Il cuoco esotico

in Discovery-it3 years ago

Questo racconto è stato scritto per partecipare a The Neverending Contest n°136 S1-P8-I3 di @storychain sulla base delle indicazioni di @serialfiller
Tema: Lago di Garda
Ambientazione: Viaggi nel tempo

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CC by-SA 2.0

Il cuoco esotico

Quel brutto temporale aveva colto la famiglia Simonelli del tutto impreparata. Il meteo non aveva previsto un tale acquazzone, arrivato senza preavviso mentre il cielo era azzurro e il sole sembrava senza fine. In pochi minuti, come fosse cosa convenuta, nubi nere si erano addensate sulle loro teste, mentre tuoni e fulmini brontolavano illuminando l’aria. La gita in barca sulle acque estive e azzurre del Lago di Garda era stata subito interrotta e i quattro avevano fatto rapido rientro in porto che già cadevano le prime grosse gocce.
Mentre la mamma e il papà si occupavano di fare dietro-front e radunare le loro cose, a Carolina e Mattia che si sporgevano dal parapetto per osservare i fulmini non ne era sfuggito uno un po’ strano, caduto sul lago non a zig zag ma a spirale e che aveva colpito in pieno un’altra barca proprio lì vicino alla loro. Nessuno però sembrava essersi fatto male, anzi, i personaggi lì a bordo proseguirono le loro manovre come nulla fosse, quasi che di quel fulmine a spirale non si fossero nemmeno accorti, mentre un uomo bizzarro che sembrava comparso dal nulla, tutto vestito elegantemente in maniera discordante con il luogo di villeggiatura in cui si trovavano, si guardava intorno senza prendere parte alle manovre di rientro. Incrociato lo sguardo attonito e incuriosito dei due ragazzini, lo strano uomo fece loro un sorriso e l’occhiolino mentre sollevava una mano per salutarli. Carolina e Mattia si guardarono fra loro e poi ricambiarono il saluto con la mano e molta perplessità.

Le due imbarcazioni rientrarono al molo nello stesso momento, e da quella colpita dal fulmine lo strano uomo elegante ne scese con un balzo leggero, tenendo una valigetta in una mano e con l’altra il cappello sulla testa. I bambini lo osservarono camminare sotto le prime gocce di pioggia con un’andatura simile a passi di danza, quindi sparì per i vicoli del paesino nella stessa direzione in cui anche loro e i loro genitori erano diretti. Tenendosi tutti e quattro per mano, la famiglia Simonelli si affrettò, con le borse mare sotto braccio e ai piedi le infradito, verso l’albergo vista lago che anche per quell’anno si erano concessi. Mezzi fradici, entrarono nella hall che il misterioso personaggio stava già finendo il suo check-in e ritirata la chiave si avviava alla sua stanza. Mentre l’ascensore si chiudeva alle sue spalle, ai due bambini parve che quell’uomo si girasse a guardarli con un mezzo sorriso sornione.

Rapido com’era arrivato, lo strano maltempo se ne andò via sparendo quasi come se non ci fosse mai stato e ciascuno poté tornare a godersi la vacanza. Era ormai pomeriggio inoltrato: troppo tardi per tornare in barca a prendere il sole, così la famigliola se ne andò un po’ a spasso per le vie del centro storico, facendo svagare i bambini prima di rientrare per la cena. Passeggiando lungo il molo, vicino al loro scafo, i bambini non poterono non riconoscere di nuovo quel signore, in canotta a righe rosse e pantaloncini, che fischiettando allegro usciva al largo per pescare (o almeno così sembrava, data la canna da pesca che con lui si portava).
Lo videro ancora durante la notte, fermo in barca nel bel mezzo del lago con la canna tesa, quando rientrati in albergo guardarono fuori dal balcone mentre la mamma leggeva loro una fiaba della buonanotte.

