Il mondo di Tatemalua
Ricordo ancora quella notte. Mi svegliai tutta sudata.
Mi voltai verso destra, la debole lucina della cameretta mi fece rendere conto che lei era ancora lì.
La osservavo dormire e nel petto sentii improvvisamente quiete.
Quel sogno voleva farmi credere che me l'aveva portata via, ma non era così, lei era avvolta, come un involtino, nelle coperte col suo pupazzo preferito.
Sembrava un angioletto con gli occhi chiusi, l'esatto contrario di quel che era, invece, quando li aveva aperti.
Mi stavo rimettendo stesa quando mia sorella mi sussurrò:
Lei: "Te la ricordi la tenda dove giocavamo tutto il tempo assieme?"
Mi girai e la guardai.
Io: "Ma certo, come faccio a dimenticare il mondo che avevamo creato assieme?"
Lei: "Mi manca."
Abbassai lo sguardo triste.
Lei: "Te la ricordi la tribù di Indiani che voleva sempre attaccarci, perché noi gli rubavamo i cappelli con le piume?"
Annuii. Pensavo al tempo che era passato: cinque anni.
Il tempo vola.
La guardai e le proposi di ricostruire quel momento, le proposi di tornare nel passato.
Lei era entusiasta, saltò giù dal letto e con quegli occhioni dolci ripetè: "Torniamo nel mondo di TATEMALUA!"
Così chiamavamo il mondo immaginario che avevamo creato.
Per non svegliare i nostri genitori, che erano nella stanza a fianco, ci dirigemmo in cucina in punta di piedi e sotto le braccia trasportavamo più coperte che potevamo.
Iniziammo a mettere le sedie del tavolo in circolo.
Finito il cerchio ne togliemmo una per creare l'ingresso.
Poi iniziammo a mettere tutte le coperte che avevamo al di sopra delle sedie, coprendole.
Mia sorella corse fuori al balcone a prendere due scope e, entrata sotto la tenda, le posizionò al centro del cerchio che avevamo creato. Io posi delle altre coperte all'interno per creare una base sul pavimento dove poterci stendere; portai infine dei cuscini, per stare più comode.
Lei: "Finita, ora non ci resta che entrare e rincontrare la coniglietta Betti, l'elefante Danny, la lepre Pappona! Gli indiani con i loro cappelli adornati con mille piume di tanti diversi colori e tutti gli altri!"
Avevamo dieci anni quando rifacemmo la tenda di Tatemalua.
Era bellissimo vederla così, le brillavano gli occhi. Non potei far altro che annuire.
Ci immergemmo con la nostra compagna Luminux, che era il nome della nostra lampada a pile, nelle meraviglie del nostro mondo immaginario.
Il petto mi esplodeva dalla gioia. Io ero li, lei era lì, non avevamo bisogno di niente e di nessuno, solo l'una dell'altra.
Finito di riesplorare Tatemalua con la più profonda immaginazione, concludemmo formando delle immagini proiettate sulla tenda con l'ausilio delle mani e con la Luminux. Ridendo e scherzando lei mi disse:
Io la guardai un po' perplessa, non mi aveva mai rivolto domande simili.
Io: "Ma certo che staremo sempre assieme, perché questa domanda?"
Lei: "In classe ho sentito parlare le maestre e dicevano che da grandi il rapporto tra sorelle svanisce, diventa solo un rapporto di interesse.
Però non ho capito che vuol dire di interesse."
Mi alzai all'impiedi e ponendo le mani ai fianchi le dissi: "Allora, questo chi lo ha creato?"
Lei: "Noi!!"
Io: "Secondo te questo ben di Dio può essere distrutto? Io e te insieme siamo una forza della natura. Abbiamo sorvolato, in groppa a draghi, le meraviglie del mondo, abbiamo esplorato paludi piene di insetti, di ragni, di mostri sparsi ovunque, abbiamo superato ostacoli ben maggiori del diventare grandi Io e te crescendo ci uniremo sempre più, perché in due gli ostacoli si superano meglio. Io non ti abbandonerò mai, non ti lascerò mai da sola, io ti resterò a fianco finché il mio cuore non sarà altro che cenere. Tu sei tutto quello di cui ho bisogno, sei mia sorella e ho il compito di curarmi di te fino alla fine dell'eternità!"
Mia sorella mi si buttò addosso facendomi cadere con la testa sulla pila di cuscini che fortunatamente avevo messo nella tenda.
Lei: "Anche tu sei la cosa più bella che ho e anche io mi prenderò cura di te. Ci impegneremo a tenere in vita TATEMALUA!"
Ci addormentammo navigando tra le acque della fantasia finché i nostri occhi non si chiusero e ci addormentammo così, strette in un abbraccio caldo.
Un racconto bellissimo ed emozionante, mi sono quasi commosso :) scrivi davvero molto bene complimenti!
Grazie infinite per il tuo commento. Spero che i prossimi che leggerai potranno suscitare in te molte altre emozioni.