Eroina part 2/2
(segue a Eroina part 1/2 https://steemit.com/ita/@lucaboccassi/in-sostanza-eroina)
Meccanismi di azione
Gli oppioidi agiscono come agonisti su siti del sistema limbico (corteccia frontale, amigdala ed ippocampo) e su recettori per sostanze endogene. Influenzano aree del Sistema Nervoso Centrale connesse con la percezione del dolore. Intervengono nella regolazione del tono dell’umore (globus pallidus, stria terminale, locus ceruleus).
Come si usa
Sniffata
In questo modo l’eroina entra nel flusso sanguigno in modo graduale. Il sangue porta la sostanza al cervello e gli effetti sono percepibili entro 15 minuti circa. Esiste il rischio di overdose, anche se basso.
Fumata
Con il surriscaldamento della polvere, e la susseguente inalazione dei vapori, la sostanza entra nel flusso sanguigno attraverso i polmoni. Gli effetti sono quasi immediati e causano la sensazione di calore comunemente associata al ‘flash’. Una percentuale della sostanza (dal 15 al 25 % circa) viene perduta nel processo di surriscaldamento e ciò riduce il pericolo di overdose.
Iniettata
Alcuni anni fa si doveva sciogliere la sostanza in acido citrico o ascorbico, il classico succo di limone entrato a far parte dell’iconografia del tossicodipendente da eroina. Oggi la sostanza presente sul mercato può essere disciolta, al fine della assunzione endovenosa, semplicemente in acqua. Attraverso la via iniettiva un grosso quantitativo di sostanza passa dal flusso sanguigno direttamene al cervello. Iniettare è di gran lunga la modalità di assunzione più rischiosa, soprattutto rispetto alla possibilità di contrarre malattie infettive (AIDS in primis). Il pericolo di overdose è alto.
Effetti desiderati
Gli effetti includono un ‘flash’ iniziale (della durata di circa 30-60 secondi, dovuto alla saturazione dei recettori oppioidi) accompagnato da sensazioni di calore diffuso, a cui sopravviene un senso di rilassatezza e benessere (occhi semichiusi, movimenti insicuri e ciondolanti, difficoltà di verbalizzazione). Dopo circa un'ora compare il picco massimo dell'effetto: la mente raggiunge una sensazione di pace, il corpo, anestetizzato da un incondizionato senso di piacere misto ad un'esaltazione interiore, tende ad isolarsi per "vivere" l'esperienza e ogni tipo di problema sembra essere dimenticato. L’intensità e la durata degli effetti sono correlate alla quantità assunta, alla modalità di assunzione e al grado di assuefazione raggiunto; generalmente l’effetto si esaurisce completamente entro 4 - 6 ore.
La dose letale per soggetti non assuefatti è di circa 100 mg. Molte persone dipendenti da eroina ne assumono sino a 5 grammi al giorno divisi in più dosi.
Effetti collaterali
Le conseguenze immediate dell’assunzione di eroina, specialmente nelle prime esperienze,’ includono spesse un forte senso di nausea e vomito. Molte complicanze della dipendenza da eroina sono correlate ad una somministrazione della sostanza in condizioni non igieniche. Altre sono dovute alle proprietà intrinseche della droga, a overdose, oppure al comportamento durante lo stato di intossicazione concomitante al consumo della sostanza. Complicanze frequenti sono i problemi polmonari, le epatiti, i disturbi di tipo artritico, le alterazioni immunologiche e i disturbi neurologici.
L’uso protratto di eroina può causare problemi ai denti (tipica la figura dell’eroinomane senza denti). Sembra che questo tipo di danno non sia correlato al tipo di alimentazione o ad una scarsa igiene dentaria. Nelle donne si può verificare amenorrea, la scomparsa temporanea delle mestruazioni. Questo stato però non influenza l’ovulazione e si può rimanere incinte anche in assenza di un ciclo regolare.
