L'eterna fanciullezza

in #ita7 years ago (edited)

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Nel 1984 lo psicologo Dan Kiley diede il nome ad una patologia che colpisce, molto spesso, gli adulti: la sindrome di Pater Pan.

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Perché chiamarla cosi?
Conosciamo tutti la storia del bambino che vive nell'Isola Che Non C'è, e che vuole vivere per tutta la vita come un fanciullo.
Per questo tale sindrome è chiamata così perché si manifesta in individui, più frequente uomini, che rifiutano le regole della vita, che hanno paura di prendere determinate decisioni, che non accettano ordini, sono persone che non hanno alcuna voglia di avere responsabilità, che vogliono rimanere Bambini.

Le cause di di questa patologia sono da ricercarsi nei primi anni di vita del paziente, che viene imprigionato, contro il suo volere, in "un'ampolla di vetro". Questo involucro creato dai genitori, iperprotettivi, inizialmente gioverà al bambino, ma col susseguirsi degli anni lo porterà a sentirsi soffocato, incapace di poter affrontare i problemi che la vita gli pone sulla strada, si sentirà in una gabbia!

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Vs

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Tenere all'oscuro la realtà e risolvere i problemi al posto suo portano il bambino a pensare che i genitori non si fidino delle sue capacità, lo fanno sentire inadeguato. Quindi non è bene essere iperprotettivi nei confronti di un figlio: il bambino ha bisogno di cominciare a contare anche un po' sulle sue capacità.

Nell'inconscio dell'individuo, protagonista di tutte queste attenzioni, scaturisce un odio nei confronti dei "Carnefici", che vengono bombardati da continue richieste di attenzioni, con attacchi verbali, spesso accompagnati anche da violenza fisica.
Tutto ciò accade perché il Peter Pan vuole essere continuamente accontentato.

Il Peter Pan manca di autostima,di responsabilità, ma è presente in lui una continua cura fisica e del suo benessere personale.
Infatti può essere visto come una persona interessata solo a realizzare e a gratificare i propri interessi materiali, manca di sentimenti nei confronti d'altri. Vuole solo godersi la vita e non ascolta nessun altro pensiero che non sia il suo, è egocentrico ed è interessato solo al divertimento.

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Ma tutto questo è, in realtà , racchiuso nella paura della inadeguatezza associata alla troppa apprensione ricevuta dalla nascita fino a quel momento.

La cura per questa sindrome risiede nello scavare nel passato dell'individuo ricercando ciò che ha fatto scattare il problema: ciò può essere la famiglia o un partner.
Bisogna far sentire il soggetto non parte del problema.