"IL PRIMO DI UNA LUNGA SERIE"
By cantastoriePer chi non avesse letto la prima parte può farlo cliccando qui "PRIMA PARTE", riassumo velocemente, 4 ragazzi di provincia si ritrovano a navigare nella stessa merda. Eravamo incoscienti, giovani ma sopratutto ognuno di noi aveva qualcosa di serio da cui scappare. Purtroppo il periodo in cui si svolge la vicenda riasale a fine anni 80 inzio 90, che stronzi che eravamo. Era un sabato sera e noi poveri fessi che credevamo di poter controllare l'eroina, ci eravamo promessi di farlo solo il sabato ....si si, come no. Signori e Signore, Ladies and Gentlemen ... benvenuti all'inferno.
Maledetto sia quel giorno
E' pieno inverno, la serata è piovosa, Tarallo alla guida della sua 127 con impianto stereo da paura, secondo me costava più l'impianto audio che la macchina, all'epoca andavano di moda le Piastre della Piooner , coppia di casse a tre vie della jensen da 100W e il grande SUB WOFER, Tarallo diceva che lo stereo doveva POMPARE indi per cui aveva messo un amplificatore avvitato dietro al sedile posteriore che per alimentarlo teneva una batteria a parte.
Dovete sapere che il Tamarro Napoletano di Provincia, all'epoca, misurava la sua virtilità in base al wattaggio dell'impianto stereo in macchina.
Comunque non mi aspetto che tutti possano capire, solo chi ha vissuto quegli anni può saperlo.
Il grande VASCO cantava Domenica Lunatica, tratta dallo spettacolare album Liberi Liberi uno dei miei preferiti.
Io sedevo accanto a Tarallo e dietro ci stavano Capajanca e Topolone, eravamo con l'adrenalina a mille, avevamo i soldi che ci servivano per drogarci, la macchina per andare a comprarla, vasco rossi ci gasava ed fù cosi che arrivammo a Scampia in men che non si dica.
Entrammo all'interno delle vele, conoscevamo il posto, immediatamente raggiungemmo il luogo di spaccio, all'epoca dovevi conoscere le BASI buone o correvi il rischio di prendere roba di merda. Scese topolone, forse tra noi era l'unico ad avere una reale vena criminale, comuque scese con la massima tranquillità e andò a fare la spesa.
Tornò con un sorriso stampato in faccia che non dimenticherò mai, era quasi un ghigno, il bastardo aveva pianificato tutto sin dall'inizio.
Immediatamente i allontanammo dalla zona e andammo nel nostro posto preferito, una stradina isolata dove potevamo stare tranquilli che mai nessuno sarebbe venuto a disturbarci, arrivato sul posto cominciò a salirmi un ansia assurda, non vedevo l'ora di pipparmi la mia striscia.Quando topolone scese per comprare l'eroina io passai dietro per far in modo che al suo ritorno saremmo andati via il piu presto possibile, durante
il tragitto il caro amico topolone aveva sciolto tutta l'eroina in acuqa, la fece bollire in una fialetta di acqua distillata che precedentemente aveva comprato in farmacia, ma non aveva comprato solo quella, insieme a quella fialetta Topolone comprò 4 spadini, sarebbero le siringhe da 1, la classica siringa del Tossico.
Quando Antonio finì di preparare tutto mi passò una siringa, fece 4 parti uguali e ci tenne a precisare a me a Tarallo e Capajanca che dovevamo iniettarla lentamente visto che era la prima volta per tutti e tre.
Onestamente rimasi spiazzato, io avevo sempre avuto paura degli aghi, immediatamente pensai a quanto avevo fatto penare mia madre quando doveva farmi le siringhe, a volte mi raccontava che per farmi fare la siringa dovevano tenermi in due.
