Più di 3 anni. Tanto è passato da quell'avventurosa vacanza in Kenya, tra natura selvaggia, savana, Masai, improponibili strade. Un paio di mesi prima che il mondo cambiasse per sempre, un'isteria di massa sulle cui cause e motivazioni possiamo solo speculare, forse ce lo dirà la storia un giorno chi avrà avuto ragione.
E a parte una visita veloce nel dicembre 2021 in Repubblica Dominicana, uno dei pochi paesi che, forse per necessità, viveva il panico del resto del mondo come un qualcosa di lontano nel tempo e nello spazio, sembrava finita l'era dei viaggi selvaggi, per cui a volte sembra più facile raggiungere l'altro capo del mondo che il proprio paesino tra i monti del Sud Italia (tanto per fare un esempio a caso...).
Vista aerea poco prima dell'atterraggio
Fatto sta che dopo 3 anni il richiamo dell'Africa si è fatto sentire, almeno per Tatjana, perché io non avevo tempo né troppa voglia di avventurarmi in un viaggio così lungo: un po' per di abitudine, un po' per un timing non proprio eccezionale in termini di impegni personali.
Armati comunque di bagagli e buone intenzioni, ci mettiamo in viaggio da Berlino a Francoforte, per prendere un aereo per Cape Town con cambio a Johannesburg.
Un viaggio che definire un'odissea sarebbe riduttivo nei confronti delle epiche avventure del protagonista dell'omonimo racconto. E che elencherò in modo abbreviato, perché dalle 09.45 di venerdì sono le 2 di notte tra domenica e lunedì e solo adesso siamo arrivati a destinazione, per cui il sonno è grande, anche se non quanto le palle che girano.
- Treno in ritardo di un'ora causa problemi di binari e necessità di cercare una nuova soluzione.
- Aereo da Francoforte in ritardo di 1:15 ore perché... le valigie non erano ancora a bordo all'orario stabilito!
- Atterraggio con circa 1:30 di ritardo sulle 2:20 ore per effettuare il cambio, intorno alle 9:15 ora locale
- Valigie che ci mettono un'abbondante mezz'ora a tornare nelle nostre mani e perdita della coincidenza per Cape Town per circa 10 minuti...
- ... Però al check-in ce le avevano prese, quindi dopo aver girato per un'ora per capire a chi rivolgersi, mi imbarco nella loro ricerca all'interno dell'aeroporto, perdendo altre 2 ore da un piano all'altro, da un ufficio all'altro, finché riesco finalmente ad averle di nuovo con me.
- Altre 4 ore di attesa per dirci che si vola domani, ma non direttamente, con scalo e 6 ore circa di attesa tra un volo e l'altro (e dirai vabbè, almeno non devi correre come oggi...).
- Ci assegnano la stanza (a noi e ad un'altra 30ina di persone che hanno perso le loro coincidenze, la maggior parte però avevano il nostro stesso percorso).
- Il giorno dopo ripartiamo, arriviamo all'altro aeroporto, ma un problema tecnico ci fa partire con 3 ore di ritardo.
- Abbiamo lasciato la stanza alle 9.30 di mattina, arriviamo all'aeroporto di destinazione all'1 di notte, altra mezz'ora per il trasferimento e finalmente a destinazione, con un giorno e mezzo di ritardo.
La neve ci accompagna per quasi tutto il tragitto da Berlino a Francoforte
Quando ancora credevamo nella puntualità...
L'ambiente carino e natalizio dell'hotel dell'aeroporto
L'aeroporto di Cape Town: iniziavo a dubitare della sua esistenza
L'interno del nostro hotel, un giorno e mezzo dopo l'arrivo previsto
Segnalo comunque la gentilezza di tutti i sudafricani che ho incontrato sulla mia strada, tutto il personale chiedeva come prima cosa "how you feel", prima di aiutarti, una cosa che in Europa ci possiamo sognare.
Perché scrivo con un giorno di ritardo? Perché siamo arrivati completamente rotti, non vedevamo l'ora di andare a dormire e allo stesso tempo di recuperare almeno un po' del tempo perduto finora...
Inizia la vacanza (speriamo)!
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