FOTOGRAFIE atto secondo
Quando Fiorenzo aveva visto le foto del matrimonio di Giuliana, la sorella di Azalea, era rimasto affascinato. Somigliava ad Anna. Una ragazza con una bella laurea, sia pure non tecnica, vale a dire tra quelle considerate di gran successo dai nasi all'insù civitesi, ma mai foriera di disoccupazione. Semmai di precariato, ma non gli risultava che qualsiasi laureato in Scienze dell'Educazione terminasse vivendo in una cabina telefonica. E poi aveva un impiego intrigante, sia pure non eccelso come quello di Anna. I bei boccoli castani le incorniciavano il viso a forma di diamante. Bei lineamenti, come erano sempre piaciuti a lui. Nel vedere Peter, il biondo neosposo di origini britanniche, aveva abbassato lo sguardo. Quello era l'uomo che Fiorenzo avrebbe desiderato essere. Azalea, da parte sua, seguiva lo stesso filo di pensieri nel guardare le foto del matrimonio di Anna e Dario. Per qualche curiosa combinazione, Anna somigliava davvero a sua sorella e Dario a Peter, con la differenza che il primo aveva i capelli neri. Fiorenzo e Azalea non potevano però più proseguire con le loro geremiadi. Il dentista aveva terminato di lavorare e doveva chiudere lo studio. Nel frattempo, Fiorenzo stava chiamando a raccolta tutte le sue forze per portare avanti una decisione che, sia pure per niente all'altezza delle sue aspettative, poteva cambiargli bene o male la vita. Azalea non era affatto bella e colta come sua sorella e men che meno come Anna. A dispetto della magrezza, vantava un evidente doppio mento. E poi aveva gli occhi piccoli e un naso spropositatamente lungo, sotto il quale due sottilissime e anonime labbra sembravano sparire. Ma era una buona ascoltatrice e conversava volentieri a lungo con lui, che sentiva il peso dell'avvicinarsi dei quarant'anni.
-Quando tornerai qui?- le chiese.
-Credo l'anno prossimo per una pulizia.
-Così tanto tempo?- E onde evitare fraintendimenti, si affrettò ad aggiungere: -No, aspetta, non desidero affatto vederti malata. È solo che io devo tornare qui la prossima settimana e speravo...speravo...in un po' di compagnia...- e Fiorenzo già temeva di vedere Azalea fuggire via. Cosa che però non fece.
-Oggi ho curato due carie. Devo aspettare, per un altro trattamento-. E con evidente sforzo, dato che non amava sbandierare la propria povertà, aggiunse: -Non ho un lavoro. Ho lasciato centinaia di curriculum ai centri per l'impiego, ma non mi chiamano mai. Devo purtroppo chiedere civis ai miei genitori per qualunque evenienza e ora che mi hanno pagato le otturazioni, non mi va di chiedergliene subito altri.
Fiorenzo un lavoro l'aveva, ma non se la passava affatto meglio, non ricevendo un gran che di paga con la quale dovevano vivere in tre.
-Se potessi, se non avessi i miei, di genitori a carico, credimi, ti pagherei volentieri la pulizia ai denti, subito.
Azalea si era commossa per tanta generosità, anche se purtroppo non risultava sufficiente a farla innamorare di un uomo come Fiorenzo. Ma alla soglia dei quaranta riteneva non fosse il caso di nicchiare, perdendo l'unico treno che aveva deciso di fermarsi alla sua stazione.
-Ma guarda che se vuoi, anche se non devo fare niente, vengo lo stesso, per farti assistenza.
Non si trattava del coronamento di un sogno per nessuno dei due. Semplicemente si stavano accontentando. Pur sempre meglio di nulla.
Ps.: immagine Pixabay royalty free, autore jsalesphotoimg (https://pixabay.com/es/photos/anillos-ramo-boda-anillos-de-boda-5975831/)
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