Gli eroinomani e gli altri consumatori di droghe per via endovenosa hanno un rischio estremamente elevato di contrarre l’infezione da HIV e l’AIDS. Nelle comunità dove aghi e siringhe sono stati spesso condivisi, la diffusione dell’AIDS ha assunto proporzioni devastanti. L’uso degli aghi infetti e le continue iniezioni possono inoltre provocare endocardite batterica ed epatite.
In gravidanza, poiché l’eroina e il metadone passano liberamente la barriera placentare, il feto sviluppa subito una dipendenza fisica. La sospensione dell’eroina o del metadone nelle donne incinte alla fine del terzo trimestre può precipitare un travaglio precoce. Sebbene l’astinenza sia la cosa migliore per il feto, spesso le madri astinenti tornano all’uso di eroina trascurando le cure prenatali. Le donne dipendenti incinte possono essere stabilizzate meglio con il metadone, piuttosto che essere disturbate da tentativi di sospendere gli oppiacei. La madre in mantenimento con metadone può accudire il proprio neonato senza causargli alcun problema clinico manifesto; la concentrazione del farmaco nel latte materno è minima. I neonati di madri dipendenti da oppiacei possono presentare tremori, pianto stridulo, reazioni di paura, convulsioni (raramente) e tachipnea.
Mix
Il consumo contemporaneo di alcolici e psicofarmaci può portare più facilmente ad una overdose.
La miscela di cocaina ed eroina prende il nome di speed-ball mentre il Frisco speed-ball è l’assunzione concomitante di cocaina, eroina ed Lsd.
Tolleranza, assuefazione, dipendenza, astinenza
L’uso occasionale di oppioidi "di farmacia", presi secondo le regole, non crea problemi, come ci insegna la storia della medicina del secolo scorso. La dipendenza è un fenomeno rarissimo nell’uso terapeutico, in cui gli oppioidi possono essere abbandonati senza problemi, diminuendo gradualmente le dosi per evitare una crisi da astinenza. In una famosa ricerca, su 11.882 pazienti che avevano ricevuto oppioidi a scopo analgesico, solo 4 mostrarono segni di dipendenza (Porter J, Jick H, in New England Journal of Medicine 1980). Nell’uso terapeutico, lo sviluppo di tolleranza non è né inevitabile né automatico.
Le persone attratte dagli oppioidi per i loro effetti euforizzanti, possono facilmente sviluppare addiction (tossicodipendenza). L'uso continuativo determina, col tempo, "tolleranza" (necessità di aumentare la dose per ottenere gli stessi effetti) e "dipendenza fisica" (adattamento dell’organismo alla presenza della sostanza) con la comparsa di un grave e prolungato malessere, accompagnato da tipici disturbi, in caso di sospensione improvvisa (crisi da astinenza).
La sindrome da astinenza si manifesta in seguito a mancata assunzione della sostanza allorché la persona ne faccia uso quotidiano o anche da un periodo limitato a 2-3 settimane precedenti. Nella sindrome da astinenza i primi sintomi compaiono dopo 6-12 ore dopo l'ultima assunzione: respiro velocizzato, sudorazione, scarichi di liquidi nasali, sbadigli. Dopo 24 ore la pupilla si dilata, insorgono tremori, dolori e scosse, la pelle diventa fredda, sudata, con peli eretti (la cosiddetta sindrome da tacchino freddo, cold turkey). Tra 24 e 48 ore, oltre ad aumentare questi sintomi, si aggiungono agitazione, insonnia, elevazione della temperatura e della pressione, del respiro e del battito cardiaco, con vomito e diarrea. Tra il secondo e il terzo giorno compaiono brividi squassanti e sensazione di freddo intenso, i piedi scalciano involontariamente, si sentono forti dolori alle ossa. Se il soggetto resiste a questa situazione per una settimana o due, senza assumere l'eroina, i sintomi cominciano a calare.
Durante la sindrome di astinenza si verifica il fenomeno cosiddetto craving conosciuto come "il desiderio di procurarsi l’effetto di una sostanza psicoattiva conosciuta". Il desiderio, qualora non soddisfatto, causa intensa sofferenza psichica e fisica con idea fissa; sovente si accompagna a sintomi depressivi.
