Da anni rinunci ad abbronzarti? La tua pelle è chiara e dopo una minima esposizione al sole diventa rossa? Da oggi puoi crogiolarti al sole senza timore di scottarti
Alcune persone riescono a scottarsi anche solo stando sotto un ombrellone in spiaggia. Altri addirittura esponendo le spalle al sole primaverile mentre sono in un parco oppure nell’orto di casa. Alcuni invece si riempiono di macchie oppure non riescono ad ottenere una abbronzatura uniforme. L’esposizione al sole in costume e con la maggior parte della pelle
esposta ai suoi raggi benefici è una cosa di importanza vitale. Con l’arrivo dei raggi solari (UVB) sulla pelle, un derivato del colesterolo che si chiama 7-diidrocolesterolo diviene prima colecalciferolo (calciolo), ovvero Vitamina D3, arriva al fegato che la converte in 25-idrossivitamina D, il calcidiolo per poi essere trasformata dal rene nella forma attiva chiamata calcitriolo ovvero 1,25-idrossivitamina D . Pare dunque evidente che ridurre la sintesi epatica di colesterolo con farmaci come le statine può sbilanciare la produzione di questo vitale ormone. La Vitamina D ha molti ruoli nel corpo, non solo quello noto di rimodellare le ossa attivando osteoclasti e osteoblasti ma modula la crescita cellulare, possiede funzioni immunitarie e neuromuscolari, riduce l’infiammazione. Praticamente ogni tessuto umano ha recettori per la Vitamina D. Molti geni del DNA nucleare che codificano la proliferazione, la differenziazione e l’apoptosi cellulare sono in buona parte regolati dalla vitamina D1. Studi si animali e dati di tipo epidemiologico suggeriscono che lo stato della Vitamina D nel sangue ha uno stretto rapporto col rischio di cancro. Molti studi ormai hanno messo
in evidenza il ruolo della Vitamina D nella prevenzione del cancro . Protegge dal cancro e da molte tra le più terribili patologie croniche come l’artrite e la Sclerosi Multipla tra le altre . Il livello di questa Vitamina nel sangue determina anche la possibilità di ottenere un’abbronzatura perfetta ed uniforme durante l’esposizione al sole. Ma, se siamo all’inizio della stagione e il valore della Vitamina D3 non è adeguato perché non abbiamo assunto un integratore durante i lunghi mesi invernali e vogliamo evitare una dannosissima scottatura, una crema solare o evitare l’esposizione sono davvero l’unica via di salvezza? oppure se vogliamo comunque amplificare il risultato fino ad ottenere una abbronzatura ‘incredibile’ e mai avuta, un prodotto come un olio abbronzante è assolutamente necessario? Rappresenta l’unica opzione possibile?
Innanzitutto, oltre all’assunzione di integratori di vitamina D3, correggere la dieta aumentando l’introduzione di antiossidanti resta la prima e più importante cosa da fare per difendere la pelle dal rischio di scottatura. Anche sapere come esporsi, in quale orario permettere ai raggi solari di irradiare la nostra pelle ha una importanza determinante. Per non parlare dei danni, quantificabili in rischi di cancro alla pelle, sono prodotti proprio dalle creme protettive prodotte con filtri chimici. L’uso dei filtri solari chimici è assolutamente da evitare, più avanti dirò perché. Ci sono molti modi per evitare di scottarsi- evitando di soggiornare al sole per lungo tempo (in rapporto alla propria pelle), mantenendo gli abiti addosso, utilizzando dei filtri solari naturali. Solo quando nessuna delle tre possibilità può essere una opzione, e si fosse obbligati a soggiornare al sole per lungo tempo, allora e solo allora, in via eccezionale, consiglio di usare il filtro solare fisico, mai chimico. Praticamente la quasi totalità dei filtri solari sul mercato contiene sostanze chimiche tossiche come per esempio l’ Octinoxate (Octyl Methoxycinnamate) che viene usato per impedire l’ingresso dei raggi UVB nella pelle. Quasi ogni filtro solare lo contiene eppure è stato provato essere dannoso per
