CAPITOLO 2 Esilio
Napoli, Anno 2087
Fissava il mare Damiano Mainà, era come se le onde potessero cullare i suoi pensieri oltre al traghetto diretto in Sicilia. Ciro era appollaiato al suo fianco, con lo zaino sotto la testa a fargli da cuscino, si era addormentato subito dopo la partenza. Molti pensieri balenavano in testa al Bianco. Ansie e paure di un viaggio alla ricerca di risposte, ma soprattutto per evitare i Controllori finchè non si fossero calmate le acque. Calme come quelle che aveva di fronte, nel mare che lo separava dalla terra siciliana.
-Bene siamo in Sicilia, ora ?-
-Ora aspettiamo.- rispose Ciro.
-Programma impeccabile.- disse Damiano aggiustandosi la visiera del cappello.
Ad un tratto uno strano brivido attanagliò i due ragazzi, partendo distintamente dai loro piedi. Facendosi strada fino alle gambe, alla pancia al collo. E poi un volto si manifestò davanti a loro, non aveva corpo era sospeso in aria come fosse una testa mozzata. Ciro urlò, Damiano invece restò subito incantato dalla bellezza di quel viso. Lunghi capelli biondi, occhi verdi, bocca piccola ma pronunciata. Raramente qualcosa lo colpiva nell'animo, ma questa volta nel petto del Bianco qualcosa si era mosso.
-Ma...Ma...ti sembra il modo di accoglierci? Mi spaventi ogni volta di più, Uanema!- Balbetto' il napoletano con la mano sul petto.
-Molto piacere Damiano, sono Beatrice, Ciro mi conosce già. Ti starai chiedendo come faccio a materializzarmi nella vostra testa, presto avrete le risposte. Per ora l'unico motivo per cui vi ho spaventati, è per dirvi che il gruppo vi sta aspettando. Non dovete far altro che impostare le coordinate sul dataled e con discrezione raggiungerci. Vi aspettiamo!-
La strana ed incantevole testa si girò e fluttuando si allontanò tra la folla ignara, prima di andarsene si voltò un ultima volta ad incrociare lo sguardo di Damiano, e poi scomparve. Quello sguardo fu come una punta di spillo, che trafisse il cuore duro come la pietra del Bianco. Fino a quel momento l'unica cosa che riusciva a scaldarlo era il pensiero della madre Anna. Ma quella bionda, forse, aveva fatto breccia.
-Tu la conosci?- domandò l'albino al compagno.
-Si, è apparsa un pomeriggio mentre girovagavo per casa, credevo fosse un fantasma ed ho iniziato a tirargli contro di tutto. E dopo aver fracassato la stanza ho capito che era inutile. Mi ha parlato, ha detto di non aver paura. Mi ha spiegato che tramite il suo potere di Awakened riusciva a far apparire il suo volto a chiunque, tramite una foto. Ed era lì per farmi arrivare un messaggio molto importante. Dovevo recarmi qui in Sicilia con te, entro qualche giorno.-
-E per quale motivo non è apparsa anche a me?-
-Non so forse non aveva una tua foto, o forse non sei un granchè e non gli interessavi !- sorrise Ciro.
-Bella vero?-
-Non so, ho visto solo la sua testa.- mentì il Bianco.
Il viaggio dei due ragazzi proseguì verso Trapani, arrivati stremati al porto, raggiunsero le coordinate suggerite dal dataled, ad accoglierli ai piedi di un'imbarcazione , c'erano Beatrice e un ragazzo di pelle scura dalla stazza impressionante.
-Finalmente!- esclamò la ragazza allargando le braccia.
-Benvenuti ragazzi, sono felice che il viaggio sia andato bene, prego seguiteci a bordo. Lui è Scar lasciategli pure le valigie.-
-Lo credo bene, potrebbe portarsi un intero palazzo in spalla se volesse.- sussurrò Ciro
Una volta a bordo del motoscafo grigio argento, il viaggio proseguì alla volta dell'Isola Di Levanzo. L'isoletta più piccola delle Egadi era caratterizzata da una conformazione di rocce calcaree bianche, e numerose grotte. Damiano sin da subito associò l'isola al Protettore. Sapeva che era il posto perfetto per nascondere gli Awakened venuti da tutto il mondo senza dare nell'occhio. Ma una sensazione di angoscia lo perseguitava, non riusciva a smettere di chiedersi se questo esilio fosse la scelta migliore.
-Tra qualche minuto sbarcheremo al porticciolo dell'isola e tutto vi sarà chiaro, non abbiate timore.- urlo la ragazza nel trambusto del viaggio in mare.
-Le risposte possono attendere, a patto che siano esaustive.- rispose Damiano.
-Non preoccuparti Dami una volta che avrai il quadro completo della situazione capirai.- gli sorrise Beatrice.
''Dami? Solo mia madre mi chiama così'' pensò tra se e se Il Bianco...
