Cimelio di famiglia

in Discovery-it4 years ago (edited)

Questo racconto è stato scritto per partecipare a The Neverending Contest n°128 S3-P6-I3 di @storychain sulla base delle indicazioni di @jadams2k18

Tema: Supereroi
Ambientazione: Città

148- OrnetteColeman.jfif
Attribution: Davide Leonardi, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

Cimelio di famiglia

Nella calura dell’estate, un uomo dal fisico asciutto attendeva seduto al tavolo esterno di un bar, sorseggiando un bicchiere di tè freddo. Indossava shorts chiari e sandali francescani che mettevano in risalto i piedi nodosi e i peli delle gambe, e una polo rossa che lo faceva spiccare nel caleidoscopio di colori che si muovevano attorno a lui. Un altro uomo, pantaloni di lino lunghi e ben stirati, polo bianca Lacoste e mocassini, lo aveva raggiunto e gli aveva rivolto un cenno di riconoscimento. <<Salve, Lei deve essere rio71. Piacere, sono Marco.>> Disse l’uomo seduto senza tendergli la mano, come volevano le leggi vigenti, ma invitando con un gesto rio71 ad accomodarsi al tavolo. <<Sono felice di conoscerla. Prende qualcosa?>> chiese gentile. <<Buongiorno a lei! Sì, io sono rio71, mi chiamo Lorenzo. Prendo un caffè grazie>> rispose l’uomo appena arrivato.

Dopo pochi istanti il caffè venne servito a Lorenzo, quindi la conversazione entrò nel vivo. <<Allora, Marco, perché ha voluto incontrarmi con tanta insistenza? Non voglio fare transazioni private, voglio pagarla tramite l’app con cui l’ho trovata. Ha portato il vinile?>> chiese gentile ma deciso Lorenzo. <<Certo, eccolo qui.>> Rispose Marco prendendo da una cartella accanto a lui un vinile avvolto in una custodia di plastica trasparente. <<Può aprirlo e verificarne le condizioni, se lo desidera. Ecco un paio di guanti per lei, sa, per precauzione>>.
Lorenzo si accinse ad aprire con cautela la plastica trasparente dopo aver messo i guanti offertigli da Marco, tirò fuori la confezione di colorato cartoncino quadrato, la aprì sfiorandola con gesti pari a carezze, quindi estrasse il vinile e lo saggiò con cura, vagliandone i dettagli; infine lo rimise nella sua custodia con una certa sacralità.
<<Ecco, è qui che c’è l’autografo: è un po’ sbavato perché mio nonno richiuse subito la pagina per l’emozione, senza attendere che l’inchiostro fosse asciutto>> gli fece notare Marco indicandogli un punto del cartoncino interno. Lorenzo avvicinò piano le dita alla firma precisa e fluida di Ornette Coleman sul foglio bianco, poi si arrestò evitando di sfiorarla e dopo averla ammirata un istante richiuse il disco e lo ripose nella plastica trasparente.
<<L’ho fatta venire per raccontarle la storia di questo disco e di quell’autografo, perché è sempre stato molto importante per me e per la mia famiglia. Per ragioni economiche sono costretto a separarmene fra le lacrime - mi vergogno così tanto di aver toccato il fondo a tal punto! - Ma desidero che il nuovo proprietario conosca la sua storia e magari, chissà, la tramandi ai suoi figli o ai futuri proprietari di questo LP!>>.

Lorenzo aveva aggrottato un po’ le sopracciglia, ma senza dire nulla aveva lasciato che Marco continuasse il suo racconto.
<<Mio nonno era un grande amante della musica. Era nato in una famiglia agiata e frequentava salotti letterari dove già negli anni ‘40 e ’50, dopo la guerra, si parlava delle novità d’oltreoceano e si ascoltavano dischi jazz e bebop. Quando nacque mio padre, nel 1960, questo LP era appena stato inciso oltreoceano e mio nonno lo comprò da un amico che aveva negli USA i suoi affari e faceva la spola fra lì e l'Italia. Per lui questo acquisto era un omaggio, una forma di commemorazione dell’anno di nascita di suo figlio - il primo maschio dopo tre femmine, si immagini! - e un vero e proprio cimelio da tramandare come eredità spirituale. Quando Ornette Coleman, qualche anno dopo, girò l’Europa, mio nonno prese l’LP e suo figlio, che aveva solo sei o otto anni, per portarlo a vedere il suo concerto oltralpe. Fu in quell’occasione che si fece firmare la copertina del disco e questo divenne il più importante evento dell’infanzia di mio padre. Ovviamente conosco ogni dettaglio di questa storia a memoria: mi è stata raccontata fino alla nausea sia dal nonno che da papà migliaia di volte e Coleman nella nostra famiglia è una specie di supereroe…>>

