Vivere di penna è praticamente impossibile a meno che non si entri in particolari giri e puoi permetterti di aspettare.
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Vivere di penna è praticamente impossibile a meno che non si entri in particolari giri e puoi permetterti di aspettare.
Aspettare...e pagare, spesso e ben volentieri. Perchè si, vero è che esistono le piccole case editrici, molto più affidabili delle multinazionali Feltrinelli e compagnia danzante, ma per dare una bella spinta alla tua carriera ti capiterà prima o poi di aver bisogno di un critico revisore (che quello che farà sarà innanzi tutto rivoltare la tua opera come un calzino anche a fronte di ortografia, sintassi, coerenza e coesione perfette, zero -o quasi zero, perchè zero è umanamente impossibile se operi da solo, senza correttore di bozze che ovviamente dovresti pagare profumatamente- e se non possiedi un dottorato in lettere- ma troverà immancabilmente difetti stilistici a più non posso e ti prenderà minimo 1500 euro). Almeno, questo è quanto è successo a un mio collega, per giunta piuttosto bravo e a sua volta editore. E poi fiere del libro in giro per l'Italia a cui partecipare per farti conoscere (e i viaggi, i pernottamenti, pranzi e cene fuori sede costano, perchè dovrai disporti a viaggi anche tipo Torino-Catania). E a seguito di tutto questo sbattimento, se la critica è negativa pure che la tua opera non ha oggettivamente pecche, adiós carriera e adiós denari buttati. Se non si ha la fortuna di nascere o anche solo crescere in terre gringhe, ma si è nati in Italy, buonanotte ai suonatori😣.