L'imbarcazione guidata da Scar arrivò al porto, ma non quello principale dell'isola, bensì uno secondario, occultato da una grotta. Una volta scesi i due ragazzi si guardarono attorno, e si accorsero che all'interno della roccia cava, c'era una struttura moderna, un vero e proprio complesso curato in ogni minimo dettaglio, che probabilmente necessitò di anni di lavoro. Nei successivi minuti nessuno parlò. Si limitarono solamente a seguire la chioma d'oro della ragazza che faceva strada tra i corridoi del complesso. Fino ad una porta rossa.
-Qua, dietro a questa porta, si nascondono le tanto attese risposte, prego Scar fai strada.-
Senza dire una parola il ragazzone spalancò la porta. Una porta piccola che racchiudeva una stanza immensa, colma di ragazzi che si allenavano e davano vita ai loro incredibili poteri. L'atmosfera era surreale, sembrava un immenso circo che lasciò a bocca aperta Ciro, Damiano invece si limitava ad osservare con fare schivo.
-Benvenuti nella Tana degli Awakened, l'obbiettivo cardine del nostro gruppo è affinare i poteri risvegliati e di proteggerne il valore. Ma non sarò io a spiegarvi il procedimento, ma il nostro mentore, Igor Rovary il Protettore.
Nel bel mezzo della mastodontica stanza Il Bianco notò un uomo, che a braccia conserte osservava i ragazzi nei loro comportamenti, e forniva loro istruzioni. Doveva essere lui, Igor. Damiano senza dire nulla procedette verso di lui, gli si parò davanti e con fare risoluto gli strinse la mano.
-Molto piacere. Io ed il mio amico Ciro abbiamo fatto un lungo viaggio, ora gradiremmo saperne il motivo.-
-Tu devi essere Damiano, piacere mio, una volta finito l'allenamento terrò una piccola riunione e vi spiegherò tutto. Ma per cominciare sappiate che ripongo molta fiducia in voi, e so che contribuirete all'evoluzione del nostro gruppo.-
-Ammesso che resteremo qui.- replicò Damiano.
Dopo qualche minuto di attesa Il Protettore chiamò a sè tutto il gruppo con il suo accento russo.
-Bene ragazzi vi presento Damiano e Ciro, so che vi state chiedendo se anche loro hanno dei poteri, e la risposta è si. Dategli il benvenuto, d'ora in avanti faranno parte del nostro gruppo. Riguardo a voi due ragazzi avete già conosciuto Beatrice e Scar, avrete modo di conoscere anche tutti gli altri.-
-Prima di dare per scontato la nostra permanenza, vi domando per la seconda volta, per quale diavolo di motivo siamo qui, e questa volta esigo una risposta.- lo interruppe stizzito il giovane Damiano.
-Il motivo è semplice, e ve lo espongo subito. Faccio parte del team di scienziati che ha scoperto il gene Emme in Russia anni fa, passato lo stupore iniziale, l'adozione della scoperta non fu semplice per i governi mondiali, e come ben sapete da qualche mese è in atto il protocollo Controllo. Questo protocollo ha, come obbiettivo primario, il controllo su di voi, per limitare incidenti spiacevoli già avvenuti in parti diverse del mondo. C'è però da fare una distinzione tra gli Awakened ovvero: gli Alfa e gli Omega. Ma non voglio ubriacarvi di nozioni al momento, voglio solo che sappiate che il consiglio che ha attuato il protocollo Controllo, ha preso una strada molto dura per così dire. Io invece ho deciso di creare questo gruppo privatamente, spendendo soldi e tempo, per il vostro bene, e per il futuro del gene Emme. Ho scelto quest'isola italiana anni fà per riunire tutti i ragazzi, grazie anche a Beatrice che tramite il suo potere è riuscita a contattarvi in ogni parte d'Europa. Quindi non sono qui per obbligarvi, ma per chiedervi gentilmente di aiutarci, e di prendere parte al progetto. Allora, accettate ? Non dovete rispondermi, qui abbiamo un usanza. I nuovi arrivati ,se accettano, devo dar luce al loro potere in presenza di tutti.
Damiano era assalito dall'incertezza, ma voleva saperne di più. Sul suo potere, sul suo futuro, ma soprattutto su Beatrice. Come era possibile che con un semplice sguardo la ragazza fosse riuscita dove tutte avevano fallito?
Allora Il Bianco guardò Ciro e con un cenno quasi impercettibile i due si capirono al volo.
Damiano fece due passi, si tolse il berretto, i suoi capelli iniziarono a fluttuare nell'aria, cosi come ogni singolo oggetto della stanza. I vetri delle finestre esplosero, i muri erano in procinto di accartocciarsi. Impotenza e paura si facevano strada nell'animo dei presenti, attoniti ed immobili, eccetto Il Protettore. Poi di colpo tutto ricadde giù, e tornò la quiete.
-Dov'è la mia stanza?- domandò Il Bianco.
By Frask 14
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