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Introduzione
Ciao, amici di hive, questi giorni sono stato molto impegnato con dei lavori a casa, pertanto non sono uscito a pubblicare costantemente; ma c’è una cosa che davvero merita di essere discussa qui su Hive ed è il recente discorso che Mario Draghi ha tenuto al parlamento europeo il 18 febbraio 2025.
Si sa che ogni tanto questo grandissimo personaggio interviene nella politica dell’economia mondiale, riuscendo a influenzare e rafforzare i mercati, ma questa volta il suo discorso ha segnato un momento riflessivo che riguarda il ruolo dell’Europa nell’attuale contesto geopolitico ed economico.
Tutti ricordiamo il discorso del 2012 e la sua celebre frase “Whatever it takes” che con sole 3 parole salvó l’euro dalla crisi piú profonda che si prospettava.
Il suo nuovo appello che può essere riassunto in un quasi desolato “do something” sembra nascondere un messaggio di impotenza nei confronti la situazione attuale dell’Europa, tuttavia forse sarà un’altra delle celebri frasi che con solo due parole, riuscirà a cambiare il destino del nostro continente… Lo vedremo solo vivendo.
Guardiamo assieme i passaggi principali del discorso Draghi e facciamo alcune riflessioni sul futuro dell’Europa.
Un’Europa Dietro le quinte
Diciamoci la verità: il continente europeo l’Unione Europea sono oggi sempre più marginali rispetto alle grandi discussioni globali. Il conflitto attuale in Ucraina è un esempio calzante, attualmente sono Russia e Stati Uniti a parlarne, senza coinvolgere l’Europa che dovrebbe essere naturalmente più interessata alle questioni ucraina.
Persino la Cina tenta di inserirsi come mediatore, in Unione Europea nonostante sia la parte più interessata è colpita dalle conseguenze economiche e umanitarie della guerra, oggi è ai margini di questa discussione, in un ruolo di finanziatore sostenitore di decisioni prese da altri paesi e di guerre che non dipendono da lei.
Andiamo invece del fronte economico, ad oggi il ring è gli Stati Uniti e Cina che stanno su giocando l’intero mondo, anche qui l’Europa sta in una posizione di assoluto svantaggio e con lei anche l’euro.
In USA vengono lanciati grandi piani di sviluppo industriale che vedono l’investimento di massicce quantità di dollari, si parla di centinaia di miliardi (Inflation Reduction Act).
La Cina continua la sua corsa al dominio tecnologico e produttivo, oggi cerca di aprire le sue prime fabbriche in Europa, proprio per aggirare i dazzi imposti dall’Europa stessa (caso BYD in Ungheria).
l’Unione Europea è impantanata nella pubblicazione di regolamenti, vincoli difensivi e burocratici in questioni ambientali che anche se di pregio, non aiutano in alcun modo lo sviluppo economico e la credibilità finanziaria del continente (es. Tappi di bottiglia che non si staccano).
Il ruolo di Draghi e la necessità di una svolta
Mario Draghi nella sua carriera di politico, economista, banchiere e personaggio pubblico è uno delle poche persone che ad oggi ha una credibilità tale da poter ribaltare con poche parole, le sorti dell’intero continente.
Ed è proprio dal suo ultimo discorso al parlamento europeo che si capisce dapprima la situazione attuale, e poi le poche soluzioni che possono essere adottate, il suo intervento non è solo una amara diagnosi della situazione attuale, ma un vero e proprio tentativo di scuotere e ravvivare le istituzioni comunitarie. La sua richiesta è semplice.”fare qualcosa”, un grido di allarme piú che una proposta operativa.
L’Eurpoa attualmente viene soffocata dalla sua stessa lentezza decisionale. Ogni provvedimento di rilevanza economica e strategica è necessario che passi attraverso un’infinita serie di negoziati tra gli Stati membri.
Questo metodo di decisione che poteva essere vincente nel panorama globale di qualche anno fa oggi in un mondo molto più competitivo e veloce e rischia di condannare l’UE ad un ruolo di semplicie spettatore.
Lassenza di una politica comune
Uno dei punti più importanti del discorso di draghi riguarda la necessità di portare avanti una politica industriale europea, che sia una vera e propria politica industriale.
Aldilà delle differenze di pensiero, politiche e di linguaggio che caratterizzano i diversi Stati che compongono l’Unione Europea, negli ultimi anni l’UE ha visto ridurre drasticamente il suo peso nell’innovazione e nella produzione tecnologica.
