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La simbiosi
Lo studio del fenomeno simbiotico, nelle sue varie declinazioni, è sicuramente affascinante e, in parte, si tratta di una parte ancora inesplorata della biologia.
Le correlazioni simbiotiche tra esseri viventi, man mano che vengono studiate, sembrano evidenziare sempre più che la biosfera è interconnessa a vari livelli di complessità e che l'uomo, come tutti gli altri esseri viventi, si trova al centro di questo sistema estremamente complesso; così complesso che potrebbe essere fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza una conoscienza approfondita di tutte le forme di simbiosi per evitare di danneggiare equilibri fondamentali anche per la nostra sopravvivenza.
L'uso smodato di antibiotici, ad esempio, può determinare danni non indifferenti al microbiota intestinale, come l'uso dei pesticidi mette a dura prova la simbiosi tra impollinatori e flora.
la stretta relazione tra i regni
Per simbiosi s’intende una stretta relazione fra due o più organismi, solitamente di carattere biologico, che può assumere diverse forme.
Parassitismo e parassitoidismo: nel parassitismo solo una delle due specie trae vantaggio dalla relazione ma non uccide l’ospite, al contrario del parassitoidismo che invece tende a predarlo e ucciderlo lentamente.
Commensalismo: si tratta dell’interazione fra due esseri viventi in cui uno approfitta del nutrimento o degli scarti dell’altro senza arrecare sofferenza e disturbi, alcuni esempi sono: l’inquilinismo (orchidee sugli alberi), la foresi (remora e squalo) e la metabiosi (paguri e conchiglie).
Mutualismo: è la stretta relazione tra due o più organismi i quali traggono entrambi vantaggio dalla loro relazione e sono obbligati/facoltativi a seconda se possono fare a meno o no della loro relazione [3].
Non è improbabile ipotizzare come questa interazione spesso sia stata in realtà uno sfruttamento reciproco piuttosto che uno sforzo di cooperazione tra specie…
Questo potrebbe suggerire di come nel corso della coevoluzione delle specie, il mutualismo potrebbe essere la trasformazione di una simbiosi parassitaria.
Per capire meglio le simbiosi possiamo prendere come esempio le orchidee.
I semi delle orchidee, poiché sono estremamente piccoli, non contengono carboidrati sufficienti per poter germinare e devono ricorrere a una relazione con determinati funghi simbionti che cedono gli zuccheri necessari alla piantina in crescita, almeno fintanto che non si sviluppa in essa il processo di fotosintesi [2].
La simbiosi, come vediamo, è qui vitale per la germinazione di questi semi ed il mantenimento della specie [1].
(Per questo motivo la riproduzione di orchidee in ambito vivaistico avviene quasi esclusivamente attraverso la riproduzione per talea)
Come detto precedentemente, le orchidee, oltre ad avere relazioni con i funghi, svolgono simbiosi anche con il loro stesso regno, in quanto essendo piante epifite, le troviamo come inquilini (inquilinismo) su tronchi e rami di alberi vivi.
Le orchidee nel corso del tempo hanno avuto un importante processo di coevoluzione con il mondo animale per quanto riguarda la forma dei fiori e dei colori per favorire l’attrazione di pronubi, promuovendo così l’impollinazione. Ad esempio il colore rosso ci indica che quel fiore è principalmente impollinato da colibrì, il bianco da falene e così via…
L’importanza dell’impollinazione, come sappiamo, è quella di assicurare alle piante la continuità della specie e nel caso di alcune orchidee è evidente come la scomparsa di un determinato tipo di insetto impollinatore può compromettere l’esistenza delle stesse come nel caso dell’Angrecum sesquipedale, il cui nettario misura 24cm. Scoperta da Darwin, ne dedusse che in natura doveva esistere un lepidottero avente una spirotromba sufficiente ad arrivare al nettare e contemporaneamente ad impollinare la pianta. Soltanto 40 anni dopo fu individuata una falena (xanthopan morganii) con tale spirotromba [3].
Tra manifestazioni più o meno evidenti quello che manca all’uomo spesso è una visione dei diversi regni come di un unico ecosistema dove è importante e necessario mantenere l’equilibrio. Per questo è importante preservare l’ambiente nel suo complesso e nelle sue forme più piccole spesso apparentemente insignificanti.
