Albrecht Dürer
Adamo ed Eva, 1504Pixabay
Immagine CC0 creative commons
1 - Tutto è così nuovo, affascinante, intrigante. Ogni passo che traccio, ogni azione che compio, ogni mio pensiero è nuovo.
Nuova è l'alternanza indolente di luce e di buio. Il disco dorato che è vietato guardare dona calore e fa schiudere i fiori. Più tardi, lo scudo pallido che rischiara appena il mio corpo sparge stille di freddo, accompagnato soltanto da un luccichio lontano di puntini luminosi, immobili.
Mi fanno paura, copro il viso con i capelli, e cerco di dormire nell'attesa che torni la luce ad accompagnare le mie scoperte. E sono così felice, quando arriva la luce! Così felice che incomincio a correre, a saltare, a provocare con grida il risveglio di questi strani esseri con le ali, coperti dai rami, ma fischiettanti. Il cielo assume sempre lo stesso colore del fiume che scorre poco distante da me, ma che non ho ancora avuto il coraggio di toccare. Non voglio vedere l'immagine della mia mano riflessa anche lassù.
2 - Questa mattina ho avvicinato la mano al fiume, guardando il cielo. Mi aspettavo di vedere le mie dita lassù, ma ho visto soltanto uno sbuffo bianco, dal bordo irregolare, che per un attimo ha coperto il disco dorato e offuscato la luce. Poi ha continuato a muoversi, molto lentamente. Ed io, concentrata sul lento viaggio di "oscuraluce" - devo pur darle un nome - ho continuato ad accostare la mano al fiume senza accorgermene.
Ho provato una sensazione strana, quando l'ho toccato. Le dita lo sentivano correre tra di loro e sotto di loro, fresco, ed io mi sono chiesta come sarebbe stato entrarci con tutto il corpo. Ma ho avuto paura, e sono corsa a cercare un albero per eliminare dalla mia mano ogni traccia di novità.
3 - Mi è stato detto di non avvicinarmi mai più a quell'albero. Non mi era sembrata una pianta così speciale, ma strappandone delle foglie, ieri, mi è sembrato di intravedere nel verde un frutto che non avevo mai visto. Devo riuscire a dimenticarlo.
4 - Odio tutto questo oramai.
Odio questa perfezione, l'assoluta ogni cosa è al suo posto, pulita, coerente con ciò che la circonda. Non sopporto i profumi, i rumori, i colori di questa natura; nella loro pacata e immutabile bellezza riconosco lo sfregio che macchia la carne del mio compagno. Mi impressiona da sempre, da quando per la prima volta osservai il suo torso e l'orrenda cicatrice che l'attraversa.
Ho imparato a desiderare il dolore, la sofferenza, a sognare un evento che spezzasse questo rigido susseguirsi di giornate uguali o di scoperte che non eccitano più.
Ho compreso che la gioia, la felicità, il piacere possono colmare questa mia anima tumultuosa solo se intimamente vissuti. E come sarei in grado di comprendere la luce se non esistesse il buio? Come conoscere il calore se non attraverso il gelo? Come potrei sorprendermi felice, se non conosco il dolore?
Fingerò che sia curiosità, o leggerezza, e mi avvicinerò a quell'albero.
Nulla, nemmeno la perdita di questo Eden, potrà essere più infimo della noia che attanaglia le mie giornate.
Pensieri di Eva, pensieri umani. Che dopotutto, forse, è anche per questo che un equilibrio stabile è così difficile da trovare: forse è contro natura riuscire a bearsi di pace, tranquillità ed evitare i problemi anziché provare a risolverli?
Gli ultimi due paragrafi, soprattutto, davvero veri. Bravo!
Ehi! Grazie davvero per le tue parole e per la riflessione. E' davvero una domanda essenziale.
L'ho letto completamente rapita! E' un punto di vista particolare, una prospettiva diversa, la scoperta del male per capire cos'è davvero il bene!
Complimenti, l'ho trovato geniale.
Grazie! Ti leggo con piacere infinito, quindi belle parole da te colpiscono enormemente. Grazie!
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