Questo non vuol dire che all’interno dei singoli Stati non ci sia innovazione, basti pensare alle innumerevoli start-up italiane acquistate con ingordigia dagli americani, vuol dire che mentre al tende americane e cinesi si preparano per dominare settori strategici come quello dell’intelligenza artificiale, quello dei semiconduttori e soprattutto quello della transizione energetica, l’Europa si limita a normare e regolare tutte queste tematiche senza averne in alcun modo uno sviluppo.
Per questa ragione, le imprese europee faticano a competere, spesso sono ostacolate da regole e enorme, troppo rigide e da una mancanza di investimenti pubblici e privati su questi settori strategici.
La mancanza di una visione futura comune per l’Unione Europea si riflette anche sui mercati finanziari, infatti gli USA possono contare sulla Federal Reserve che agisce in modo deciso su politiche finanziarie strategiche, anche qui Unione Europea viene invece vincolata alle scelte della BCE, che invece di avere uno spirito innovativo agisce costantemente tra le esigenza divergenti di tutti i singoli Stati membri. Questo che ha incertezza, riduce l’efficacia di tutte le politiche economiche.
Vogliamo poi parlare di cripto valute? Forse è meglio che non tocchiamo questo argomento…
La dipendenza energetica
Un ultimo tema molto importante che rende instabile il futuro dell’Europa è la indipendenza energetica, o più in particolare la sicurezza energetica.
L’Europa ha la volontà di eseguire una transizione ecologica, l’importante da qui i prossimi 10 anni, tuttavia questa transizione viene portata avanti lasciando alcuni aspetti fondamentali che riguardano la sostenibilità di tutte le azioni che devono essere messi in atto. Più nel dettaglio, il piano per la transizione ecologica è sicuramente un esercizio importante e all’avanguardia le azioni intraprese rischiano di essere frettolose e prive di alternative concrete.
In caso emblematico della sicurezza energetica europea, è stata sicuramente la crisi legata alla dipendenza da gas russo durante i primi stadi della guerra in Ucraina. La dipendenza da fornitori esterni non è stata sostituita da una vera strategia di auto stanti mento, risultato è sempre l’aumento dei costi per le imprese e per i cittadini riduce in secondo luogo la competitività dell’industria e aumenta il malcontento tra i cittadini europei.
”Do something": do what???
Concludiamo questo breve post distruttivo, dicendo che “fare qualcosa” non è una soluzione, ma la consapevolezza che sono necessarie delle azioni intelligenti e pragmatiche per migliorare lo status geopolitico dell’Europa.
L’aspetto più importante, secondo Draghi è l’integrazione fiscale dell’Europa ed il coordinamento economico; tutto ciò senza una volontà e una politica comune chiara, senza leader capace di prendere decisioni coraggiose, con un burocrazia decisionale ad altissimi livelli non è possibile. L’Europa rischia di restare e fanalino di coda del globo.
Se lui vogliamo contare davvero nello scenario globale, è necessario che abbandoniamo completamente il processo attuale in decisione, l’approccio di compromesso permanente iniziamo a muoverci con maggiore determinazione a migliorare i vari aspetti in cui siamo carenti.
Da ciò sapremo se il “Do something” di Draghi diventerà una celebre frase che ha cambiato le sorti dell’Europa, oppure un eco senza conseguenze destinato a perdersi nel labirinto burocratico di Bruxelles.
Cari amici di Hive, voi che cosa ne pensate? Qual è il secondo voi destino dell’Europa? Saremo in grado di cambiare per diventare protagonisti del panorama globale?
Scrivetemi i vostri pensieri nei commenti, è importante che ci confrontiamo su questi temi per capire effettivamente quali sono le prospettive future.
The english translation is realized with the help of an authomatic translation system.
Introduction
Hello, Hive friends, I’ve been quite busy with some work at home these days, so I haven’t been out posting constantly; but there is one thing that really deserves to be discussed here on Hive, and that is the recent speech that Mario Draghi delivered at the European Parliament on February 18, 2025.
It’s well known that every now and then this great figure steps into global economic politics, managing to influence and strengthen markets, but this time his speech marked a reflective moment concerning the role of Europe in the current geopolitical and economic context.
We all remember his 2012 speech and his famous phrase “Whatever it takes,” which with just three words saved the euro from the deepest crisis it was facing.
His new appeal, which can be summarized in a nearly desolate “do something,” seems to carry a message of impotence regarding the current situation in Europe; however, perhaps it will be another one of his famous phrases that, with just two words, will manage to change the fate of our continent… We’ll only know by living it.