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<<Buongiorno signori Simonelli, come state stamattina?>> li salutò cordiali l’indomani l’addetto alle colazioni. <<Devo chiedervi un favore da parte del direttore: vi chiede di portare con voi un suo caro amico. E’ straniero e non conosce il lago, e sperava che voi lo portaste in gita oggi. Il direttore vi offre le prossime due notti al nostro hotel se acconsentite.>>
I genitori confabularono un po’ fra loro al sentire quella richiesta così strana: conoscevano da tempo il direttore, ma non avevano una tale confidenza da giustificare la strana richiesta. Due notti gratis in hotel, però, erano una buona offerta e infine acconsentirono a prendere con loro lo straniero, che non era ancora sceso a colazione. Mentre Carolina addentava un bel croissant burro e marmellata e il papà sorseggiava il suo caffè, si avvicinò al loro tavolo lo strano uomo del giorno precedente, tutto sorridente e vestito ancora una volta di tutto punto, cappello e valigetta in mano.
<<Buongiorno a voi, Signori Simoncelli!>> li salutò allegro <<Io sono Vlad, ho saputo che oggi verrò sul lago con voi! Molto lieto di fare la vostra conoscenza, sarà certamente una magnifica giornata.>>. Mattia, nel vederlo, si agitò sulla sedia, mentre a Carolina cadde il boccone di bocca. <<Ma tu sei l’uomo di ieri! Mamma, mamma: un fulmine rotante ieri ha colpito la sua barca e lui non si è fatto niente!>> esclamò Mattia. <<Ma no, tesoro, cosa dici? Non esistono i fulmini rotanti.>> corresse il papà distrattamente, senza badare alle parole del figlio. <<Molto bene, giovanotto, lieti di fare la sua conoscenza. Sarà di certo una piacevole giornata: partiamo fra mezz’ora, ma le consiglio di cambiarsi con qualcosa di più adatto a prendere il sole e fare un bagno se non vuol morire di caldo>> si rivolse a Vlad il papà. <<Oh no, sto bene così. Allora ci vediamo al molo!>> rispose salutando lo straniero, mentre già si avviava fuori dall’hotel precedendoli.

Vlad si rivelò una compagnia molto piacevole e un cuoco eccellente. Aveva portato con sé il pranzo per tutti, da lui stesso preparato usando i pesci freschi pescati durante la notte e misteriose “spezie speciali” provenienti dal suo paese che era “molto, molto lontano da lì”.
I bambini, dopo l’iniziale diffidenza, si divertirono a giocare con lui, ma nessuno riuscì a convincerlo a fargli fare un bagno nonostante il caldo e l’acqua cristallina. Come il giorno precedente, però, in maniera del tutto inaspettata le nubi si addensarono di nuovo nel primo pomeriggio e i fulmini ricominciarono a cadere. Infastiditi perché nemmeno stavolta il meteo ne aveva fatto cenno, la mamma e il papà si affaccendavano già per ritornare in porto quando accadde qualcosa di molto inaspettato. Un altro fulmine a spirale scese dal cielo verso la barca, e quanto più si avvicinava, tanto più il tempo attorno a loro sembrava rallentare fino a fermarsi, rendendo strani i movimenti della mamma e del papà. Solo Carolina, Mattia e Vlad sembravano non subire questo effetto, mentre se ne stavano seduti a guardare ciò che accadeva. <<Quando il raggio spirale toccherà la mia valigetta, sparirò.>> Annunciò Vlad col suo solito strano sorrisino. <<Solo voi ricorderete di avermi conosciuto, piccoli furbacchioni, ma un giorno sarò un sogno e sbiadirò anche dalla vostra memoria. Vi svelo un segreto: io vengo dal futuro! Sono un cuoco specializzato in cucina esotica e prendo i miei ingredienti da epoche diverse o mondi paralleli, anche se questo è un po’ proibito. Stanotte ho riempito la mia valigetta di bei pesciolini di lago di Garda 2017 che presto cucinerò al mio ristorante speciale. Sapete, da dove vengo io questo pesce è molto raro! Praticamente estinto!>>
Con lo sguardo di rimprovero Carolina gli chiese: <<Ma allora sei un uomo cattivo, come un bracconiere?>>. Aveva visto sul libro di scuola delle foto di rinoceronti col corno tagliato e letto di altre brutte cose che gente cattiva chiamata “bracconieri” facevano agli animali rari, quasi estinti. La domanda spiazzò Vlad, che fra tutte non si aspettava certo quella. Inarcò le sopracciglia, poi sorrise ancora: <<Chissà, chissà. Però cucino bene. Ecco il raggio: Ciao ciao bambini!>> e così come era apparso, scomparve, lasciando dietro a sé solo un vago ricordo nella memoria di due bambini che serbarono per tutta la vita una sincera repulsione per i bracconieri e i cacciatori.

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