Introduzione
Fin da quando ero piccola, grazie alla mia nonnina, mi sono sempre interessata alle leggende della mia terra. Io sono nata in Istria ma ho sempre vissuto nel bellissimo nord/est Italia.
Molte sono le storie e le leggende legate al nostro territorio, ricco di storia e cultura, mi farebbe piacere raccontarvene qualcuna, di molte ho ricordi lontani e a volte confusi, ma spero di riuscire ad essere il più precisa possibile.
Iniziamo con la prima!
Buona lettura!
Il tesoro sotto la quercia
L'oro e l'argento, sotto forma di oggetti preziosi, di ducati o zecchini, dicono le leggende, si possono trovare sotto quelle querce le cui foglie restano verdi anche d'inverno. Non è facile, tuttavia, imbattersi in alberi come questi.
Una volta ce n'erano soltanto due, uno a San Lorenzo e l'altro a Marcovaz, sotto il Monte Maggiore. Forse qualche quercia sempreverde si trova anche altrove, ma nessuno sa dove.
Per arrivare al tesoro, bisogna scavare e arrivare fino alla radice più profonda dell'albero...
Una volta un uomo si imbatté in una quercia sempreverde in località “Loqua”, nei dintorni di Laurana. Sorgeva sopra una bassa collina sovrastante il mare, era una quercia gigantesca, centenaria. L'uomo che l'aveva scoperta condusse sul posto alcuni suoi amici fidati che, armati di badili, zappe e vanghe, presero a scavare intorno all'albero, convinti che prima o poi sarebbero arrivati al tesoro.
Tutti sapevano che durante il lavoro a nessuno era permesso di pronunciare una sola parola. Perciò lavorarono in silenzio. Si udiva soltanto il rumore dei picconi, delle vanghe e delle pale.
Lavorarono per l'intera giornata, dall'alba al tramonto, continuarono a lavorare per tutta la notte. All'improvviso, poco prima che spuntasse l'alba, uno degli scavatori, stanco e affamato, si lasciò sfuggire dalle labbra un lamento, una parola. In quello stesso istante il fosso che era stato scavato tornò a rinchiudersi, il tesoro che sembrava a portata di mano scomparve.
Passarono da allora molti anni, i poveri scavatori morirono di vecchiaia e tutti dimenticarono dove si trovava quella quercia sotto la quale si nascondeva il tesoro.
Un giorno, era d'inverno, prese a soffiare un gelido, sferzante vento di bora. Nonostante il freddo, anzi proprio per il gran freddo, alcuni taglialegna si recarono nel bosco per tagliare la legna che serve ad accendere il fuoco, a scaldare gli uomini. Lavorarono per diverse ore tagliando rami secchi e raccogliendo da terra altri rami spezzati. Per scaldarsi, poi, accesero con quei rami un bel focherello nei pressi di una quercia che se ne stava solitaria nel mezzo di una piccola radura.
Le fiamme si levarono in alto, alimentate continuamente dall'accumularsi della legna gettata sul mucchio dai boscaioli. All'improvviso i taglialegna si accorsero che alcune lingue di fuoco avevano raggiunto la quercia e in più punti la corteccia dell'albero stava bruciando. Si accorsero, inoltre, che da quella corteccia gocciolava l'oro, oro puro liquefatto!
Ma a causa del fuoco nessuno riuscì a impossessarsi di quell'oro, nessuno poté mettere le mani sul tesoro ritrovato. Prima che spegnessero le fiamme che minacciavano di bruciare l'albero, il tesoro scomparve nelle viscere della terra.
Da allora nessuno l’ha mai più trovato.
Un ringraziamento particolare alla mia nonnina, grazie nonna Maria!
Ho passato una infanzia molto felice in campagna. Vivevo in un villaggio di demanio dello Stato poiché mio padre era un sottufficiale dell'Aeronautica, e avevo il privilegio di vivere in un'area di verde in periferia. L'infanzia che ho passato li l'ho vissuta ovviamente come un bambino "vecchio stile", immerso nella natura.
Il villaggio in questione era una vecchia base prima tedesca e poi alleata durante la Seconda Guerra Mondiale. Quindi in giro c'erano una infinità di resti bellici (anche pericolosi) tra cui bottoni di divise, monete, baionette, elmetti. Trovavo di tutto. Erano i miei tesori, un pò come Gollum nel "Il Signore Degli Anelli".
Tutta sto scritto per arrivare ad una conclusione: a volte il vero tesoro è un oggetto o una cosa pressoché futile, ma che ci da tanti ricordi e in quel momento è la cosa più preziosa al mondo, anche se è un bottone.
Ti ringrazio per avermi fatto tornare in mente questi momenti arcaici della mia vita, poiché sono ricordi a me molto cari di vita spensierata e senza rompicapi odierni.
Bell'articolo ;)
grazie a te per la lettura!
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