il sistema riproduttivo, uditivo e per lo sviluppo neurologico peri e post natale nei ratti . Ma le mamme lo spalmano sulla pelle dei loro bambini inconsapevolmente…. Tra l’altro senza nemmeno proteggere la pelle umana esposta al sole dai danni al DNA nonché trattasi di distruttore endocrino con attività estrogenica e rischio di tumore al seno nei topi . Proprio la sostanza ideale da spalmare sulla pelle dei bambini soprattutto. Ovvio che le mamme ne siano inconsapevoli ma spalmare queste creme solari sulla pelle dei loro figli e poi esporli al sole potrebbe veramente essere molto più pericoloso che l’esposizione al sole in sé. Come non ricordare anche l’ Avobenzone o Butyl Methoxydibenzoylmethane? filtro UVA stavolta. Al contatto con i raggi UV del sole, si scompone in prodotti chimici sconosciuti e potenzialmente dannosi, soprattutto se in presenza (nella crema) di Octixonate e, tra l’altro, stimolatore della produzione di radicali liberi foto indotta , quindi del danno da invecchiamento cellulare da stress ossidativo nonché il rischio di alterare il DNA della pelle cioè il contrario di ciò che un filtro solare si propone di fare. Insomma, guardate l’etichetta del filtro solare che avete in casa e, se contiene questo elenco di sostanze con il nome molto impronunciabile e preoccupante, cambiate prodotto, anche perché queste sostanze tossiche vengono assorbite dagli strati profondi della pelle ma vengono ritrovate anche nelle urine .: Octinoxate o Octyl Methoxycinnamate, Benzophenone-3 o Oxybenzone, Octisalate, Avobenzone o Butyl Methoxydibenzoylmethane, Octocrylene, Homosalate, Esulizole o Phenilbenzimidazole Sulfonic Acid, Padimate-O o Octyl-Dymethyl PABA/PABA ester, Sulisobenzone o Benzophenone-4, 4-Methylbenzylidene camphor, triclosan e i parabeni.
Ma cosa può fare invece una persona che voglia approfittare della benefica esposizione ai raggi UVB ed ottenere la massima produzione possibile di Vitamina D senza però aumentare il rischio di danno da UV? Oltre alla produzione di Vitamina D infatti, l’esposizione ai raggi solari provvede ad innumerevoli altri benefici effetti non connessi con la produzione di Vitamina D secondo un studio pubblicato su Dermato-Endocrinology . Parecchie malattie ella pelle come la psoriasi, la vitiligine, le dermatiti atopiche e la sclerodermia, possono essere trattate con l’esposizione ai raggi solari (elioterapia) o artificiali (fototerapia) . L’esposizione ai raggi UV può arrivare a sopprimere I sintomi della Sclerosi Multipla con un meccanismo indipendente dalla sintesi di Vitamina D . Oltre a ciò, I raggi UV generano Ossido Nitrico, un radicale libero, utile nella regolazione del tono muscolare arterioso il cui effetto è quello di ridurre la pressione e dare generalmente una protezione cardiovascolare. L’Ossido Nitrico indotto dai raggi UV inoltre funziona da neurotreasmettiroe e da agente antimicrobico (come tutti I radicali liberi). In fine, l’esposizione ai raggi UV migliora il tono dell’umore attraverso il rilascio di endorfine. Evitare di esporsi al sole sembra inoltre aumentare il rischio di malattie mortali mentre l’esposizione al sole riduce il rischio di obesità e di rischi di tipo cardiovascolare . Il Melanoma è paradossalmente più frequente tra I lavoratori degli uffici che tra le persone che lavorano all’aria aperta con grande esposizione ai raggi UV . L’esposizione continuativa al sole (dunque in accordo con la storia dell’uomo ancestrale) riduce o ritarda lo sviluppo del melanoma , anche se nessuno lo sa. Tanto è vero che l’esposizione al sole per molti giorni, come durante le vacanze, non è associata ad un aumentato rischio di melanoma ed addirittura sembra proteggere e persino la ripetuta esposizione al sole nei we produce lo stesso effetto protettivo nei confronti di alcuni tumori . E ancora, le attività all’aria aperta e in pieno sole, ma senza che ci siano eritemi, la vera causa del danno da radiazioni UV, nei ragazzi è associata al minor rischio di sviluppare melanoma. Insomma, se fatta con le dovute precauzioni ed evitando le scottature, pare proprio che l’esposizione ai raggi UV non solo sia innocua ma addirittura benefica (come è ovvio che sia dato che l’uomo nasce all’equatore terrestre e del sole non si è mai preoccupato, fino all’avvento dei dermatologi).