Fonti:
- Germinazione semi Cyrtopodium glutiniferum con funghi micorrizici
- Mutualistic Relationships
- Germinazione Cyrtopodium paludicolum con due isolati Tulasnella
- Botanica. Parte generale
a cura di @cooltivar
una preziosa simbiosi
Siamo abituati a considerare i batteri nostri acerrimi nemici, dimenticandoci del rapporto di mutuo scambio che li lega all’uomo sin da quando egli viene al mondo. Al momento della nascita, infatti, cominciando ad entrare in contatto con diversi tipi di microrganismi, sviluppiamo il nostro personale “microbiota” che ci accompagnerà tutta la vita. Si tratta a tutti gli effetti di un rapporto simbiotico (parola di origine greca che sta a significare letteralmente “vivere insieme”) da cui due specie diverse allo stesso tempo sia traggono personali vantaggi sia si rendono reciprocamente utili. Seppur tutti i distretti del nostro corpo siano caratterizzati da microrganismi “pacifici” con cui conviviamo, quello più ricco e conosciuto è naturalmente l’intestino.
Il microbiota intestinale, noto a tutti come “flora intestinale”, è costituito da circa un migliaio di microrganismi di diverse specie, tra cui spiccano soprattutto quelle batteriche, che trovano in questo distretto corporeo il terreno fertile per la loro sopravvivenza. Ma in che modo dunque le specie costituenti il microbiota intestinale ricambiano il cosiddetto “vitto e alloggio”?
In primis è grazie a loro se possiamo usufruire di numerosi nutrienti per noi fondamentali: gli alimenti ingeriti infatti, dopo la digestione, subiscono nell’intestino ulteriori processi ad opera dei microrganismi presenti, permettendo così la liberazione di importanti sostanze. Grazie a loro, ad esempio, è possibile la fermentazione della fibra alimentare, altrimenti indigeribile per l’uomo, con produzione di acidi grassi, importante fonte di trofismo per la mucosa intestinale e dotati di effetto lassativo. Sono inoltre in grado di sintetizzare vitamine come folati, biotina e vitamina K.
Un altro importante ruolo da menzionare è l’interazione con il sistema immunitario, del quale favorisce la maturazione e che sostiene grazie alla sua azione protettiva nei confronti di altri microrganismi patogeni; il microbiota è coinvolto ad esempio nell’azione delle immunoglobuline di tipo A, gli anticorpi che caratterizzano il tratto gastro-intestinale, a cui conferisce la specificità nei confronti degli agenti patogeni incontrati [1] . Per fare un esempio concreto, basti pensare all’infezione da Clostridium Difficile, batterio responsabile della principale patologia diarroica acquisita in ospedale, la colite pseudomembranosa: il principale fattore di rischio per lo sviluppo di questa infezione è proprio la distruzione della flora batterica intestinale, che si verifica di solito in seguito al massiccio uso di antibiotici, e la conseguente proliferazione incontrastata del ceppo di C. Difficile. Nei casi più difficili da trattare si rende addirittura necessario il trapianto di feci, di un donatore sano, nell’intestino del soggetto malato, in modo da ripristinare la preziosa difesa batterica perduta [1]; [2].
Merita infine una menzione la scoperta di un’interazione con il sistema nervoso, in particolare gli studi più recenti si sono focalizzati sul possibile ruolo nello sviluppo di alcune malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson e di malattie psichiatriche come depressione e disturbo bipolare [3].
Questi sono solo alcuni degli ambiti in cui il microbiota è coinvolto nel nostro corpo, molte altre sono le funzioni con cui i batteri ci sostengono quotidianamente, creando il prezioso equilibrio simbiotico essenziale per la nostra sopravvivenza.
Fonti:
a cura di @rosemery
I legami tra gli esseri viventi sono indispensabili, in alcuni casi armoniosi in altri addirittura psicologicamente patologici e costituiscono la base della vita. Si parla spesso di un fenomeno molto comune tra gli esseri viventi e che è stato sottoposto a studi scientifici, proprio per spiegare come da alcuni meccanismi psicologici potessero nascere legami di cooperazione tra esseri viventi apparentemente lontani fra loro sia per specie che per razza, questo fenomeno va sotto il nome di simbiosi.
