Ricollegandomi all'articolo di qualche tempo fa' dove vi ho raccontato del casale di Vigna Santucci con questo nuovo articolo voglio approfondire ancor più la storia di Mentana il paese dove vivo a pochi km da Roma, un paese votato al commercio e all'agricoltura dove vi è stata una battaglia che rimarrà impressa nella storia del risorgimento italiano, così con i racconti dei nonni, fatti realmente accaduti e foto di monumenti, musei, ville e casali, vi porto nella storia di questo piccolo paese alle porte di Roma.
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Mentana (Castello e Palazzo Crescenzio)
Nell'ottobre 1867 Giuseppe Garibaldi organizzò una spedizione di volontari alla conquista di Roma. Confinato a Caprera dopo essere stato ferito sull'aspromonte(Calabria), diede ai suoi comandanti l'ordine di muoversi verso il Lazio. Il generale si sarebbe unito ai soldati in un secondo tempo e avrebbe guidato la marcia decisiva sull'Urbe. Sapeva di violare gli accordi tra Italia e Francia, ma era convinto che, davanti al fatto compiuto, Napoleone III non avrebbe scatenato una guerra contro l'Italia.
Garibaldi evase da Caprera il 19 ottobre e si unì ai suoi volontari nell'agro romano, mettendosi in marcia verso Roma. La chiave di volta del piano era la conquista di Monterotondo, da dove si controllano la via Salaria e la via Nomentana. In un primo tempo il generale decise di attaccare il 24 ottobre ma le guide scomparvero e il terreno fu reso fangoso dalla pioggia. La mattina del 25 ottobre Garibaldi decise l'attacco puntando alle due porte: Porta Romanav(unica porta tutt'ora in piedi, chiamata adesso Porta Garibaldi) e Porta Ducale.
Monterotondo (Porta Romana)
Le colonne di Eugenio Valzania e di Caldesi attaccano Porta Romana, ma vennero respinte dopo un fitto fuoco di fucileria. Anche la colonna di Mosto fallì l'attacco a Porta Ducale. Dopo due nuovi attacchi a Porta Romana, guidati dal figlio Menotti, Garibaldi decise un attacco notturno. I garibaldini spinsero un carro pieno di zolfo sulla porta incendiandola, poi, dopo aver cannoneggiato la porta, attaccarono. Gli attaccanti lanciarono un altro carro in fiamme sull'ingresso del castello, che alla fine venne preso.
Nonostante la vittoria Garibaldi subì perdite considerevoli, ma continuò la marcia verso Tivoli per sciogliere la legione, essendo fallita la presa di Roma per la mancata insurrezione dei romani.Il 29 ottobre i garibaldini entrarono a Mentana e occuparono il casino di Villa Paribeni un tempo proprietà Cicconetti.
(Villa Paribeni)
Villa Paribeni si vide scenario della memorabile battaglia di Mentana del 3 novembre 1867, ove si svolse una delle più eroiche fazioni di quella memorabile giornata, qui fu trasportato il maggiore Martinelli, ferito nell’assalto di Monterotondo.Anche Garibaldi la mattina del 2 novembre si porta a Mentana spingendosi, sembra, fin verso Monte Gentile sulla Nomentana, per visitare le posizioni occupate dai suoi volontari e riconoscere la strada per Tivoli, i suoi comandanti lo informano che sono state avvistate dei battaglioni di papalini in marcia verso di loro direzione Mentana per ostacolare loro la strada verso Tivoli. Tornando indietro sale sul colle di Vigna Santucci nell'attuale casale ancora oggi esistente dove con i suoi comandanti studia i piani per la battaglia dell'indomani.
(Arco e Casale Vigna Santucci)
Venne poi invitato a visitare Casa Cicconetti, dove si trovava il maggiore Cesare Martinelli ferito gravemente ad una gamba,per verificarne le sue condizioni.Quindi, verso il tramonto,fa ritorno a Monterotondo e la sera emana gli ordini per la partenza da eseguirsi nelle prime ore del giorno 3 novembre.Durante la battaglia il Casino fu uno dei punti dove la lotta diventò più cruenta.Un gruppo di garibaldini vi si asserragliò e tenne testa lungamente agli antiboini che strisciando nella vigna sottoposta mantenevano un fuoco micidiale. Molti furono i garibaldini che vi furono uccisi e dalle finestre da dove si affacciavano per sparare si accavallavano i morti dai quali coperti continuavano la difesa i compagni. La famiglia Cicconetti ha conservato tutti i ricordi della difesa.E sui muri sono mantenuti i buchi delle palle papaline e restano ancora allo stesso posto i quadri bucati dai proiettili. Qualche visitatore dell’epoca, racconta che sui pavimenti si vedevano ancora le chiazze del loro sangue eroicamente versato per Roma capitale, ma le perdite piu' consistenti tra i garibaldini si ebbero sulla collina di Vigna Santucci.La sera del 4 novembre 1867 il generale De Failly era ormai divenuto padrone assoluto di Mentana ed aveva posto al villino della Rocca il suo quartier generale. I signori Cicconetti, rientrando nelle loro case, vi trovarono il generale francese col suo stato maggiore e, in una camera attigua, custodito da due sentinelle, il Maggiore Martinelli in gravissime condizioni. Sulla ferita della coscia destra, in mancanza di tamponi, il chirurgo militare francese, aveva usato un grosso turacciolo di botte.Era sereno nonostante il dolore,l’eroe chiese solo ai nuovi visitatori di essere messo su di un letto; ciò che venne fatto con amorevole sollecitudine. Ma un’ora dopo, aggravandosi sempre più, il Martinelli chiamò il giovane signor Cicconetti, gli strinse la mano e spirò. La sciabola e la camicia rossa del prode furono prese da due ufficiali francesi,e la camicia toccò precisamente ad un tenente Dieu, morto poi nella guerra franco-prussiana. In una borsa, il Martinelli lasciava alcuni rotoli di napoleoni che il signor Cicconetti rimise al sindaco di Mentana, perché consegnasse il tutto alla famiglia dell’estinto. I visitatori che vennero a Mentana negli anni successivi, annotano anche che al villino Cicconetti si conservava il tavolo ove burbanzoso il De Failly accettò i patti di resa del Castello, da lui slealmente infranti, e dove scrisse il famoso dispaccio delle meraviglie dei fucili chassepots che contribuirono notevolmente nella vittoria sui garibaldini. Nella vigna, in una valletta, ebbero tomba promiscua i caduti, le ossa dei quali furono estratte da una grossa fossa nel 1877, allorquando con il discorso di Benedetto Cairoli s’inaugurava l’Ara-Ossario disegnata dall’ing. Augusto Fallani e costruita con le donazioni di tutta Italia.Il sacrificio dei volontari garibaldini non fu inutile perché 3 anni dopo precisamente il 20 settembre 1870 i bersaglieri entrarono a Roma tramite la breccia di Porta Pia così Roma fu annessa al Regno d'Italia mettendo fine al potere temporale dei Papi.
Scalinata dell'Ara Ossario e Murales della battaglia designato dall'artista mentanese Giancarlo Ruggeri.
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Ara Ossario
Museo Garibaldino
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Fonti: Wikipedia
Roberto Tomassini(Storico Mentanese)
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Grazie per averci fatto scoprire queste curiosità su Mentana, ci passo spesso vicino, ma non mi sono mai fermato. Sarà un motivo per farlo!