Ci sono nonni...e nonni

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Essere genitore di un bambino di quasi 4 anni mi sta insegnando tantissime cose. Non solo su come affrontare le piccole grandi sfide quotidiane, ma anche sul valore delle relazioni familiari e su come queste influenzino la crescita e il benessere di mio figlio. Un aspetto che mi ha colpito particolarmente è quello del legame con i nonni, che si rivela in modo così diverso a seconda delle persone e delle circostanze.

Nostro figlio ha la fortuna di poter godere della presenza di due nonni affettuosi da parte mia, i notti paterni. I miei genitori sono sempre stati molto attenti e amorevoli nei suoi confronti. La loro presenza nella sua vita è palpabile. Quando ci vediamo, è come se la loro casa fosse anche quella di nostro figlio. È un legame solido, naturale, che cresce ogni volta che si vedono.

Ma poi ci sono i nonni materni. La situazione con loro è completamente diversa. La nonna ha visto nostro figlio solo una volta, subito dopo la sua nascita, e da allora non c’è stato più alcun contatto. Non ci sono stati gesti affettuosi né una semplice visita.

Infine, c’è il nonno materno, che per il nostro bimbo è un estraneo. L’altro giorno è venuto a trovarci per pranzo. Era la terza volta che lo vedeva in quasi 4 anni di vita. Quando il nonno è arrivato, ha subito preteso un bacio sulla guancia da lui, come se tutto fosse naturale. Mio figlio, visibilmente confuso, gli ha dato un bacio di cortesia, ma non c'era quella connessione che normalmente si crea tra nonno e nipote.

Il pranzo è stato un susseguirsi di piccoli tentativi di mio figlio di entrare in contatto con lui. Parlava dei suoi giochi ma il nonno sembrava totalmente disinteressato, non lo guardava neanche. Si è messo a cantare ma niente. Più di una volta, mio figlio ha cercato di attirare la sua attenzione, ma ogni volta il nonno era immerso nel suo cellulare o a parlare con mia moglie. Anche quando mio figlio ha preso e gli ha messo davanti sul tavolo una piccola costruzione lego, il nonno l’ha semplicemente spostata senza dir nulla, come se fosse un oggetto insignificante.

Durante il pranzo, mio figlio ha continuato a chiedere: “Quando giocherai con me?” ma la risposta non è mai arrivata. Il nonno non alzava nemmeno lo sguardo. Mio figlio, con la sua ingenuità, continuava a ripetere, sperando che, magari, la volta successiva ci fosse una risposta, ma nulla cambiava. Alla fine, deluso, è andato a fare il pisolino.

Questo episodio mi ha fatto riflettere profondamente su come i nonni possano fare la differenza nella vita di un bambino. Non si tratta solo di essere lì ogni tanto, ma di essere veramente presenti, di saper rispondere ai bisogni affettivi e relazionali di un nipote. Per un bambino, i nonni sono un mondo fatto di storie, giochi, abbracci e attenzioni. Non si tratta di un'assenza fisica, ma di un’assenza emotiva.

“Ci sono nonni… e nonni”. Alcuni sono una fonte inesauribile di affetto e supporto, mentre altri, purtroppo, sembrano rimanere distanti, non solo geograficamente, ma anche emotivamente. Non si può fare a meno di chiedersi come sarebbe stato per mio figlio avere un nonno materno che gli fosse davvero vicino, che giocasse con lui, che si interessasse alla sua crescita. Ma forse, quello che conta davvero, è che i nonni che ci sono, quelli che mostrano il loro affetto in modo sincero, fanno sì che mio figlio cresca sereno.

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Non ho figli, questo lo premetto, quindi non posso parlare per esperienza di chi sta da quel lato della trincea.

Ma come figlio e nipote mi rendo conto che genitori e nonni ci formano il modo in cui ci relazioneremo. Quindi capisco le tue riflessioni e le eventuali preoccupazioni.

Bei nonni si .....non ho parole rischierei di essere cattiva. Io per fortuna ho potuto godermi i nonni e mio nonno specialmente per me è stato come un padre ❤️ mi manca ogni giorno.

Invece io ho avuto una situazione simile a mio figlio ma invertita, nonni materni sempre con me (mio nonno materno come il tuo) e paterni inesistenti...