Marco si dilungò ancora un po’ a parlare di quell’LP, “The Shape Of Jazz To Come”, uno dei primi dischi incisi da Coleman. Raccontò a Lorenzo di come anche il padre fosse un appassionato di Jazz americano e avesse continuato a collezionare dischi fino all’anno passato. Poi era arrivato il covid, un anno e mezzo prima: il nonno, a quasi 90 anni, era stato fra le prime vittime, in febbraio, un’epoca che sembrava lontanissima da quel luglio 2021, quando ancora non c’era stato nemmeno il lock-down e non era obbligo portare la mascherina.
Marco, un personal trainer, e sua moglie, una cantante che lavorava a chiamata nei locali della loro città, erano rimasti senza lavoro e per sopravvivere avevano dovuto lasciare l’appartamento in affitto in cui vivevano con due figli piccoli e trasferirsi a casa dei suoi genitori. L’estate precedente era trascorsa cercando di sopravvivere, ma quando in autunno i ragazzi erano tornati a scuola, senza saperlo avevano portato a casa il covid, facendo ammalare tutta la famiglia. Per papà non c’era stato niente da fare, anche se aveva solo poco più di 60 anni. La mamma, invece, lei era sopravvissuta ma poco dopo aveva avuto un ictus ed era rimasta muta e paralitica. Senza la pensione del nonno, poi di papà, senza lavorare per tutto quel tempo, sempre chiusi in casa, e poi con la mamma in quelle condizioni, la famiglia viveva ormai fra gli stenti e aveva dovuto mettere in vendita quel che di prezioso possedevano in casa. <<Mia moglie ha svenduto persino il suo abito da sposa e i gioielli che ha potuto. Io non pensavo di dover arrivare a dar via questo LP, che è un pezzo di storia della mia famiglia, ma ognuno deve fare quel che può e non so che altro fare per dar da mangiare ai miei figli. Questo maledetto Covid si sta portando via tutto quello che ho>> finì il racconto Marco asciugandosi una lacrima.

Lorenzo lo aveva ascoltato passivamente, quasi con sofferenza. A lui quella storia interessava poco: quel che contava era terminare l’affare e tornarsene a casa col suo bellissimo vinile originale del 1960 in tasca.
<< Mi dispiace molto per quel che mi ha raccontato. Sono tempi difficili per tutti. Speriamo che questa storia finisca presto.>> rispose brevemente per educazione, riducendo il tutto a queste poche parole di circostanza. << Immagino quindi che il prezzo non sia trattabile>> aggiunse poi.

Stranito da quelle parole, dopo essere rimasto un istante senza fiato Marco si riprese e gli disse <<No, mi dispiace. Mi trovo in seria difficoltà, il prezzo non è più di 1300€, ma di 1800€. Ho controllato e il solo LP ne vale almeno 2000; questo, poi, è pure autografato. E’ un prezzo più che onesto per un vero collezionista come lei.>>.
Visibilmente contrariato, Lorenzo protestò debolmente, poi però accese lo smartphone e avviò l’app di compravendita online dove aveva scovato quel piccolo tesoro. Pagò all’istante, chiese a Marco di verificare che l’operazione fosse andata a buon fine; quindi chiese che gli fosse consegnato il vinile. Marco glielo porse, trattenendolo fra le mani per un momento di troppo prima di cedere il prezioso cimelio familiare allo sconosciuto e insensibile Lorenzo, che rapidamente si alzò e, lasciati dieci euro sul tavolo per la propria consumazione, se ne andò senza aspettare il resto e salutando il desolato Marco con un <<E’ stato un piacere fare affari con lei. Le auguro di venir fuori da questa situazione.>>

Marco si sentiva pesante, gli risultava impossibile alzarsi dalla sedia su cui era rimasto per tutta l’ultima mezz’ora. Le sue membra erano così rigidamente immobili da iniziare a dolergli, ma non riusciva a spostarle e sembrava essere diventato un tutt’uno con la sedia, i suoi piedi, il terreno e la crosta terrestre, al punto da percepire il formarsi di vere e proprie radici.

