Stavo scrivendo un post sul presunto dietrofront dell’OMS in merito alla questione asintomatici, ma continuo a essere interrotto dalle notifiche riguardanti alcuni post sull’imbarazzante servizio de Le Iene riguardo i conflitti di interessi del prof. Roberto Burioni durante questa pandemia.
Per chi non avesse seguito la vicenda, i grandissimi ed onestissimi giornalisti de Le Iene (gli stessi che supportavano Stamina, per intenderci) in collaborazione con CODACONS hanno accusato il professore di conflitto di interessi in merito alle sue apparizioni TV di questi mesi e ai reiterati riferimenti ad una eventuale terapia anti COVID-19 a base di anticorpi monoclonali; Burioni, infatti, è titolare di diversi brevetti riferiti proprio a queste “molecole”.
Secondo la confusa e disonesta narrazione dei fatti, Burioni avrebbe più volte screditato altre terapie come quella del plasma, per promuovere l’uso proprio degli anticorpi monoclonali, mirando ad ottenere un vantaggio per sé e per l’azienda in cui ricopre il ruolo di consulente scientifico.
Da un punto di vista tecnico, Burioni è effettivamente titolare di numerosi brevetti per anticorpi monoclonali, tutti pubblici e tutti verificabili nei diversi database WIPO, anche tramite Google Patents. Nessuno di questi brevetti è stato depositato in anni recenti, e nessuno è riconducibile a eventuali terapie anti-COVID. È chiaro quindi che, ad oggi, le affermazioni di Burioni sono unicamente a titolo informativo, e coltivano la speranza che qualcuno nel mondo riesca a sviluppare degli anticorpi monoclonali nel più breve tempo possibile. Gli stessi anticorpi già brevettati non sono ancora in commercio, e non lo saranno ancora per diversi anni; è quindi impossibile trarne oggi un beneficio economico.
Viene inoltre contestata la sua vicinanza a case farmaceutiche che producono vaccini. Ma onestamente non riesco a comprendere cosa ci sia di così sorprendente nel constatare che un medico convinto sostenitore dei vaccini possa partecipare, dietro compenso regolarmente fatturato, a dei convegni sul tema. La vicenda sembra ancora più surreale se consideriamo che nel 2016 proprio CODACONS aveva denunciato il senato e Pietro Grasso per aver bloccato la diffusione di un documentario no-vax.
Da un punto di vista puramente scientifico, invece, Burioni ha sempre riportato i fatti per come descritti dalla letteratura scientifica contemporanea.
Per quanto riguarda la terapia col plasma, il primo lavoro serio e peer-reviewed a riguardo risale al 2 giugno; fino ad allora avevamo solo blande indicazioni derivanti da osservazioni cliniche parziali o non soggette a controllo. Nel caso di Mantova, per esempio, non veniva chiarito se la terapia fosse “accompagnata” dall’uso di altri farmaci, ed era per tanto difficile stimare la reale efficacia del trattamento in assenza di un controllo appunto.
Allo stesso modo, non disponendo di farmaci specifici contro il SARS-CoV-2, l’intera comunità scientifica è concorde nell’affermare che la miglior strada percorribile in questo momento è proprio quella dello sviluppo di anticorpi monoclonali, disponibili in modo pressoché illimitato. La medicina di oggi non è ancora riuscita a sviluppare antivirali completamente efficaci e privi di effetti collaterali, e la possibilità di sviluppare anticorpi neutralizzanti diretti specificatamente contro un determinato virus è, senza ombra di dubbio, l’arma migliore.
Cosa avrebbe dovuto fare quindi Burioni? Tacere riguardo la miglior arma a nostra (futura) disposizione, perché a sua volta impegnato nello sviluppo di farmaci simili? Mi sembra un po’ assurdo.
Sia Le Iene che CODACONS fanno allora notare come, prima di parlare degli anticorpi monoclonali, sarebbe stato opportuno un breve disclaimer attraverso cui precisare che lui stesso era impegnato nello sviluppo di queste molecole. Ma, tralasciando il fatto che proprio all’interno del programma TV oggetto della contestazione Burioni aveva raccontato quello che è il suo lavoro, ritengo che sia sufficientemente risaputo quale sia la sua principale occupazione, e tutte le informazioni sono agevolmente reperibili anche online. La disinformazione di alcuni non può tradursi in colpa per altri.