La simbiosi, in psicologia , è una forma di pensiero che determina un comportamento di dipendenza tra due soggetti, una dipendenza cosi forte l’uno dall’altra che addirittura può portare uno dei due soggetti a star male o morire in caso di mancanza dell’altro. In casi più gravi, la mancanza in un rapporto simbiotico di uno dei due soggetti può sfociare in patologie fobiche o compulsive come la schizofrenia o attacchi di panico. Il rapporto simbiotico che si instaura tra gli animali è diverso, è puramente un dare e avere, un rapporto mutualistico tra due esseri viventi anche di specie differenti che cooperano insieme per raggiungere uno scopo comune di sopravvivenza. Esistono due tipi di rapporto simbiotico tra gli animali: il rapporto di mutualismo [1], si tratta di un rapporto vantaggioso per entrambi i soggetti che mettono a disposizione l’uno all’altra le proprie risorse per diversi scopi, il commensalismo, rapporto nella quale solo uno dei soggetti trae beneficio dalle risorse messe in campo, si pensi per esempio al rapporto simbiotico tra squali e remore. Si parla di rapporto simbiotico anche in caso di infestazione di parassiti, in tal caso si parla di parassitismo, cioè uno solo tra i soggetti interessati trae beneficio a spese dell’altro, si pensi ai virus, d’altronde questo tipo di rapporto a vita molto breve in quanto il presupposto perché si instauri è che il soggetto simbionte abbia lunga vita. Esiste ancora l’amensalismo [2], che è un rapporto simbiotico invece da definire neutro, in quanto uno tra i due soggetti non permette all’altro di beneficiare delle risorse necessarie per la sopravvivenza, si pensi ad esempio a due alberi di cui uno più grande dell’altro e che non permette all’albero più piccolo di essere raggiunto dai raggi solari perché posizionato nelle vicinanze dell’albero più grande e quindi posto all’ombra, d’altronde nel caso in cui la pianticella più piccola dovesse morire l’albero più grande potrà nutrirsi dei resti in decomposizione dell’altro.
La vita su questo Pianeta è magnificamente complessa e splendida, si regge su meccanismi di varia natura, ed ognuno di essi è indispensabile affinchè la vita prosperi. La complessità nei rapporti tra esseri viventi è inimmaginabile e spesso imprevedibile, ancora oggetto di studio da molti scienziati in tutti i campi, sia quello psicologico che biologico, ma anche in ambito ambientalistico e zoologico, lo studio del comportamento animale affascina ogni volta sempre di più, potendo notare comportamenti negli animali che rassomigliano molto a quelli umani ma con scopi e modi totalmente differenti a volte. Spero di non aver tediato i lettori con questo excursus di tipologie che sicuramente meritano un approfondimento adeguato. D’altronde che ne direste di scoprire che tipo di rapporto simbiotico avete in società? Potreste esserne sorpresi.
Fonti:
A cura di @paololuffy91
Com'è stato detto il mutualismo è la stretta relazione tra due o più organismi che traggono vantaggio nella loro relazione, in questa categoria possiamo trovare due divisioni principali; ovvero i mutualismo obbligato e il mutualismo facoltativo. Nel primo caso abbiamo una relazione che ne vincola la sopravvivenza e con essa la riproduzione, nel secondo caso invece il legame non è strettamente necessario per la vita dell'organismo. L'interagire con gli animali ormai è quotidianità per la maggior parte di noi, come nel caso degli animali domestici o dei grandi allevamenti.
Ma in quali questi casi realmente si ha bisogno dell'altro per sopravvivere?
L'uomo fin dai tempi più antichi ha cercato una stretta relazione con quelli che erano gli animali autoctoni, selezionandoli per quelle che erano le necessità, fino ad arrivare ad oggi dove la categoria “animali d'allevamento” risulta essere ben distinta. Ed è proprio in questo caso che possiamo in qualche modo definire mutualismo quello è che è in realtà frutto della mano dell'uomo [2]. I più comuni animali d'allevamento come suini, galline e mucche da latte, non riuscirebbero mai a vivere allo stato brado dopo tutti questi anni in cui la loro evoluzione è stata incentrata nel mondo dell'allevamento.
Anche le nostre api si trovano in una situazione simile a quella degli animali d'allevamento, pesticidi e predatori portati dall'uomo hanno costretto la nostra ape quasi all'estinzione in natura e vedono la loro sopravvivenza solo grazie agli apicoltori. Ma ancora è rimasto vivo un esempio di mutualismo tra uomo e animali in natura, senza alcuna modifica del territorio da parte dell'uomo. Per trovare questo raro caso di mutualismo bisogna spingersi in Monzambico dove alcuni scienziati hanno portato alla luce una fortissima relazione tra i cercatori di miele del posto e il Greater Honeyguide ovvero un uccello indicatore [1].
Ebbene si è dimostrato come tramite il richiamo emessso dai ricercatori di miele quest'uccello rispondesse al richiamo, seguendo e guidando i ricercatori verso l'alveare. Questo scambio tra il Greater Honeyguide e l'uomo che infine lascerà all'uccello parte del “bottino” resta uno tra i pochi casi fondati dal 1500 ad oggi di mutualismo tra uomo ed animale.
Abbiamo detto di come alcuni animali siano strettamente legati all'uomo per la loro sopravvivenza, ma se un giorno fosse proprio l'uomo a dover dipendere da un altro animale?
