Ciao Pou! Di brani ne ho mille in testa… il mio cervello produce musica anche quando dormo, se avessi più tempo di questi video ne farei uno al giorno. Poi magari lavorerei sopra a quello che riceve più consensi
Il tempo, sempre la solita grivia, purtroppo. Peccato che l'arte non paga per poterci mantenere una famiglia (o quantomeno non paga a sufficienza, dato che il web sta dando i ben meritati colpi gobbi a case discografiche e editrici: fino a una ventina di anni fa era impensabile cavare un ragno dal buco dalle attività artistiche, a scanso di seguire una carriera da concertista -proibitiva per i più, dato che costa più che studiare medicina e lavorare e studiare è impensabile, a patto di rovinarsi la carriera- oppure d'insegnante di disegno, storia dell'arte e lettere -queste ultime carriere molto più aboordabili di quelle musicali o artistiche tout court-). Per questi risultati dobbiamo ringraziare una cultura nemica delle arti. Un ragazzo marchigiano mio lettore (è iscritto a hive) mi ha detto che nella sua regione le materie umnistiche sono disprezzate per tratto culturale, mentre invece i ragazzi sono spronati a iscriversi a corsi di laurea che secondo luoghi comuni produrrebbero belle carriere ben pagate (Economia e Commercio, ingegneria, medicina -ok, su quest'ultima non si discute che è fortunato chi riesce a perseguirla-). Ora, se sei un economista in Piemonte, meglio ancora nel tringolo malefico Alessandria-Asti-Torino, intanto faresti meglio a emigrare, perchè se non sei imparentato con un politico non trovi nemmeno da lavare cessi (anzi, ti tirano fuori la scusa che sei troppo qualificato, ma appunto è la solita banale scusante dei centri per l'impiego per non raccontarti che loro assumono a comando politico o al massimo si possono permettere di impietosirsi di chi ha solo la licenza media). Se sei un ingegnere, idem, ma comunque al massimo trovi lavori a progetto sicuramente mal pagati. Se sei un medico, invece, sei a cavallo, perchè non resti mai disoccupato nemmeno nelle peggiori città pimontesi. Idem se hai studiato discipline umanistiche e corso dietro alla carriera dell'insegnamento, anche se in questo caso non guadagnerai nemmeno laa metà rispetto a un medico. Sempre e quando i tuoi genitori (o lo stesso pargolo) non fossero fautori del mito de la fabrichetta, perchè in tal caso la tua scelta obbligata è (o era, i miei tempi lo era eccome) il posto in fabbrica da operaio subito dopo la terza media.
Bellissimo questo spaccato dell’Italia. Qui in Romagna alcuni falsi miti non ci sono più. Purtroppo per l’arte è dura. Quando non gira l’economia tira una brutta aria anche per l’arte
Ciao Pou! Di brani ne ho mille in testa… il mio cervello produce musica anche quando dormo, se avessi più tempo di questi video ne farei uno al giorno. Poi magari lavorerei sopra a quello che riceve più consensi
Il tempo, sempre la solita grivia, purtroppo. Peccato che l'arte non paga per poterci mantenere una famiglia (o quantomeno non paga a sufficienza, dato che il web sta dando i ben meritati colpi gobbi a case discografiche e editrici: fino a una ventina di anni fa era impensabile cavare un ragno dal buco dalle attività artistiche, a scanso di seguire una carriera da concertista -proibitiva per i più, dato che costa più che studiare medicina e lavorare e studiare è impensabile, a patto di rovinarsi la carriera- oppure d'insegnante di disegno, storia dell'arte e lettere -queste ultime carriere molto più aboordabili di quelle musicali o artistiche tout court-). Per questi risultati dobbiamo ringraziare una cultura nemica delle arti. Un ragazzo marchigiano mio lettore (è iscritto a hive) mi ha detto che nella sua regione le materie umnistiche sono disprezzate per tratto culturale, mentre invece i ragazzi sono spronati a iscriversi a corsi di laurea che secondo luoghi comuni produrrebbero belle carriere ben pagate (Economia e Commercio, ingegneria, medicina -ok, su quest'ultima non si discute che è fortunato chi riesce a perseguirla-). Ora, se sei un economista in Piemonte, meglio ancora nel tringolo malefico Alessandria-Asti-Torino, intanto faresti meglio a emigrare, perchè se non sei imparentato con un politico non trovi nemmeno da lavare cessi (anzi, ti tirano fuori la scusa che sei troppo qualificato, ma appunto è la solita banale scusante dei centri per l'impiego per non raccontarti che loro assumono a comando politico o al massimo si possono permettere di impietosirsi di chi ha solo la licenza media). Se sei un ingegnere, idem, ma comunque al massimo trovi lavori a progetto sicuramente mal pagati. Se sei un medico, invece, sei a cavallo, perchè non resti mai disoccupato nemmeno nelle peggiori città pimontesi. Idem se hai studiato discipline umanistiche e corso dietro alla carriera dell'insegnamento, anche se in questo caso non guadagnerai nemmeno laa metà rispetto a un medico. Sempre e quando i tuoi genitori (o lo stesso pargolo) non fossero fautori del mito de la fabrichetta, perchè in tal caso la tua scelta obbligata è (o era, i miei tempi lo era eccome) il posto in fabbrica da operaio subito dopo la terza media.
Bellissimo questo spaccato dell’Italia. Qui in Romagna alcuni falsi miti non ci sono più. Purtroppo per l’arte è dura. Quando non gira l’economia tira una brutta aria anche per l’arte
Beati voi (comunque le Marche restano pur sempre più beate del Piemonte😁).