Le nostre città sono ricche di storia, di dettagli e di colori. Vale sempre la pena di guardarsi in giro con attenzione: se si ha con sé una fotocamera (se usata con un minimo di criterio, è sufficiente anche quella dello smartphone!) si può catturare quei frammenti che rischiano di passare inosservati. La decorazione di una porta, un raggio di luce, un contrasto di colori, un chiaroscuro affascinante, una texture inaspettata, una geometria emozionante.
Gli edifici parlano, è interessante ascoltare quello che hanno da dire...
Ho scattato questa foto perché sono stata attirata dal passaggio tra la luce e l'ombra, dal cambio di colore tra il caldo e il freddo, dalle linee geometriche e dagli stemmi sul portone. Se non ci fosse la parte in basso (che tradisce una scarsa cura dei selciati da parte dell'amministrazione urbana, ma questo è un altro discorso...), sembrerebbe un bianco e nero.
Anche in questo caso, oltre al gioco geometrico degli archi su piani differenti, quello che mi ha colpito è stato il passaggio tra l'ombra e la luce ed il cambio di tonalità. La chiusura in semplici assi di legno, perimetrazione di un cantiere che chissà quando e se finirà, non riesce a nascondere del tutto uno spazio raffinato che, se restituito alla città, avrebbe tanto da raccontare.
Una texture di un portone di un palazzo del centro città, piena di segni materici e lasciati dal tempo, e di piccoli interventi umani per il suo assemblaggio e per il mantenimento delle sue funzioni: piastre, chiodi e borchie. E il colore: sapete perché spesso i portoni delle case patrizie venivano dipinti con tinte della gamma dei verdi? Nell'edilizia storica ogni aspetto era curato e pensato, e questa tinta in particolare voleva evocare, pur data sul legno, un materiale più nobile: il bronzo, che quando si ossida diventa proprio di questo colore.
Un altro particolare di un palazzo in piena luce, carico di contrasti dati dalle ombre. Mi ha affascinato la geometria regolare, ricercata al punto di creare false bocche di lupo (le finestre delle cantine, quella vera, da cui passeggiando si sente arrivare il fresco) e quella finta, creata solo per amore di simmetria.
Sarà la deformazione professionale, ma vedere l'attenzione con cui ogni particolare veniva progettato e messo in opera nell'edilizia storica, confrontato a quella di oggi, in cui le scelte sono dettate principalmente dal massimo (apparente) risparmio, mi commuove un po'.
L'utilizzo dei colori differenti nelle diverse parti degli edifici, aveva anche un'utilità economica che oggi non conosciamo più: differenziare i colori a seconda delle parti serviva anche ad ottimizzare i costi di manutenzione. Un ritocco alle cornici delle finestre o allo zoccolo, le parti più esposte al degrado, costa molto meno di ritinteggiare un'intera facciata...
Effettivamente l'ottimizzazione dei costi di manutenzione solo utilizzando colori diversi era una genialata...
Bellissimo post, è una analisi interessante. Perché ritieni "apparente" il risparmio nelle costruzioni moderne?
Ti ringrazio perché leggere i tuoi commenti osservando le foto ha avuto due effetti su di me.
Grazie del commento @meeplecomposer! Il discorso è un po' lungo, perché è inerente sia al "micro" che al "macro", all'"oggetto edificio", al suo ciclo di vita dalla costruzione al mantenimento, fino alla sua "morte", al territorio nel suo complesso, all'ambiente.
Alla ricaduta economica che ha comportato la perdita di tanti mestieri, nel passaggio da un mondo che si serviva di manodopere altamente specializzate (il confine tra l'artista e il mastro muratore di un tempo era labile) a quello di oggi in cui questa cultura è venuta a mancare, non solo nelle maestranze ma anche tra gli architetti.
All'indotto turistico dato dal saper prendersi cura e conservare con criterio, un patrimonio edilizio storico di valore inestimabile proprio del Vecchio continente in generale, e dell'Italia in particolare.
Volevo intendere infatti risparmio apparente sia nelle costruzioni moderne che in tanti interventi di recupero effettuati oggi, quelli che sviliscono gli edifici unificando colori, tecniche e materiali: una bella mano di grigio o di giallo su tutto e via...
Il primo risparmio, su base "micro" è quello che già citavo, riferito ai costi di manutenzione, ma non solo.
Il modo di costruire "medio" dell'edilizia moderna (intendo dal secondo dopoguerra ad oggi, escludendo gli edifici contemporanei in "classe A") si basano su scelte volte al "meno": meno varietà di materiali, meno quantità di materiali, meno colori, meno manodopera, meno tecniche costruttive, meno decorazioni, e così via, cercando un appiattimento ed una standardizzazione basata sostanzialmente sul laterocemento e sui materiali plastici.
In realtà quello che si è ottenuto sono edifici con scarsissima inerzia termica (quella data dai "muri spessi" di un tempo, quelli dove ancora oggi entrando in piena estate trovi sollievo anche se non è acceso nessun condizionatore), dalla "pelle sottile" (gli intonaci che un tempo erano a tre strati ed ora al massimo due), con una grande quantità di componenti sintetiche. Tanti sistemi compensativi (e costosi) per ottenere quello che prima "veniva da sé". Non possiamo stupirci se il clima è cambiato, se ogni anno la bolletta elettrica cresce, se le città sono sempre più calde, visto che praticamente non esiste casa moderna in cui non si fa andare a balla il condizionatore, per dirne una...
Molto chiaro... probabilmente l'attenzione all'abbassamento dei costi era molto più elevata rispetto all'attenzione verso gli aspetti climatici. Ora che mi ci fai pensare, lo studio nel quale lavoro si trova in un bel palazzo degli anni '30 e non abbiamo quasi mai bisogno di accendere condizionatore o pompe di calore. E' caldo d'inverno e fresco d'estate. Adesso forse le cose stanno cambiando... Spero che con tutta questa attenzione all'ecosistema, al riciclo, la progettazione contemporanea si avvierà (o sarà obbligata ad avviarsi) verso una maggior attenzione a molti degli aspetti da te citati.
I ritmi frenetici della vita attuale spesso ci portano a trascurare la bellezza delle piccole cose oppure a non vedere il bello che c'è sotto i nostri occhi. Grazie per il tuo post che è un invito a fermarsi, a guardare con più attenzione e a cercare le sfumature di storia e bellezza che ci circondano...
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Grazie per il tuo commento che ha colto lo spirito con cui l’ho pubblicato :)
Ottime descrizioni, con passione e cura e che spettacolo le foto! Piacenza?
grazie @armandosodano! Sì, sono piccoli dettagli catturati a Piacenza :)
Hello @heidi71, thank you for sharing this creative work! We just stopped by to say that you've been upvoted by the @creativecrypto magazine. The Creative Crypto is all about art on the blockchain and learning from creatives like you. Looking forward to crossing paths again soon. Steem on!