Fine della ricerca

in Olio di Balenayesterday

Oramai non uso Google da quasi un anno. Il motivo è che i risultati di ricerca fanno pena, ed è alquanto curioso. Non è che la concorrenza sia migliorata, ma sono loro ad aver fatto retromarcia. E questo ancora prima dell'intelligenza artificiale.

Una volta la ricerca pesava le parole in modo equipollente, oggi no, prende una delle parole e gli dà un peso maggiore alle altre, a volte, spesso, fin troppo. I risultati sono piuttosto chiari, già nei primi risultati mostrano quella parola avendo escluso le altre.

Ma se ti ho chiesto "pippo, pluto e paperino" non puoi mostrarmi solo pippo. Una volta i risultati erano ben più accurati perché ci provava ad incastrare tutti i termini. Oggi si crede più intelligente e sputa fuori risultati pessimi.

Poco cambia anche mettendo gli apici alla parola, che significa che il risultato della stessa è obbligatorio. Per un po' ha funzionato, oggi pare fregarsene. Aggiungerei che tra censure di vario tipo, ideologie woke, e chissà cos'altro l'indicizzazione falcia via una marea di probabili risultati.

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A questo si aggiunge il periodo più recente. Più di qualche competitor ha infilato l'intelligenza GPT. Ad esempio, Brave con il suo Leo, mischia il comportamento della ricerca tradizionale anteposto dalla AI. Prima risponde quest'ultima e sotto mostra i risultati della ricerca. Posso dire che otto volte su dieci mi fermo a Leo perché ha già mostrato, aggregando le risposte da vari siti, quello che cercavo. I siti "usati" per la risposta vengono mostrati sul fondo della pagina.

E qui si dimostra quello che vado dicendo da mesi. Se le AI mostrano il risultato e l'utente si ferma lì, poiché giustamente ha ottenuto quello che andava cercando, non si generano visite sui siti "reali", niente pubblicità, niente engagement ovvero un pericoloso corto circuito.

Come sappiamo Internet si fonda sulla pubblicità, non tutto certo, ma i modelli "supported by community" sono pochi, ed anche i vari tentativi tipo "buy me a coffee" sono praticamente dei palliativi insufficienti.

Nel mio sito oltre ai visitatori, tra i crawler "storici" da un bel pezzo hanno fatto la comparsa le AI, "chat-gpt" in testa. Non campo di pubblicità per cui la questione ha un peso relativo, però dall'altro lato è indubbio che questi nuovi aggeggi software non stiano portando visitatori "veri".

Ad un certo punto la domanda verrà fuori. Perché regalare i miei contenuti a questi signori, senza avere un "do ut des"? Un proprietario di un sito web ha la facoltà di bloccare questi software. Ma temo che sia sostanzialmente inutile, come diceva il detto più o meno è inutile chiudere la staccionata dopo che i buoi sono scappati.

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