Quando si riebbe, il resto dei dieci euro era arrivato da un pezzo e giaceva su un piattino accanto al bicchiere vuoto del tè freddo. Una per una, raccolse le monetine con repulsione e contemporaneamente con desiderio, bramando quel denaro ma pensando che, in fondo, si trattava di un’elemosina del ricco Lorenzo.

Era addolorato per aver perduto quel prezioso cimelio appartenente alla sua famiglia da sessant’anni, di cui suo nonno e suo padre andavano tanto fieri, ma negli ultimi mesi avevano davvero venduto quasi tutto quello che era vendibile in casa, e con la mamma malata e i bambini da crescere avevano ancor più bisogno di denaro.

... E poi Marco non si aspettava che Lorenzo il vinile lo comprasse davvero!
Aveva già incontrato altri tre acquirenti nei due mesi passati che però, commossi dalla storia legata a quell'oggetto e alla preghiera di tramandarla, gli avevano fatto delle donazioni - chi 500, chi 300, il terzo acquirente addirittura mille euro! - dicendogli che non avrebbe dovuto vendere quel disco così prezioso per lui.
Marco si era illuso che ci fosse ancora tanta altra gente di buon cuore e aveva continuato a mettere in vendita l’LP su altri portali. La possibilità che qualcuno lo acquistasse davvero dopo aver insistito per incontrarlo e avergli raccontato la sua storia strappalacrime iniziava a venire relegata in un angolo remoto e buio della sua mente, angolo che però dopo l’acquisto di Lorenzo divenne fin troppo ben illuminato.

Lentamente, infine, Marco si alzò dal tavolo.
Il cimelio di famiglia, quel vinile autografato del 1960 di Ornette Coleman che per tutta la sua infanzia era stato il supereroe della famiglia e aveva accompagnato il primo incontro dei suoi genitori, il primo ballo del suo matrimonio, i primi passi del suo secondo figlio e mille altri eventi emozionanti della sua vita, era ormai andato. In qualche modo quel fantastico jazzista lo aveva anche aiutato, da buon supereroe; ma adesso a lui non restava più alcuna eredità da tramandare, solo una triste storia e quel vile denaro, con il quale però avrebbe potuto dare respiro alla propria famiglia per un paio di mesi, sperando che presto lui e sua moglie avrebbero potuto trovare un lavoro che li aiutasse a tirare avanti.

Mentre si avviava tristemente verso casa, nella sua testa risuonava una canzone di Caparezza, che aveva visto a un concerto pochi anni prima, quando tutto sembrava già completamente in malora e nessuno immaginava di quanto si potesse invece peggiorare.

“sono un eroe…”

Come una cantilena ne ripeteva il ritornello a sé stesso, per farsi forza e fronteggiare la disperazione che gli attorcigliava le budella.

*“sono un eroe…” *

Pensava al volto dei suoi figli, a sua moglie, a ciò che avrebbe dato per loro.

“sono un eroe…”

Nella sua testa il ritornello della canzone si ripeteva e gli occhi gli si riempivano di lacrime dolorose pensando che, in fondo, quell’eroe era diventato lui.

“Né l'Uomo ragno né Rocky, né Rambo nè affini
Farebbero ciò che faccio per i miei bambini, io sono un eroe.
Sono un eroe, perché lotto tutte le ore.
Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere.
Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere.
Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere

Separatore 19.png

Da questo sito ho preso i prezzi e l’edizione del disco di cui parlo, che si trova qui
La vita di Coleman per sapere quando era stato in Europa l’ho leggiucchiata da wikipedia]( https://it.wikipedia.org/wiki/Ornette_Coleman)
Qui il testo completo della canzone di Caparezza “Eroe-Storia di Luigi Delle Bicocche”

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