Caro diario,
il 5 aprile ricorre il mio primo anniversario di matrimonio e non riesco a credere che il tempo sia passato così veloce. Io ed Emma, la mia dolce metà, abbiamo vissuto l’anno più entusiasmante della nostra vita! Nostro figlio è nato da poco e quel piccolo batuffolo rosa è la gioia della nostra vita. La casa che tanto bramavamo, quella con la vista sul parco, alla fine è diventata nostra! Ho dovuto sborsare una quantità considerevole di denaro, ma come ben sai il denaro non mi manca. Anche Jeff è molto contento della nostra abitazione e anche lui si è stabilito definitivamente presso di noi. Ma non è quello di cui ti voglio parlare oggi. Ho deciso di raccontarti quanto bello sia stato il mio matrimonio.
Esattamente un anno fa una leggera brezza primaverile soffiava attraverso il portone in quercia della chiesa. La grande sala era gremita di gente: le nostre rispettive madri già con il fazzoletto in mano, pronte per contenere la commozione, i nostri amici più cari, tra cui Jeff, che svettava tra tutte le altre teste. Infatti, Jeff era alto quasi due metri ed era sicuramente impossibile non notarlo. Io e lui eravamo stati compagni di università e assieme abbiamo frequentato tutti e cinque gli anni di ingegneria. Durante questo lustro sono sempre rimasto affascinato dell’avvenenza di Jeff, in particolare dal suo approccio con le ragazze. Non soffriva la minima ansia, mentre io, nonostante fossi ormai nell’età adulta, risultavo ancora molto impacciato.
Ma lasciamo perdere. Il suono organale si diffuse insinuandosi tra le colonne della chiesa, spargendosi in maniera uniforme, quando dall’uscio Emma, nel suo smagliante vestito bianco, si avvicinava a me. Giacomo, suo padre, mi porse il braccio della mia amata e non potei fare a meno di notare quegli occhi lussuriosi color smeraldo e quella piccola boccuccia rosa, leggermente sporgente. Mi vennero alla mente i primi momenti in cui mi innamorai di lei. Celebrata la cerimonia e riempiendoci i capelli e i vestiti di riso, ci avviammo verso il ristorante che avevamo prenotato, un cascinale recentemente ristrutturato che faceva da sfondo alla meravigliosa campagna collinare toscana.
Jeff ci fece d’autista. A Jeff piaceva sempre raccontare la storia di quando usciva con tre ragazze contemporaneamente e regalava ad ognuna di esse lo stesso profumo. Così nessuna di loro si sarebbe insospettita. Jeff inviava anche a tutte loro le stesse foto immonde per vedere le loro reazioni dinnanzi a ciò che lui chiamava “il mio regale augello”. La foga con cui inviava cotali foto causò un intasamento della mia casella mail.
Pixabay
Arrivammo al cascinale e il pranzo fu veramente delizioso. Dapprima ci sfamammo con un buffet estivo composto da verdure grigliate, formaggi scelti e salumi. Poco prima di brindare, la mia ormai moglie si avvicinò a me, mettendomi in mano una piccola boccettina bianca. “Da parte di Jeff, mettila nel bicchiere prima del brindisi”, senza esitare la versai e la mischiai assieme al costoso champagne che avevo sul tavolo.
“Ringrazio tutti voi per questo bellissimo momento insieme!” e bevemmo alla nostra salute. Il mio cuore era in palpitazione quando mi resi conto che il seme di Jeff stava fluendo nella mia bocca e poi in gola. Mia moglie mi baciò, come a non perdersi nemmeno una goccia di ciò che io avevo ingurgitato.
Un giorno Emma per sbaglio aprì la mia casella mail e trovò le scomode foto del cazzo di Jeff. Al posto di sgridarmi, chiedendomi come mai avessi le foto di nudo del mio migliore amico sulla casella mail, si eccitò molto nel vederle. Mi sbattè sul letto, spogliandomi dei vestiti e sussurrandomi “vorresti che Jeff scopasse la tua fidanzata?”.
Passarono molte ore dal brindisi e io ero già brillo, ma nonostante ciò l’erezione contenuta nei pantaloni non ne voleva sapere di scendere. Anche la mia dolce metà era visibilmente un fremito di tremori, poiché qualche minuto prima Jeff le si era avvicinato sussurrandole qualcosa all’orecchio. Lei aveva sorriso sorniona. Dopo aver concluso una breve discussione di circostanza con mia suocera, la mia sposa mi prese per un braccio, scusandosi, per portarmi in una piccolo capanno che poco distava dalla tenuta. Aveva detto: ”vorrei un minuto di pausa con il mio sposo!”. Aprimmo la porta e vi trovammo un letto e una sedia. Niente che già non sapessi dato che avevo chiesto esplicitamente al gestore del locale una stanza dove poter soggiornare per una ventina di minuti. L’unico dettaglio che mi stavo dimenticando, caro diario, era Jeff.
Sul letto c’era lui, con il suo fisico da dio greco, che ci stava aspettando. Mia moglie fece lo stesso sorriso che aveva fatto qualche minuto prima e si adagiò sul letto cercando la bocca di Jeff per baciarlo. Lui invece cercava il collo, iniziando a baciarla su quella pelle di perla così liscia. Non ci misero molto a passare da baci e carezze alla mia dolce metà che slacciava i pantaloni al mio migliore amico per ravanarvi all’interno. Senza nessun indugio se lo infilò in bocca, cercando di non lacrimare. Mi aveva già confessato che fare i pompini a Jeff era una cosa faticosissima, dato che il cazzo era così largo che dopo un po’ le faceva male. Io intanto mi avvicinai ad Emma e cercando di farmi spazio tra tutta quella gran quantità di stoffa che componeva il vestito matrimoniale, trovai la figa di mia moglie ormai fradicia. Jeff mi ordinò di leccargliela così da prepararla alla montatura.
In breve tempo mia moglie si contorse in un orgasmo prontamente soffocato dal membro di Jeff che le affollava la bocca. Parte del trucco era sbavato e la candida pelle di Emma si tendeva ormai ad un rosso intenso. Finalmente era arrivato il tempo. Jeff prese Emma per le cosce avvicinandola a sé e facendole scorrere all’interno il membro, centimetro per centimetro. Io, avendo già completato il mio compito, mi sedetti slacciandomi i pantaloni e facendo fare al mio migliore amico ciò che io non ero capace di fare. Era molto eccitante sentire urlare il suo nome. il mio cazzo era ormai di marmo e il mio ritmo si era sincronizzato con quello di Emma e Jeff. Questa volta lei aveva chiesto che non si mettesse il preservativo perché voleva rimanere incinta e io di certo non avevo il corredo genetico adatto per dare vita ad un erede. L’orgasmo arrivò fulmineo e Jeff piantò il cazzo ancor più in profondità dentro di lei, ricordandosi che questa forse sarebbe la sua ultima scopata per un po’ di tempo.
Mi ordinò di pulire la mia amata e se ne uscì dalla porta sul retro. Mentre io mi dedicavo alla pulizia un fremito mi prese e venni sul pavimento…
Yay!
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