Sono vecchia, la tecnologia mi ingoia e mi rigurgita senza pietà. Non riesco a stare al passo con i tempi, ma, in fondo, non so nemmeno perchè dovrei.
Oggi ho scoperto che il libro più venduto su Amazon, primo in classifica, è quello di una raggazzina di 15 anni, una youtuber di nome Iris Ferrari, che spopola sul web con centinaia di migliaia di followers.
La sua prima fatica letteraria si intitola "Una di voi", e ha venduto in sola prevendita oltre duemila copie.
"Sarà un fenomeno", ho pensato, così sono andata ad informarmi un po' e a guardare alcuni dei suoi mirifici video.
E lì ho capito che sì, sono vecchia, perchè se alla sua età mi fossi filmata in quel modo mia madre mi avrebbe mollato uno scapaccione biblico dicendomi di smettere di fare la stupida. Quando ballavo in camera mia, con la musica ad un volume accettabile, perchè ai vicini non interessavano i Duran Duran e guai ai vinti se solo avessero sentito due o tre note di Wild boys, c'era sempre l'ombra materna o paterna che passava davanti alla porta della mia camera, rigorosamente aperta, buttando dentro un occhio misto di disperazione, compatimento, sorrisetto trattenuto e sospirone annesso.
Invece la giovane Iris fa video a raffica, dicendo una marea di cose prive di senso, tagliando ogni due secondi perchè evidentemente non è in grado di dire tre parole di fila senza impappinarsi. E poi balla, muovendo la bocca a ritmo della musica, che manco Heather Parisi strafatta di crack farebbe così pena.
Ho scoperto quindi che esiste una App che si chiama musical.ly, dove la gente si filma mentre mima le parole delle canzoni, dei film, di qualunque cosa.
Fa sketch pseudo comici, va in onda dal vivo mentre si lancia in mare dalle scogliere o va al supermercato. Milioni di followers, cuoricini di apprezzamento e visualizzazioni. Milioni.
Così a 15 anni ottieni un contratto editoriale, inizi a fare eventi in piccoli posti, che non conosce nessuno, tipo Piazza Duomo a Milano, diventi ricco famoso, scrivi un best seller e credi di essere già arrivato nella vita. Cavalchi l'onda della moda, finchè ti porta a riva, allora occhio a non spiaggiarti, perchè è un attimo sprofondare dalla prima posizione su Amazon alla centomilionesima e ritrovarsi con la sabbia fra i denti.
Questa società senza contenuti, basata sull'apparenza, sulle faccine divertenti su youtube, sulle fote del prifilo Instagram e gli Snapchat in macchina, dove ci porterà?
I ragazzini non mostrano rispetto per niente e nessuno: è normale dire al mondo che si odia la scuola, i propri insegnanti, che questo fa schifo e che palle quest'altro. Solo a scrivere queste cose sento bruciare la punta dell'orecchio, un riflesso condizionato dal passato per la sberla con anello che avrei ricevuto da mia madre! "Guai a te se dici certe cose sai! Ti lavo la bocca col sapone se ci provi di nuovo" avrebbe aggiunto mio padre.
Invece no, Iris odia la scuola e gli insegnanti e lo dice in rete a milioni di persone.
Dieci consigli per essere come Iris, così si intitola uno dei suoi video con più visualizzazioni. Decine e decine di commenti. Lei ci balla sopra, ma poi qualcuno che non ha i suoi stessi followers, vorrebbe la sua fama ed è incazzato come una biscia per questo, prende un coltello e apre la faccia alla professoressa. Questa è la verità, l'altro lato della medaglia social.
Come detto, io ormai sono vecchia per queste cose. Preferisco riascoltare il disco dei Duran Duran, magari in vinile, leggendo un buon libro con in mano un bicchiere di wiskhey, più facilmente di coca cola, e ricordare l'innocenza dei miei quindici anni, quando il futuro era ancora un mistero ricco di potenziale, da scoprire giorno per giorno guardando dalla finestra e non attraverso lo schermo di un telefonino.
Secondo me tutto è partito con Favij e simili: guardavo questi ragazzini che giocavano ai videogiochi, si riprendevano, davano la voce ai personaggi e ricavavano in cambio centinaia di migliaia di visualizzazioni.
E mi domandavo, ma veramente basta così poco? Veramente la star di youtube è uno che gioca ai videogiochi e si riprende? Boh...