Ogni volta che i raggi ultravioletti A (UVA) e B (UVB) colpiscono la nostra pelle, essa si organizza dando il via ad una sequela biochimica che conduce alla produzione di un pigmento scuro, detto Melanina, che serve da scudo protettivo di tipo fisico all’ingresso in profondità dei raggi UVA che colpiscono la superficie corporea. In alcuni soggetti, questa catena di montaggio chimica è carente, poco attiva o poco efficiente ed allora, prima che il corpo si attivi e assembli questa barriera fisica, la pelle stessa viene colpita inesorabilmente e reagisce con arrossamento o scottatura segnalando dunque che i raggi dannosi sono arrivati in profondità. L’arrossamento della cute, dunque, rappresenta il meccanismo ‘infiammatorio’ che la pelle utilizza per segnalarci che l’esposizione al sole deve interrompersi, pena danni gravi alla stessa cute. Entrando un po’ di più nei dettagli, dobbiamo sapere che ci sono 3 fasi nel meccanismo dell’abbronzatura: la fase dell’immediata colorazione del pigmento (IPD), la persistente colorazione del pigmento (PPD) e l’abbronzatura tardiva (DT) . L’IPD si innesca nei primi minuti dell’esposizione ai raggi UVA, e svanisce entro poche ore . La PPD appare dopo ore di intensa esposizione agli UVA e permane per giorni o settimane mentre la DT si sviluppa nell’arco di 3–7 giorni dopo l’esposizione agli UVB e resta per settimane . Il meccanismo con cui I raggi UVA e UVB producono l’abbronzatura è differente. Gli UVA inducono IPD e PPD attivando l’ossidazione di Melanina già sintetizzata o dei suoi precursori melanogenici e da il via al processo attraverso la produzione di radicali liberi essendo l’ IPD dipendente dalla presenza di ossigeno. La PPD è in parte dovuta allo spostamento dei melanosomi verso la superficie cutanea . Le persone con la pelle più chiara (tipo 1) di solito non arrivano alla terza fase, mentre la IPD e la PPD sono più presenti nelle persone con la pelle media e scura . La DT, invece, è stimolata da raggi UVB ed è prodotta dalla sintesi di melanina nei melanociti, le cellule deputate alla produzione di questo pigmento. Dopo che viene prodotta, la melanina si distribuisce ai vicini cheratinociti. Sebbene l’abbronzatura indotta dai raggi UVA e UVB sia virtualmente indistinguibile, solamente quella indotta dagli UVB è di tipo benefico e protettivo essendo in ultima analisi uno straordinario ed efficiente scudo protettivo nei confronti dei danni al DNA dei cheratinociti e verso l’eritema fotoindotti dai raggi UVA e dai radicali liberi che questi scatenano. La colorazione della pelle indotta dai raggi UVA non coinvolge la produzione di nuova melanina né è di tipo fotoprotettivo , anzi. Quindi la maggior parte dello stimolo all’abbronzatira, benefica e protettiva deve venire dai raggi UVB.