Let’s look at the main points of Draghi’s speech and reflect on the future of Europe.
A Europe Behind the Scenes
Let’s face it: the European continent and the European Union are today increasingly marginal in the global discussions. The current conflict in Ukraine is a fitting example; right now, it’s Russia and the United States talking about it, without involving Europe, which should naturally be more interested in Ukrainian matters.
Even China is trying to step in as a mediator. The European Union, despite being the most affected by the economic and humanitarian consequences of the war, is now on the sidelines of this discussion, in a role of financial supporter of decisions made by other countries and wars that don’t concern it.
Let’s move to the economic front: today, the ring is occupied by the United States and China, who are playing with the whole world, and here too, Europe is at a clear disadvantage, along with the euro.
In the US, huge industrial development plans are being launched, with massive investments in the hundreds of billions (Inflation Reduction Act).
China continues its race for technological and manufacturing dominance, now trying to open its first factories in Europe, precisely to circumvent tariffs imposed by Europe itself (BYD case in Hungary).
The European Union is bogged down in publishing regulations, defensive and bureaucratic constraints in environmental matters, which, although valuable, do not help at all with the economic development and financial credibility of the continent (e.g., bottle caps that won’t come off).
Draghi’s Role and the Need for a Turning Point
Mario Draghi, in his career as a politician, economist, banker, and public figure, is one of the few people today who has the credibility to turn the fate of an entire continent with just a few words.
And it is precisely from his latest speech at the European Parliament that we first understand the current situation, and then the few solutions that can be adopted. His intervention is not just a bitter diagnosis of the current situation but a real attempt to shake and revitalize the community institutions. His request is simple: “do something,” a cry of alarm more than an operational proposal.
Europe is currently suffocated by its own slow decision-making process. Every significant economic and strategic measure must go through an endless series of negotiations between member states.
This decision-making method, which might have been effective in the global landscape of a few years ago, today, in a much faster and more competitive world, risks condemning the EU to a role of simple spectator.
The Absence of a Common Policy
One of the most important points of Draghi’s speech concerns the need to push forward with a European industrial policy, a real industrial policy.
Regardless of the different political thoughts and languages that characterize the various states that make up the European Union, in recent years, the EU has seen its weight in innovation and technological production drastically reduced.
This doesn’t mean that there is no innovation within individual states; just think of the countless Italian startups eagerly bought by Americans, but it means that while American and Chinese companies are preparing to dominate strategic sectors like artificial intelligence, semiconductors, and especially the energy transition, Europe limits itself to regulating these issues without any real development.
For this reason, European businesses struggle to compete, often hindered by rules that are enormous, too rigid, and a lack of public and private investments in these strategic sectors.
The lack of a common future vision for the European Union is also reflected in the financial markets. Indeed, the US can count on the Federal Reserve, which acts decisively on strategic financial policies, while the European Union is instead bound to the decisions of the ECB, which, instead of having an innovative spirit, constantly acts between the divergent needs of all the individual member states. This creates uncertainty and reduces the effectiveness of all economic policies.
Shall we talk about cryptocurrencies? Maybe it’s better not to touch on that subject...
Energy Dependency
Another very important issue that makes Europe’s future unstable is energy independence, or more specifically, energy security.
Europe has the will to carry out an ecological transition, and this is crucial in the next 10 years. However, this transition is being pursued while leaving aside some fundamental aspects regarding the sustainability of all the actions that need to be implemented. More specifically, the ecological transition plan is undoubtedly an important and cutting-edge exercise, but the actions taken risk being rushed and lacking concrete alternatives.
A telling case regarding European energy security was the crisis linked to dependency on Russian gas during the early stages of the war in Ukraine. Dependence on external suppliers has not been replaced by a true strategy for self-sufficiency, resulting in higher costs for businesses and citizens, reducing industrial competitiveness and increasing discontent among European citizens.
“Do something”: do what???
Let’s conclude this brief and destructive post by saying that “doing something” is not a solution, but the awareness that intelligent and pragmatic actions are needed to improve Europe’s geopolitical status.
The most important aspect, according to Draghi, is the fiscal integration of Europe and economic coordination; without a common will and clear policy, without leaders capable of making bold decisions, with decision-making bureaucracy at the highest levels, it is not possible. Europe risks staying at the tail end of the globe.