Questo servizio di gran giornalismo segue con qualche giorno di ritardo un’altra inchiesta spazzatura proprio su Burioni, pubblicata da L’Espresso (ancora per intenderci, gli stessi che misero alla gogna la dottoressa Ilaria Capua), in cui si evidenziavano i compensi da lui ottenuti per delle consulenze fornite a aziende private. Compensi regolarmente ricevuti e dichiarati per aver svolto un servizio, liberamente richiesto da privati cittadini.
Anche in questo caso si fatica a trovare cosa ci sia di scandaloso nel fatto che un professionista si faccia pagare, anche a caro prezzo, per svolgere il suo lavoro. Trattandosi poi di aziende private nessuno ha facoltà di recriminare su quanto queste siano disposte a spendere per aggiudicarsi la consulenza della persona che ritengono più adeguata.
Penso che quello che sta accadendo nel nostro paese (ma anche altrove) sia estremamente preoccupante. La conoscenza e l’esperienza vengono ormai considerate una colpa, qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi. Chi si fa strada nel mondo con la fatica e l’impegno viene considerato una mela marcia, mentre si esaltano la furbizia e la mediocrità.
Questo, seppur amaro, è ancora tollerabile. Diviene più difficile quando, ad attaccare, sono figure dotate di una certa visibilità (e quindi anche di una certa responsabilità), che dovrebbero tutelare i cittadini, e non raggirarli. E diviene insopportabile quando le istituzioni di un paese ormai malato fino al midollo non fanno nulla per fermare questo scempio, per punire i responsabili di questi atti e, soprattutto, per proteggerne le vittime.
Non lamentiamoci poi per la fuga dei cervelli all’estero, e non mentiamo a noi stessi. I cervelli non scappano per motivi economici, ma perché questo paese attacca e sfinisce i meritevoli, a favore degli inetti.
Il prof. Burioni forse non scapperà dall’Italia, come invece ha giustamente scelto di fare la dottoressa Capua; ma ha comunque deciso di limitare la propria attività su social e TV. Questa è una grande sconfitta per tutti, anche per quelli che non lo sanno e pensano di aver vinto. Perché al di là delle tifoserie, la scienza ridotta al silenzio dagli incompetenti è una Caporetto per la nostra società.
Credo di non aver mai nascosto, fin dalle battaglie contro i no-vax, la mia grande stima e simpatia nei confronti del prof. Burioni. È una persona che mi piace e, se devo essere sincero, mi piacciono anche i suoi modi bacchettoni nei confronti di chi spara stupidaggini sul web seminando panico e disinformazione. L’ho visto moltissime volte cercare di rispondere con educazione e pazienza a domande e commenti vari, ma l’ho visto anche molte volte arrabbiarsi e far valere la conoscenza davanti agli irrecuperabili.
Penso che abbia avuto il grandissimo merito di essere, almeno qui in Italia, tra i primi “scienziati famosi” a mettersi in gioco in quel mare di schifezza che sono i social, cercando di fare corretta informazione. Qualcuno potrà contestargli i metodi talvolta utilizzati, ed è giusto così, ma bisogna oggettivamente riconoscere che ha svolto un servizio importante, e che ha spinto molti a fare lo stesso.
Ma il motivo principale per cui ho deciso che, per me, poteva essere una persona interessante da seguire è il suo modo chiaro ed estremamente scientifico di comunicare. Ritengo infatti che le sue affermazioni siano quasi sempre ben motivate e documentate da un punto di vista scientifico, per quelli che sono i miei standard; trovo inoltre molto onesto l’approccio che utilizza nell’esporre sue idee e opinioni, sottolineandone sempre la soggettività. Credo che le parole scritte da Dario Bressanini su Twitter qualche giorno fa esprimano perfettamente questo concetto:
Uno scienziato NON è un veggente. Ora è tutto un "ve l'avevo detto io!" Ma se hai tirato a caso senza supporto di studi scientifici HAI COMUNQUE SBAGLIATO anche se ci hai beccato (e magari oggi ci si scorda delle previsioni errate). La scienza non funziona così mi spiace.
Personalmente spero che ci ripensi, professore, e che nel più breve tempo possibile torni a combattere insieme a noi sui social. Ma capisco a pieno la sua scelta e credo che, probabilmente, sia la cosa migliore.
Un abbraccio da tutto il team di SpaghettiScience.
Situazione molto controversa! Vedremo come andrà a finire...
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