Maledette Fondamenta
By cantastorieRieccomi qui a scrivere delle mie rocambolesche e drogatissime avventure, noto con piacere che vi state appassionando, l'idea del libro si fà sempre più concreta per cui, voglio aprire quella scatola che avevo chiuso tanti anni fà, tirarne fuori i ricordi e fare in modo che attraverso questi post ed il successivo libro, altri giovani possano capire l'inferno dell'eroina visto da dentro e le famiglie magari potranno attingere consigli su come affrontare una situazione del genere. Quando in una famiglia cè un figlio tossico i genitori vanno in tilt, da un lato cercano di aiutarti ma vagano nel buio, non hanno idea da dove cominciare. Dall'altro lato invece cercano di proteggere gli altri figli, quasi come se tu fossi portatore di una malattia contagiosa, ragà credetermi rivivere quelle situazioni ora mi fà stare davvero male, io ancora mi chiedo come ho potuto ed ancora soffro per non essere riuscito a dare a mio padre la soddisfazione di avermi salvato, sono stato una grande delusione per lui, stravedeva per me, ero il suo orgoglio ma ben presto diventai la sua vergogna. Vorrei solo potergli dire una sola parola, PERDONAMI.
Ci tengo in modo particolare a specificare una cosa :
Aprirmi in questo modo è molto doloroso per me, si innescano emozioni contrastanti, è come se io provassi rifiuto per me stesso, mi sembra quasi di vedermi da fuori. Quello che leggete è PURA VERITA' sono esperienze realmente accadute e documentabili. Purtroppo è la storia di un uomo che è cresciuto perdendo una fase molto importante della sua vita, la migliore, io mi sono DROGATO da quando avevo 17 anni fino a quando ne avevo 28, undici anni di vita assurda, undici anni di inferno, undici anni di vita buttati nel cesso come fosse stata merda, che coglione che sono stato.
Fonte PIXABAY Immagine CC0 creative commons
Ma stasera non voglio tediarvi con queste cose tristi, nell'ulitmo articolo vi ho parlato di alcuni miei amici,però il piu amico di tutti, quello del cuore diciamo, era Tarallo.
Tarallo era grosso come una montagna, faceva il muratore di mattina e l'agricoltore di pomeriggio, aveva le mani grandi quanto il volante della 126 sport, un bel ragazzo con dei riccioloni biondastri ed un linguaggio incomprensibile, parlava in dialetto cosi stretto che se all'epoca i telefonini avessero avuto il siri gli avrebbe risposto : Che cazzo hai detto ?, Antonio Tarallo, un uomo, un mito.
Io e Tarallo avevamo una specie di società, organizzavamo le feste per arrotondare qualcosa. Quelli della mia età se lo ricorderanno, parlo degli anni 80, io sono nato nel 1973 ed oggi ho ben *44 anni**** una moglie ed una figlia di 16 anni e mi faccio le canne regolarmente. Dicevo, all'epoca si organizzavano le feste in casa, io e tarallo avevamo impianto luci (qualche lampadina colorata ed un strobo) e un impianto audio che si sentiva discretamente. Una sera, un locale del posto ci chiese se potevamo portare il nostro impianto perchè il loro era saltato improvvisamente e quella sera avevano ALAN DE LUCA come ospite.(Alan de luca è un comico napoletano.). Io e tarallo accettammo subito anche perchè gli chiedemmo 300.000 lire sulle quali avevamo già fatto i nostri drogherecci progetti.
Mentre si svolgeva la serata, Tarallo, che era furbo come una iena dalle tre palle, avvistò un braccio ameriano sul quale vi erano montate tre teste rotanti, non l'avevano montato sul palco forse per motivi di tempo e lo avevano lasciato dietro al palco. Volendo farne una stima economica quel braccio all'epoca costava sul milione e mezzo, diciamo 600€ di oggi và, giusto per darvi un idea. Tarallo, tomo tomo quatto quatto prese il braccio e lo lancio fuori dal muro di recinzione del locale, praticamente lo butto in un campo coltivato a tabacco che confinava con questo locale, l'idea era quello di andarlo a recuperare durante la notte successiva. E così facemmo.
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Il giorno dopo Tarallo venne a prendermi verso le 17:30, con i soldi della serata in tasca ci avviamo verso la nostra prima meta, SAMPIA il mercato della droga. Comprammo le nostre dosi, quella sera avevamo i soldi della serata, comprammo eroina per tre giorni, prese le dosi immediatamente in farmacia a comprare le spade (siringhe), a volo raccoglievo un barattolo da terra e mentre tarallo si dirigeva a folle velocità verso il nostro posto preferito per bucarci, io preparavo le dosi, quando hai la siringa pronta in mano è come se fossi indemoniato, è come se avessi paura che qualcuno potesse portartela via e quindi fai il pazzo, una volta nelle vene tutto cambia, nessuno te la può portare via ed improvvisamente tutto cambia, tutto rallenta, il mondo cambia ritmo.
Comunque dopo esserci combinati che manco i cani ci annusavano più decidemmo di andare a recuperare il Braccio con le teste rotanti.
Con il favore delle tenebre ed i fari della macchina spenti ci avvicinammo all'appezzamento di terreno che confinava con il locale, Tarallo con voce impostata mi disse : "Tu aspetta qua che con la panza che tieni ci metti un ora a saltare quel muretto. Ad essere sincero il fatto che dovessi aspettare in macchina non mi dispiaceva affatto, però quel fatto del muretto mi aveva un po fatto incazzare anche perchè il muretto era alto piu o meno 90 centimetri, anche se con qualche difficoltà avrei potuto saltarlo, vabbè, vaffanculo, vuoi andarci da solo ? e vacci da solo. Come gia vi ho spiegato, Tarallo era l'esemplare tipo del tamarro mediterraneo, volendo ulteriormente mortificarmi saltò il muretto stile OLIO CUORE, ve lo ricordate no ? quel tipo che saltava la staccionata ?, comunque tarallo volle imitarlo per darmi uno schiaffo morale ma per sua sfortuna esiste una cosa chiamata KARMA. Al di là del muretto non vi era ciò che lui si aspettava, quel muretto era il parapetto di una fondazione che avevano appena finito di scavare, Tarallo fece un volo di 6 metri cadendo su un cumulo di terra, io non mi accorsi di niente, mi resi conto solo quando lo vidi ritornare con il braccio delle luci sulle spalle ed il sangue che gli scorreva dal naso.
Non mi diete spiegazioni, bestemmiò per un ora e tre quarti filati senza sosta, senza respirare e senza sbattere gli occhi. Io non fiatavo proprio, quello era capace che se la prendeva con me. Appena ebbe smaltito, parliamo di due ore di macchina girando senza meta con tarallo che buttava giù santi di cui io ignoravo completamente l'esistenza, rallentò e si infilò in una stradina di campagna, la telepatia del tossico, io subito cominciai a preparare un'altra pera, ci bucammo di nuovo, tutto tornò nella norma, dopo un paio di minuti di silenzio, il tempo di goderti la botta, tarallo iniziò a ridere, io lo guardai e cominciai a ridere anche io lui mi guardò e iniziò a ridere più forte, con le ultime forze che gli erano rimaste mi disse soddisfatto : "Aggiu fatt nu cazz e volo". E fu così che passammo un ora a ridere come dei coglioni di notte in aperta campagna.