La serenità conta più della felicità


Immagine realizzata con Canva

Non mi viene in mente una domanda più pericolosa da fare ad una persona di: "Sei felice?". Non la si dovrebbe fare mai, perchè la risposta è sempre "No". Perchè se di facciata ti viene restituito un fermo si, nell'intimo la persona che hai di fronte sa che non è vero. E l'istante immediatamente successivo si domanderà: "Perchè non sono felice?". Da qui, inizierà una lunga riflessione se sia infelice, cosa non vada nelle propria vita, un vago tentativo di dirsi che non va male, ma spesso con scarsi risultati. Ci vorrà tempo per tirarsi su il morale e tutto questo per una apparente banale domanda.

La società ci vuole infelici, ci vuole non appagati, mancanti di qualcosa, rotti. Questo perché se abbiamo qualcosa da desiderare, qualcosa da ricercare o da sistemare, siamo potenziali acquirenti. "Vieni, compra questo nuovo rasoio, così tutti ti vedranno figo e tu sarai felice!" "Compra il nuovo profumo, ti sentirai una donna indipendente e sarai felice!". Tutta la pubblicità è una enorme promessa di felicità, veicolata attraverso beni consumo che promettono di farti stare meglio.

I social network concorrono a renderci infelici. Scorriamo stories in cui i nostri conoscenti o gli influencer che seguiamo fanno cose e pensiamo "Wow, che vita piena che vivono, loro si che sanno stare al mondo, non come me che faccio una cosa sola al giorno". La realtà è che anche loro fanno una cosa sola, ma nel carosello in cui ci vengono servite tutte insieme, danno l'illusione di essere ai margini di una realtà di cose bellissime che gli altri fanno e noi no. Spesso esperienze che necessitano di acquisti e consumi.
Il risultato è ci affanniamo per stare al passo di questa visione distorta perché ci sentiamo infelici nell'esserne in qualche modo esclusi. Ecco allora che fissiamo gli aperitivi con gli amici, la palestra almeno tre volte a settimana, il cinema, i concerti e i weekend via. Spendiamo capitali per cercare di essere felici, combattendo un sistema che lavora nel senso opposto.

C'è da dire anche un'altra cosa: l'idea o concetto di felicità a cui spesso ci rifacciamo è quello di quando eravamo bambini. La gioia della mattina di Natale quando aprivamo i doni, una visita inattesa da parte di qualcuno a cui volevamo bene, il divertimento con gli amici, le piccole grandi avventure. Era una felicità totalizzante, quella di piccole creature appena affacciate sul mondo e tenute al sicuro dal contesto famigliare. Una felicità incoscente, senza reti di sicurezza.
Quella felicità sappiamo che non tornerà più, non perché cose belle non possano capitare e non sappiamo riconoscerle, ma piuttosto perchè siamo ormai consapevoli, da adulti, che "tanto fra un po' capiterà qualcosa di meno bello, quindi bene, ma teniamoci pronti!". Ora le reti di sicurezza le abbiamo, ce le siamo costruite per tutta la vita e non le molliamo per nulla al mondo.

Per tutti questi motivi, negli ultimi anni, ho preferito sostituire la ricerca della felicità con quella della serenità.
Mi spiego meglio. Ho cercato di abbandonare la faticosa e consumante ricerca della gioia idilliaca che spesso significava vivere una montagna russa di su e giù emotivi, per dedicarmi a riconoscere un trend più morbido e costante di benessere.
Sto bene, amo e sono amato, vivo una vita dignitosa e ho un lavoro che mi piace. Tutto questo è molto più di ciò che ha la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Sono nel 20% del mondo che sta meglio, ed è un dato di fatto.
Non ho alcun motivo per essere preoccupato o infelice, perché sto tra quelli che stanno meglio. Non sarà una auto nuova, un aperitivo in più o foderarmi l'agenda di impegni a farmi stare meglio. Io sto già meglio. Io ho la serenità.

