Contro la meritocrazia
Si sente spesso parlare di meritocrazia, dando per scontato che la meritocrazia sia una cosa giusta, positiva, utile per la società, in poche parole il miglior metodo per gestire una società in modo equo.
Ma è veramente così?
Non faccio esempi italiani, perché l'Italia è anni luce distante dall'avere una struttura meritocratica in qualsivoglia aspetto della società.
Nei paesi del nord europa e, soprattutto, nei paesi anglosassoni, non solo ci si riempie la bocca di meritocrazia, ma si cerca anche di applicarla.
Perché io sono fortemente contrario alla meritocrazia?
In prima istanza appare spesso una giustificazione ex-post di una posizione di predominio sostanzialmente ingiustificata.
Spesso si parla di merito riferendosi a persone che hanno creato un impero economico basato più su colpi di fortuna, colti, certo, al volo, ma che sono capitati a chi non brillava per doti particolari, piuttosto della caratteristica di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, sempre se invece dietro non ci siano magari anche forzature di vario tipo.
Secondo me non si può mettere in dubbio che Sir Clive Sinclair sia un genio di ben altro valore rispetto ad un Bill Gates, ma non ha avuto la stessa fortuna.
Chi può pensare che Linus Torvalds sia meno meritevole di Steve Jobs?
Quindi, anche nelle società che si dicono meritocratiche, questa appare più una scusa a posteriori, del tipo: se ha avuto successo si vede che se lo merita...
Ma cosa dire di una vera e reale meritocrazia, ammesso che sia possibile?
A mio parere, ammesso e non concesso che si riesca ad applicare veramente, la meritocrazia non è né giusta, né positiva, né utile.
Non è giusta perché per primeggiare sugli altri, in ultima analisi, servono doti innate che vengono trasmesse geneticamente e di cui il possessore non ha alcun merito o demerito, si tratta di un regalo dei genitori e, nascere con queste doti, è puramente dovuto alla fortuna.
Non è positiva perché, in realtà, tende a creare delle elitè auto-alimentate, visto che alla fin fine è un patrimonio che si trasmette per via familiare esattamente come quello economico, quindi i più ricchi saranno avvantaggiati anche in una società meritocratica che ipoteticamente desse esattamente le stesse opportunità a tutti.
Non è utile perché non fa crescere positivamente la società nel suo complesso e mette al centro un tipo di successo che si certifica in base alla capacità di arricchirsi e non alla capacità di migliorare la società o, anche, tutto sommato, ad essere personalmente felici.
Se cercate le foto di Linus Torvalds su internet vedrete un signore tranquillo, paffuto e sorridente, un'immagine completamente antitetica rispetto al viso corrucciato, stanco e, alla fine, malato di Steve Jobs.
In una organizzazione che si prefigge di ottenere dei risultati, sono molto più importanti le persone mediocri, che lavorano senza bruciarsi, che sono disposte a collaborare con gli altri; sono queste persone che permettono di ottenere dei risultati e di far crescere la società complessivamente, tendendo a non lasciare indietro nessuno.
Per tutti questi motivi io credo che sia profondamente sbagliato cercare di mettere in pratica un modello meritocratico e premiare i migliori con stipendi più alti o vantaggi di qualunque tipo.
su questo argomento ultimamente ho rivisto la pia posizione, che in origine era posta su basi favorevoli alla meritocrazia. Ad oggi sono convinto che le società civili devono riconsiderare i bisogni delle persone più che i meriti. E' comunque percorribile un modello che sia in equilibrio tra la riconoscenza di chi produce valore per la società e le necessità degli individui che hanno bisogno di quel valore che, abitualmente usano e contribuiscono anche loro con la manovalanza nella creazione. Duttilità è forza, cit Stalker.
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Ottima riflessione. Occorre sempre domandarsi chi decide cosa sia il merito e in base a cosa lo decide =)