La sanità del nostro Paese è tra le migliori al mondo?
Leggete.
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L’ultima classifica Bloomberg colloca la sanità italiana al terzo posto al mondo per efficacia.
Succede perché l’ente americano mette in relazione l’aspettativa di vita con i soldi spesi per la salute.
Visto che gli italiani, per vari motivi, sono particolarmente longevi, la contestuale riduzione del finanziamento ci fa conquistare il podio.
a dirlo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, all’interno dell’indagine emersa la settimana scorsa su L'Espresso (dal quale traggo le informazioni).
Il dato più puntuale (e drammatico) dell’ Euro Index Consumer Health:
https://healthpowerhouse.com/files/EHCI_2016/EHCI_2016_report.pdf
l’Italia è al ventiduesimo posto su 36 paesi, ma soprattutto è crollata di 11 posizioni in dieci anni.
Un danno immenso per le future generazioni perchév stando ai dati pubblicati dal Consiglio dei ministri nel Documento di Economia e Finanza, nel 2018 il rapporto tra la spesa sanitaria e la ricchezza prodotta nel Paese, cioè il Pil, scenderà a quota 6,5 per cento, soglia limite indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Sotto, non è più possibile garantire un’assistenza di qualità e neppure l’accesso alle cure, con una conseguente riduzione dell’aspettativa di vita.
Il futuro?
Un dramma.
L’emergenza continuerà nel 2019, quando si scenderà al 6,4 per cento, per poi sprofondare al 6,3 nel 2020.
Da considerare che Francia e Germania spendono il 30% in più.
Ma ancora, si legge nell’inchiesta:
Gli stipendi dei medici sono fermi a dieci anni fa, il turnover è bloccato ed il numero di infermieri è di 5,4 unità per mille abitanti, contro i 9 della media Ocse (in Germania sono 10,2 ed in Svizzera 18).
Dulcis in fundo.
Giovani medici precari e pochi posti per le specializzazioni che promuovono ad un’emigrazioni di giovani menti che sono costate allo Stato 24.000 euro in formazione ciascuna, macchinari nell’83% dei casi obsoleti e vecchi primari, il 52 per cento dei camici bianchi ha più di 55 anni, record europeo.
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Quando ho letto l'articolo ho notato che i numeri non tornano, mi ricordo di aver letto costi di formazione molto più alte e % di obsolescenza più basse (83% è davvero troppo).
Infatti ho trovato un vecchi articolo del Sole 24 ORE che conferma i costi di formazione più alti
http://www.anaao.it/public/aaa_7161194_sanita24.pdf
ma non sono riuscito a trovare le percentuali di obsolescenza dei macchinari negli ospedali italiani.
Sta di fatto che non stiamo messi benissimo, ma vi assicuro che c'è di peggio..
Secondo me l'Italia dovrebbe utilizzare il modello sanitario tedesco
Beh credo che sia sotto gli occhi di tutti che molti reparti stanno chiudendo, accorpati in altri ospedali. Negli ultimi 5 anni la situazione è al limite del tollerabile.
Per la sua gravidanza, mia moglie che era fermamente convinta di non voler andare da ginecologi privati, ha fatto visite in ospedali sempre diversi, a volte lontani anche decine di km da casa. Io la definisco una situazione intollerabile.
Sarà così, ma non è tutto oro quel che luccica...