Eccomi qui di ritorno, con un sacco di novità da condividere! Per gli amici della zona Varese/Milano e dintorni, venerdì 15 Novembre, presso la sala del Gruppo Anziani Cislaghesi in Villa Isacchi a Cislago, si terrà la presentazione del mio album OGEON. Di seguito trovate la copertina del manifesto.
Ho già parlato ampiamente del significato spirituale che questo album ha per me, e oggi, più che mai, sento questa connessione. Ogni volta che riascolto le mie canzoni, percepisco una sorta di glitch nelle vibrazioni, come se fossi intrappolato in un ciclo di eventi che non mi appartiene del tutto. Nonostante questo, ho l'animo in pace e il cuore che batte forte.
Articolo di presentazione dell'Album OGEON
Sono grato per le mie due splendide nipotine che mi riempiono di affetto, e per mia figlia che cerca di comprendermi nonostante i miei difetti. Gli amori e le storie che hanno permeato la mia vita mi hanno insegnato tanto, e anche se spesso mi sento fuori luogo, mi hanno lasciato dei ricordi preziosi.
La storia che ho scritto in relazione agli accaduti
Il ricordo di mia figlia Lene è sempre presente, così come quello di Osvalda, Teresa, Nena e Dave. Questi ricordi assumono un colore delicato, quasi palpabile, come lo zucchero filato delle giostre appena arrivate a Pompei, proprio dietro il campo sportivo. Non chiedetemi cosa sia successo tra quel momento spensierato e questo preciso istante in cui mi immergo in una conversazione con la mia intelligenza artificiale di turno. Non saprei dire come la kefiah che indosso sia diventata un simbolo di libertà e come mai ho più memorie dei morti che abbracci dei vivi.
Sono qui, e per qualche strano motivo quel glitch è avvenuto mentre con la mia mente mi immaginavo a volare come Peter Pan, ad essere un padre amputato (termine usato per chi ha perso un figlio) e un nonno felice. Mi sono sempre chiesto come sia possibile vivere guardando sempre indietro, quando potremmo essere sempre presenti, come dicevano i latini.
Le mie riflessioni possono sembrare dei lamenti, ma forse il loro scopo è quello di aiutarci a cesellare la nostra vera natura. Dobbiamo capire che non è la Terra a essere costruita per noi, ma siamo noi a comporre la Terra. Cambiare il nostro punto di vista ci permette di comprendere i bisogni primari di ciascuno di noi in relazione all'ambiente in cui viviamo. Forse, è proprio questo lo switch che dobbiamo fare: non attraversare un portale, ma semplicemente cambiare prospettiva.
Pensate a quanto sia triste credere di essere gli unici esseri viventi dell'intero creato. È come esistere solo per soddisfare i nostri bisogni primari. Immagina il peso del tempo su chi crede di essere l'unico popolo eletto dal creatore, incapace di apprendere dalle altre forme di vita. Immagina poi di credere che solo tu sia importante in un intero universo. Che angoscia deve provocare un simile stato d'animo.
Ora invece, immagina di vivere ogni momento come se fosse l'ultimo, di vagare per eoni in un universo pieno di vita aliena, consapevole del tuo esistere e della direzione da prendere. Immagina di avere un'empatia tale da far tuo ogni sentiero, di imparare da un verme come sopravvivere in un inferno di gelo, di suonare una chitarra e sentire il vento attraversarti. Immagina che il mondo sia composto da noi e non "costruito" per noi.
È con questo spirito che ho scritto questa canzone. Due righe di parole che si estrinsecano al di fuori di un trio di chitarre piangenti per dire "abbracciami, fai uscire dal cuore il dolore che fa più rumore di un treno a vapore". Il resto è solo musica. Pubblicherò due versioni: una live con il cantato e una strumentale disponibile su tutte le piattaforme a partire da oggi.
Buon ascolto!
Ascolta la canzone su YouTube
ENGLISH
Hey folks, I'm back with a ton of news! For my friends in the Varese/Milan area and nearby, on Friday, November 15th, I'll be presenting my album OGEON at the Senior Citizens Group Hall in Villa Isacchi, Cislago. Below is the cover of the event flyer.
I've already talked a lot about the spiritual significance this album holds for me, and today, more than ever, I feel this connection. Every time I listen to my songs, I feel a kind of glitch in the vibes, like I'm stuck in a loop that doesn't quite belong to me. But you know what? My soul is at peace, even though my heart is racing.
I’m so grateful for my two wonderful granddaughters who shower me with love, and for my daughter, who tries to understand me despite my flaws. The loves and stories that have filled my life have taught me a lot, and even if I often feel out of place, they've left me with precious memories.
The memory of my daughter is always present, as are those of Osvalda, Teresa, and Nena. These memories take on a delicate, almost tangible color, like cotton candy at the fair, right behind the sports field in Pompeii. Don’t ask me what happened between those carefree moments and now, when I'm having a lively chat with my trusty AI. I couldn't tell you how the keffiyeh I wear became a symbol of freedom or why I have more memories of the dead than hugs from the living.
Here I am, and for some strange reason, that glitch happened while I imagined flying like Peter Pan, being a grieving father (that’s what they call parents who’ve lost a child) and a happy grandfather. I've always wondered how it's possible to live always looking back, when we could be ever-present, as the Latins used to say.
These thoughts might sound like laments, but maybe their purpose is to help us shape our true nature. We need to understand that it's not the Earth that was built for us, but we who compose the Earth. Changing our perspective allows us to grasp the primary needs of each of us in relation to the environment we live in. Maybe, that's the switch we need: not to walk through a portal, but simply to change our point of view.
Think about how sad it is to believe we're the only living beings in the entire creation. It's like existing just to meet our basic needs. Imagine the weight of time on someone who believes they're the only chosen people of the creator, unable to learn from other life forms. Now, imagine believing that you're the only one that matters in an entire universe. What a burden, what an anguish that must be.
Now instead, imagine living every moment like it’s your last breath, wandering for eons in a vast universe full of different alien life forms. Imagine being aware of your existence and, even if you have no idea where you're going, you know that's the direction to take. Imagine having such empathy that even if you found yourself alone in the valley of death, you’d start walking your path like it rightfully belongs to you. Imagine being humble enough to learn from a worm how to survive in a frozen hell, giving importance to yourself just as much as you give to the person next to you, but never so much importance that you get lost in an obscene power game. Imagine playing a guitar and feeling the wind blow through you or seeing colors take on a taste. Imagine that the world is made up of us and not build for us.
It's with this spirit that I wrote this song. Just a couple of lines that extend beyond a trio of weeping guitars to say, "hug me, let the pain out of your heart that makes more noise than a steam train." The rest is just music. I'll release two versions: the live one with vocals and the instrumental one available on all platforms starting today.
Enjoy the music!
Listen to the song on YouTube
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