Overdose
La patologia più grave direttamente legata all'abuso di oppioidi è la sindrome da iperdosaggio: l’overdose. In Europa gli oppiacei sono stati rinvenuti nel 82% dei casi di overdose mortali. L'overdose si manifesta con estrema velocità e potenza. Il sintomo più grave è la depressione respiratoria, che può portare alla morte immediata per insufficienza respiratoria, per asfissia. Marcata è anche una generale inibizione delle funzioni del sistema nervoso centrale che può portare al coma.
La tipica sintomatologia da overdose è costituita dalla triade:
a) diminuito livello di coscienza;
b) depressione respiratoria;
c) miosi pupilare (pupille a spillo)
La morte da reale overdose generalmente avviene nei soggetti che non hanno sviluppato tolleranza alla sostanza, e questo non è il caso dei tossicodipendenti, e che assumono eroina per la prima volta o tossicomani disintossicati che si riavvicinano nuovamente all'eroina. Il rischio di overdose per un soggetto non tollerante è molto elevato; la dose tossica è solo di poche volte superiore alla dose efficace.
Per comprendere le cause dei decessi dei tossicodipendenti occorre tenere presente, in primo luogo, che l'eroina di strada è una miscela di più sostanze e che molto spesso è accompagnata dall'assunzione di altre droghe, in concomitanza con l'eroina, come alcool e psicofarmaci (benzodiazepine). Molti decessi sono invece da imputare alla sommatoria della tossicità della droga con le varie sostanze usate per il "taglio" dell'eroina spacciata in strada: stricnina, chinino, talco, efedrina, nicotina, cianuro, acido salicilico, amido. Non infrequenti sono inoltre i casi di morte per shock anafilattico; reazioni immunitarie acute alle sostanze da taglio o ad altre impurità presenti nell'eroina da strada. Le periodiche epidemie di decessi tra gli eroinomani abituali, invece, avvengono nei casi in cui partite di sostanza molto pura raggiungono, per vari motivi, le piazze di spaccio. La gran parte dei decessi connessi all'uso di eroina, tuttavia, non sembra imputabile a iperdosaggio dell'oppioide.
Un’overdose va trattata nel più breve tempo possibile chiedendo soccorso medico ed iniettando, al più presto, una o più fiale di naloxone (Narcan), un antagonista specifico degli oppioidi. Il naloxone è attivo solo contro l’intossicazione da oppioidi e non è pericoloso, non avendo praticamente controindicazioni. Va usato a dosi ripetute, fino a risvegliare il soggetto dal coma: andare oltre può provocare una crisi acuta da astinenza. L’effetto del naloxone è di relativa breve durata (30 min.), per cui, il soggetto va tenuto sotto controllo per evitare che, cessati gli effetti del farmaco, ricada rapidamente nel coma e nella depressione respiratoria. Può essere comprato anche senza ricetta medica.
le immagini provengono da pixabay tranne l’ultima che è una foto ad un foglio che ho scritto
Fonti:
Dott.ssa Emilia Sardella, materiale di studio interno all’Unità di strada Tiburtina
Dott. Michele Pellegrino, comunicazioni personali
Guido Blumir, Eroina, 1976
Visigalli, G. Ballarati, F. Sabetta, Il trattamento di un tossicodipendente da oppiacei in un dipartimento di emergenza, giugno 2006
Roberto cavallaro, Operazione bluemoon, eroina di stato, raistoria
Sei un divulgatore veramente bravo, hai un modo di scrivere non pretenzioso 👍Post (doppio) veramente bello
grazie mille.
Ho letto anche la prima parte, nozioni interessanti che per la maggior parte ingnoravo.. personalmente ho sempre evitato le droghe pesanti che mi hanno sempre spaventato ma anche "affascinato"...deve essere un lavoro impegnativo il tuo...
Complimenti per i post!