If we truly want to count in the global scenario, we need to completely abandon the current decision-making process, the approach of permanent compromise, and start moving with greater determination to improve the various aspects where we are lacking.
From this, we will know whether Draghi’s “Do something” will become a famous phrase that changed the fate of Europe or an echo without consequences, destined to get lost in Brussels’ bureaucratic labyrinth.
Dear Hive friends, what do you think? What do you believe is Europe’s destiny? Will we be able to change and become protagonists in the global landscape?
Write your thoughts in the comments, it’s important that we discuss these issues to really understand what the future perspectives are.
Sul signore in questione ho davvero tantissimi dubbi.. anche per una questione che conosco benissimo.. ma non la cito qui sopra che rimane per sempre e poi dopo mi vengono a prendere a casa. Comunque che l'Europa si debba muovere in sincronia lo possiamo dire tutti, tranne il mio gatto (anche se non ho un gatto fa niente, ci stava). Siamo una cozzaglia di popoli che non riesce nemmeno ad avere la stessa IVA dopo aver percorso 10.000 km di strada.. mi viene da ridere a pensare di avere la stessa politica. La cosa più divertente è cosa è diventata oggi l'Unione Europea. Una montagna di regole che ha dimenticato i 10 principi base dell'economia (eppure al parlamento europeo dovrebbero esserci un po' di laureati, quindi li avrà studiati i 10 principi base dell'economia). Se non si cambiano praticamente tutti gli attori della UE, è impossibile ottenere dei risultati. Per ora è ampiamente dimostrabile che chi c'è stato non ha capito quasi niente.. e non parliamo della questione energetica che vorrei proprio trovare una persona che dica che è stata fatta un'ottima politica energetica negli ultimi 10 anni.
Tanta teoria e poca pratica, il signore in questione sarà quel che sarà, ma è l’unico che riesce a far muovere qualcosa.
Ho una mia visione Will e potrebbe essere sbagliata. Per ora, secondo me, il Signore in questioni ha fatto muovere qualcosa in favore di chi i soldi li aveva già (vedi bonus110 dove ha preso una quota per girarla alle banche)… Ci vogliono menti giovani, che ragionano diversamente, che creino beneficio a tutti gli attori del mercato. Persone che sanno cosa vuol dire efficientare… ma ci sta anche che tra quella gente li, chi è in gamba non ci vuole andare.
Non conosco questa vicenda, il mio commento durava a dire qualcosa di aggettivo: questo signore ha molta influenza.
Del resto sono d’accordo con te se volesse cambiare le cose, si dovrebbe fare praticamente tabula rasa e tutte le procedure si sono create in questi anni.
Per me è tutto molto triste. Credo che se l'Unione Europea sapesse sfruttare la storia millenaria e l'unione di popoli così diversi ma ognuno portando il suo contributo, potrebbe diventare un super stato molto potente.
Ma come mi ha detto una volta il mio maestro di chitarra, parlando di come una band può ottenere il successo: "una band è come un pugno. Prova a tirare un pugno con un dito lasciato fuori."
Direi che è un paragone calzante. L'Europa sta facendo a pugni ma ha le dita tutte aperte in direzioni diverse. Un gran peccato.
E nonostante questo, da Europeo, non andrei mai a vivere né in USA, né in Cina.
Bellissima la metafora del tuo maestro, sono d’accordo con te su tutto.
L’UE dovrebbe diventare un Unione vera, non solo di fatto, con valori e obiettivi comuni.
Hai ragione anche sul fatto che in UE si sta bene, speriamo che sia ancora per un po’ di tempo.
Voglio dirti una cosa e su questo ho le idee molto chiare. A 48 anni e come alto ufficiale dell'esercito in Spagna, vi dico che a tutti i paesi non importa di niente, che guardano solo a se stessi e che agli altri paesi non importa di niente, alla NATO, di cui faccio parte, noi eseguiamo solo gli ordini e io non posso disobbedire a nessun ordine, anche se sono contrario.
Vi dico questo perché abbiamo bisogno di una persona con carisma, con la capacità di raggiungere le persone e con la capacità di comandare, ma non con la forza, bensì con la logica. Vi assicuro, ma vi assicuro che molte cose cambierebbero, e purtroppo quell'uomo non è ancora nato né credo che lo vedrò mai. Ciò che vedo è che vedo i miei discendenti su un altro pianeta, perché se le cose continuano così distruggeremo questo. E fate molta attenzione all'intelligenza artificiale, sarà il nostro nemico domani se le cose continueranno così.