Descrizione
Ma se ci fosse un modo per rendere più efficiente il meccanismo fisiologico di protezione della pelle? Se ci fosse un modo per preparare la pelle all’esposizione solare in modo che sia pronta a produrre questa barriera protettiva conosciuta come ‘abbronzatura’? Se fosse possibile prolungare l’abbronzatura e potenziarla fino a livelli mai raggiunti in chi già si abbronza facilmente? Se fosse possibile evitare le scottature e dare un colore bello in chi ha addirittura il terrore di stare sotto l’ombrellone? Circa 50 anni fa, ma ormai è cosa nota anche alla Ricerca più recente , un pioniere nell’uso di minerali e integratori, membro della Facoltà di Medicina della Johns Hopkins University Medical School, il Dr. John Myers, ci ha dato la conoscenza sulla via metabolica di sintesi della Melanina, il pigmento che la cute sintetizza per proteggersi in primo luogo dai raggi UVA. Egli sviluppò infatti un modo del tutto naturale per permettere ad un individuo di sostare più a lungo al sole senza scottarsi. Il Dr. Myers infatti scopri che la Melanina viene prodotta partendo dalla Tirosina, un aminoacido non essenziale, ovvero che può essere prodotto all’interno dell’organismo umano. Lui sperimentò con grande successo che la supplementazione di tirosina è in grado di aiutare il corpo a produrre melanina, che a sua volta induce una abbronzatura più rapida e più marcata aiutando nel contempo a proteggere la pelle dalla scottatura e dall’eritema caratteristico e dannoso. La conversione della tirosina in melanina richiede alcuni enzimi che, per poter svolgere il loro ruolo, richiedono la presenza di alcuni micronutrienti come la Vitamina C, la vitamina B6 (Piridossina) ed il rame. In effetti, l’assunzione orale di un integratore che comprenda tutti i micronutrienti specifici, produce proprio gli effetti voluti. Il mio consiglio è di assumere l’integrazione dieci giorni prima dell’inizio dell’esposizione al sole continuando per tutta la durata della ‘vacanza’ ed in ogni occasione in cui, a bordo piscina o in altre situazioni, ci sia una esposizione di parti ingenti del corpo al sole prolungata. In questo caso, vi accorgerete che l’esposizione sarà più prolungata e l’abbronzatura come mai prima nella vita.
Tutti i micronutrienti importanti nella sintesi ‘rapida’ al bisogno di melanina, sono stati da me personalmente combinati in una capsula in modo che sia assolutamente facile da assumere, il cui nome è Tan-Plus, acceleratore di abbronzatura. Gli ingredienti Tan-Plus sono stati pensati appositamente per ridurre significativamente il rischio di cancro della pelle da esposizione del sole. Infatti la presenza di antiossidanti come la Vitamina E e la C, per esempio, riduce l’attacco di radicali liberi dovuti all’assorbimento cutaneo di raggi UVA e poi la rapida produzione di melanina, agendo come filtro fisico, impedisce agli stessi raggi UVA di penetrare in profondità e di produrre alte temperature dannose per il nucleo cellulare. La Cisteina inoltre è il precursore dell’enzima SOD, il più potente enzima antiossidante di cui disponiamo nel corpo. Naturalmente, andranno poste tutte le attenzioni possibili durante l’esposizione al sole per impedire, finché l’abbronzatura non avrà incominciato a proteggere la pelle, devastanti scottature. Quindi una corretta igiene all’esposizione è d’obbligo. Per esempio va attuata una esposizione gradualmente crescente nei primi giorni e utilizzare, soprattutto nei punti più delicati, una crema con filtri fisici (che contenga zinco) e assolutamente evitare creme protettive con filtri chimici, che contengono derivati del petrolio, profumi e molte altre sostanze tossiche. L’esposizione inoltre, per garantire la benefica produzione di vitamina D, deve avvenire nella fascia oraria in cui i raggi UVB arrivano sul nostro pianeta, quindi tra le 10.00 e le 15.00 indicativamente. Una buona norma è quella di stare ben coperti (la faccia dovrebbe essere esposta solo indirettamente al sole) prima delle 10 per poi gradualmente abituarsi all’esposizione al sole e dalle 15 in poi tornare a coprirsi. Evitate, inoltre, costosi e quantomeno inutili prodotti a base di carotene, pigmento provitaminico che colora la pelle ma senza dare la 'vera' abbronzatura fisiologica che il corpo richiede in risposta all'esposizione solare.
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