Fissavo quella siringa e non sapevo cosa fare, da una parte avevo una paura fottuta non solo per l'ago, ma per quello che avevo sentito dai tossici più vecchi
sulle crisi di astinenza, questa cosa mi faceva troppo paura, l'astinenza da eroina è così dolorosa che arrivi al punto di desiderare la morte morte davvero brutta, ve lo posso assicurare, purtroppo ne ho fatte un bel po, successivamente parleremo anche di queste.
Improvvisamente si girò topolone con ancora il tappino della siringa in bocca, si stava slacciando la cintura di sicurezza che si era avvolto intorno al braccio per trovare la vena, mi guardò e vide che non avevo nemmeno tirato sù la manica del maglione, fu un attimo, mi levò la siringa da mano, mi accorciò la manica del maglione, ordinò a Capajanca di stringermi qualche centimetro sopra al gomito, giovannì eseguì ed io rimasi lì, impassibile, avevo paura ma volevo provarla.
Topolone mi dà un paio di schiaffetti sul braccio, sente la vena, si prepara ed infila l'ago, la cosa che non dimenticherò mai fù quel rivolo di sangue che si formò dentro la siringa, Topolone prima di iniettare verificò di essere in vena, lentamente e per la prima volta l'eroina mi sarebbe arrivata direttamente al cervello, ero un po teso non sapevo quale fosse stato l'effetto ma nel giro di qualche secondo sparì tutto, proprio tutto.
Una magia.
sparirono ansie e paure. In pochi secondi ero passato da un mondo all'altro. Impiegò un attimo a farsi sentire, un senso di pace mi avvolse completamente, la sentivo venire sù, ne sentivo il sapore in fondo alla gola. Mi appoggiai allo schienale e poggia la testa sul bordo del sedile posteriore, in quella macchina eravamo in quattro ma dopo il buco ognuno aveva preso strade diverse.
Mi appoggiai allo schienale e poggia la testa sul bordo del sedile posteriore, in quella macchina eravamo in quattro ma dopo il buco ognuno aveva preso strade diverse, eravamo nella stessa macchina ma ognuno se ne stava per i cazzi suoi, ognuno di noi si stava godendo la botta, fu qualcosa di mistico, io credo che a
parole non si puo in nessun modo descrivere la sensazione che provi quando ti inietti una dose di eroina. Non si può fare, è qualcosa di non terreno.
Purtroppo, noi eravamo solo 4 ragazzi di paese che nemmeno lontanamente immaginavano in che pozzo stavano per cadere.
Restammo lì circa una mezz'oretta, Vasco Rossi fu sostituito da Pino Daniele, all'epoca uscì l'album MASCALZONE LATINO e sulle note di Anna verrà ognuno di noi partì per il proprio viaggio.
Ragazzi faccio sempre la stessa raccomandazione, non dite che sono monotono.
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Mi hai fatto venire i brividi.
Siamo solo all’inizio purtroppo 😕
Il tuo modo di scrivere è accattivante e fluido.
Argomento da prendere con le pinze non c’è che dire.
Io ho avuto sempre paura di quello che poteva fare, delle conseguenze: un mezzo per scappare dalla realtá in modo facile che peró ha un caro prezzo da pagare.
Da adolescente lessi Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino che mi ha detinitivamente aperto gli occhi su quella realtà, ho sofferto con quel libro, ho dovuro fermarmi per la sua crudezza, tanto era dettagliato. Ma mi ha fatto bene.
Ben scritto comunque, complimenti!!!
Grazie di cuore per l'apprezzamento. Si bisogna ammetterlo, l'argomento è un pò spigoloso ma cerco di affrontalo in maniera cruda e allo stesso tempo sdrammatizzando di tanto in tanto. Non faccio altro che ricordare la mia adolescenza e metterla qui. Spero possa essere utile. Grazie ancora e serena notte.
Continua...con la terza parte 👍
Che dire, ho letto ieri la prima parte e non potevo non continuare oggi.
Credo che parlarne sia l’unico modo per far capire cosa realmente faccia! Che la curiosità non sempre ci guidi in luoghi sicuri..