Una tra le frasi che sentiamo più spesso è “se le api si estinguessero all'uomo resterebbero solo quattro anni di vita” che è attribuita molto spesso ad Albert Einstein ma vi posso assicurare sia stata inventata da degli apicoltori della Danimarca! Cela comunque un fondo di verità: l'uomo senza insetti pronubi si troverebbe in situazione di forte difficoltà per quello che è l'ecosistema che conosciamo. Da qui nasce la necessità dell’uomo negli ultimi anni di riuscire ad impollinare in maniera artificiale le grandi piantagioni e in parte l’ecosistema locale [3]. Sarà mai possibile sostituirsi al lavoro ineguagliabile degli insetti pronubi? Sarà forse questo il primo caso di mutualismo che vede l’uomo legato ad un animale?
Fonti:
- How humans and wild birds collaborate to get precious resources of honey and wax
- Objecthood, Agency and Mutualism in Valenced Farm Animal Environments
- Materially Engineered Artificial Pollinators
a cura di @phage93
Aspettiamo i vostri commenti a questo post e i link ai vostri articoli di approfondimento su questo argomento!
Vi aspettiamo la prossima settimana per un nuovo numero di
Discovery-it
Immagine di proprietà del team di steemspeak che si ringrazia per la partecipazione
Complimenti a tutti gli autori e allo staff di Discovery-it
Come sempre, ottimo lavoro di collaborazione, direi che siete un buon esempio di simbiosi anche voi, no? In senso positivo: riuscite, tutti insieme, a sviluppare bene gli argomenti scelti, ciascuno con il suo apporto e il risultato è una lettura stimolante.
Confesso che sono rimasta un attimino scossa quando ho letto del trapianto di feci, pensavo che non esistesse una cosa de genere e spero che non mi serva mai! XD
Ti ringrazio molto @nawamy!
Non sei stata l'unica a rimanere sconvolta!!!
Grazie @nawamy! Sembra assurdo lo so, non è ovviamente la prassi ma può succedere😅
Scrissi un post molto tempo fa in merito, se vuoi approfondire....giusto per curiosità ovviamente 😂https://steemit.com/ita/@cryptoitaly/fecal-microbiota-transplantation-una-terapia-non-convenzionale-per-curare-le-infezioni-da-clostridium
In realtà sembra che non servi solo per le infezioni da clostridium!
Argomento ampio e molto interessante, che ho la fortuna di osservare da vicino: non avevo mai visto tante orchidee come qui; inoltre c'è un'abbondanza incredibile di bromelie. Ah, pure il pepe cresce sui tronchi di altri alberi! Nel regno animale mi aveva molto colpito vedere il dugongo con i pesci pilota (credo) che gli stanno sempre vicino, ma pure le più comuni mucche al pascolo sempre in compagnia di numerosi aironi guardabuoi sono uno spettacolo niente male.
con tutte queste bellissime piante, Sud america immagino! Le bromelie sono fantastiche e anche loro grande esempio di simbiosi come ad esempio la Brocchinia (Bromeliaceae) che instaura dei rapporti simbionti con dei batteri che aiutano la digestione dei piccoli insetti che cadono al centro del suo "pozzo naturale" ed essendo protocarnivora da sola non riuscirebbe a nutrirsi...
Quasi, proprio al Centro in realtà! Che spettacolo, non conoscevo questi dettagli! Grazie
Lavorone, i complimenti ve li meritate tutti. Le vignette di sbarandelli mi ricordano il segno del grande Vincino, fantastiche.
Grazie @pab.ink, la semplicità e lo studio dietro alle vignette di @Sbarandelli le rendono veramente non seconde a nessuno anche al grande Vincino che sicuramente ha lasciato un grande contributo per quanto riguarda questo mondo!
Veramente un gran bel lavoro, molto dettagliato e preciso, frutto della vostra grande e proficua collaborazione, complimenti a tutti i partecipanti a questa operazione e vi auguro il più grosso degli in bocca al lupo!!!
Grazie @mad-runner!
Parlare di simbiosi in questa nostra piattaforma sarebbe possibile? Un rapporto Win-Win tra autori e curatori, non è forse una simbiosi? L'uno necessità dell'altro e viceversa. Quasi in un legame inscindibile e necessario per sopravvivere.
PS: il disegno dell'uomo-ape mi mette i brividi...mica per altro...per la barbetta!😣
🤣
Posted using Partiko Android
Potrebbe essere un'ottima associazione! sarebbe bello ampliarla in un post dedicato! ;)
Attendo un post in merito a questo punto!
Posted using Partiko Android
Ho cercato di approfondire un aspetto:
https://steemit.com/ita/@ilnegro/allattamento-e-microbiota
https://steempeak.com/ita/@ilnegro/allattamento-e-microbiota
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