Poi, certo, posso concedermi delle coccole, dei vizi, dei piaceri, ma non ne sono alla spasmodica ricerca. Non dipende da loro il mio benessere. La serenità si basa su cosa semplici, su minimi termini, su gesti. Non mi serve un aperitivo fuori con gli amici, mi bastano gli amici, anche a casa. Non mi serve una auto nuova, mi basta muovermi andare in giro. Non mi serve cenare nel posto lussuoso con la mia ragazza, ma andare fuori a cena, insieme, anche con menù di lavoro.

La serenità è più facile da raggiungere, se siamo in grado di riconoscerla e ci permette di vivere meglio, senza affanno, con piacere e pienezza.

Posted Using INLEO

Sort:  

Mi piace il tuo punto di vista e la felicità è nell'apprezzare con serenità le piccole cose.
Mi è piaciuto molto questo tuo post!
!discovery 30
@tipu curate

Mi fa molto piacere. A volte mi sento un po' l'unico con questo punto di vista. E' una visione che richiede a volte un po' di impegno, ma credo che permetta davvero di vivere con maggior benessere

Tutto assolutamente corretto e sono completamente d'accordo col tuo punto di vista. Grazie ad una situazione di serenità alla base, anche i momenti felici godono di una scia più prolungata. E quelli infelici perdono forza

Si, anche questo può essere un effetto benefico

Sono decisamete d'accordo con te nel dire che i social non ci aiutano a raggiungere la felicità...
Anzi, con tutte le pubblicità farlocche che ci sono, inducono a creare dei bisogni inutili nelle persone! Si illudono di essere felici perché hanno l'ultimo modello tecnologico o la tendenza consigliata dall'influencer.
I social incentivano i rapporti tra le persone attraverso like, cuoricini vari, ..., ma allo stesso tempo siamo arrivati al punto dove salutare qualcuno per strada è visto come una stranezza.
Sono contenta di essermene andata da quel mondo 🤣 Hive è la nostra isola felice 😊

Grazie per la condivisione, le tue opinioni sono sempre interessanti 😊

E' esattamente quello che descrivi. Cercano di venderti una visione di felicità che tu non hai, portandoti ad acquistare qualcosa per averla. Poi lo acquisti e cosa succede? Che se ancora infelice e riparte la giostra.

Cercare la serenità significa scendere dalla giostra e cercare di vederla mentre si muove ed essere felici di essere scesi.

Hive scardina molto questo sistema e per quello chi la prova poi tende a tornare.

Grazie per i tuoi complimenti, mi fanno molto piacere, spero di continuare così.


This post was shared and voted inside the discord by the curators team of discovery-it
Join our Community and follow our Curation Trail
Discovery-it is also a Witness, vote for us here
Delegate to us for passive income. Check our 80% fee-back Program

Congratulations @steveguereschi! You have completed the following achievement on the Hive blockchain And have been rewarded with New badge(s)

You distributed more than 400 upvotes.
Your next target is to reach 500 upvotes.

You can view your badges on your board and compare yourself to others in the Ranking
If you no longer want to receive notifications, reply to this comment with the word STOP

Check out our last posts:

Our Hive Power Delegations to the January PUM Winners
Feedback from the February Hive Power Up Day

bella la frase che i social ci rendono infelici... è vero quello che dici, ma tuttavia io non considero i social come parte attiva.. sono le persone che sono attratte da falsi influencers.. è la natura umana che di per sè si manifesta oggi con i social network e anziché dire delle pataccate al BAR, oggi vengono dette on-line. Forse i bar erano un po' più social. Ottime le conclusioni.. per essere contenti al posto dell'aperitivo con gli amici, possono bastare gli amici. Riconoscere la propria serenità è già un ottimo obiettivo nella vita, ma noto che molti si sentono sereni quando hanno attorno a sé più beni materiali che altro... e questo per me è stranissimo. Esempio, se domani mi regalassero una Ferrari sarei contentissimo! (ma come?!!) Il giorno dopo la rivenderei per comprarmi un pezzo di terreno agricolo e proverei a coltivarlo.

Amico mio, per forza di cose che è una domanda pericolosa, dato che la felicità non è e non può essere prerogativa di un pianeta decaduto. La serenità è la risposta giusta,
!BEER