientos de los otros.
El escepticismo consiste primero en cuestionarse las propias de creencias.
Me entablé un día en una conversación, y mi interlocutor me dijo: no quiero hacerte cambiar de idea. Al que le contesté: por qué, si tus razones son bastantes convincentes estoy más que dispuesta a cambiar de idea, además te estaré agradecida por haberme hecho percatar de mi error. Pero la otra persona no estaba dispuesta a cuestionar las suyas de opiniones, por lo que el diálogo se acabó cuando me dijo: yo no cambiaré nunca de opinión.
En enero Nassim Taleb y Joe Norman publican un paper en el cual concluyen:
Los responsables deben actuar con rapidez y evitar la falacia de que tener un respeto apropiado por la incertidumbre ante una posible catástrofe irreversible equivale a la "paranoia".
Riesgo sistémico de pandemia a través de nuevos patógenos - Coronavirus: Una nota
No le hicieron caso.
Un personaje considerado de los más antisistema y anti-conformista de nuestros días, que no se corta un pelo en su Twitter en meter en evidencia las falacias de muchos personajes públicos. Nunca discutan con un filósofo.
Decía que no se salva nadie. Ni Bitcoin. A pesar de ser un defensor de la descentralización y un fan de la crypto.
Os lo cuento el próximo capítulo.
Besos, !BEER y abrazos
@tipu curate
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Ho dimenticato di rispondere al penultimo capitolo, in cui ci hai chiesto se per noi la pandemia fosse un cigno nero.
Per me non è un cigno nero. Lo descrivi come un evento che non è prevedibile e che non può ripetersi tale e quale. In tal caso, infatti, diventerebbe un semplice cigno bianco.
Ci sono già state pandemie e ce ne saranno altre. Si potrebbe discutere su quanto sia stata affrontata meglio rispetto a quella passata, ma sarebbe un po' uno spreco di tempo, visto che non abbiamo la possibilità di influenzare l'andamento delle cose.
Sono curioso di sapere cosa dice Taleb su BTC. Non mi voglio spoilerare nulla, anche per mancanza di tempo, quindi aspetterò di capire tramite il tuo prossimo capitolo! 😁
!BEER
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Bravo @poliwalt10, infatti lo stesso Taleb lo definisce un cigno bianco, perché come hai ben detto ci sono già state pandemie e ce ne saranno altre.
Io, invece, in un primo momento sono caduta nella trappola mentale, pensando solo alla mia d'esperienza, e l'ho classificato come un cigno nero (mai successo nella mia vita e avevo cancellato questa probabilità più che razionale dalla mia mente).
Potremmo avere delle conseguenze impreviste e uniche nella storia a causa della pandemia, e spero tanto che siano un cigno nero positivo.
Sono sicura che Taleb ti sorprenderà su BTC.
Grazie ancora per il supporto e per condividere la tua opinine.
Baci, !BEER & abbracci
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.La citazione di Edward Smith è troppo sompatica! 😁
Anch'io sono scettico e non credo che Bitcoin sia la soluzione ai problemi dell'umanità... non vedo l'ora di leggere il parere di Nassin il talebano. 😜
Un caro abbraccio 🤗
e un goccio di !BEER 🍻
Grazie @amico!
Una doppia smentita per il capitano Smith, passato alla storia per ben due eventi altamente improbabili. Non solo per il naufragio del Titanic, ma anche per questa frase:
Magari un naufragio, poteva anche essere prevedibile, quello che non avrebbe mai immaginato è che la sua storia sarebbe stata trasformata in una macchina per far soldi dall'industria di Hollywood.
Baci, !BEER & abbracci 😘🍻🤗
Acuta osservazione! 👍
!BEER 🍻
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