Amfetamine (Parte 2/2)
Riprendiamo il discorso da dove lo abbiamo lasciato ieri ed approfondiamo aspetti legati al consumo ed ai rischi connessi con l’uso della sostanza.
Come si usano
L’amfetamina può essere: ingerita, fumata, sniffata, iniettata.
Il metodo più semplice di usare l’amfetamina è quello di ingoiarla; sia miscelandola in una bibita, sia avvolgendola in una cartina di sigaretta. L’effetto arriva gradualmente e dura più a lungo che con altri metodi. Sniffandola in polvere si ha un effetto più rapido che ingoiandola, ma può danneggiare la mucosa nasale. Il metodo più rischioso di usare l’amfetamina è attraverso l’iniezione.
Nel suo uso illegale la forma più diffusa oggi è lo speed (dall'inglese "velocità"). Lo speed può essere formato da amfetamine o sostanze amfetamino-simili. Il suo colore varia dal bianco, al giallo, al rosa, al marrone chiaro e dipende soprattutto dalle impurità contenute nei solventi usati nel processo chimico di realizzazione della sostanza.
Effetti desiderati
Tra gli effetti desiderabili delle amfetamine troviamo l’aumento delle prestazioni fisiche e mentali, una diminuzione della coscienza della fatica, una esaltazione dell’ideazione della gratificazione, l’aumento dell’autostima, l’Innalzamento del tono dell’umore.
Rispetto alla cocaina, le amfetamine hanno una emivita più lunga, per cui l’assunzione di dosi ripetute avviene a intervalli di tempo maggiori.
Effetti collaterali
Tra i possibili effetti collaterali riscontrabili troviamo tachicardia, ipertensione, anoressia, bruxismo, agitazione psicomotoria, allucinazioni, disforia, sincopi, convulsioni, emorragie cerebrovascolari, ipertermia ,aritmie cardiache e morte.
Mix
Qualsiasi mix di amfetamine con altre sostanze incrementa il lavoro cardiaco e la pressione.
Se vengono assunte con alcol, utilizzo molto diffuso, possono dare aumento della aggressivita’ ed impulsivita’.
L’utilizzo con la cannabis è spesso usato per ‘rilassare’.
L’utilizzo in concomitanza con la cocaina, avendo di per sè effetti già similari, aumenta il carico di tossicita’ a livello cardiaco.
Assunta con MDMA se ne prolunga e se ne aumenta l’effetto implicando un maggiore stress cardiaco.
Se utilizzate con l’eroina, mix particolarmente popolare, l’ideazione paranoide tende a diminuire. In associazione con la ketamina provoca alterazioni spazio-temporali.
Tolleranza, assuefazione, astinenza
Come per la cocaina, a differenza degli oppioidi, l’assunzione abituale di amfetamina può essere troncata bruscamente senza pericoli, in quanto la sindrome di astinenza è caratterizzata da segni psichici (stanchezza, depressione, iperfagia e ipersonnia) ma non porta alterazioni somatiche preoccupanti. L’uso ripetuto porta ad assuefazione e alla tolleranza di dosi elevate giornaliere non tanto per aumento delle dosi singole, come per gli oppioidi, quanto per la progressiva riduzione degli intervalli tra le dosi. L’astinenza si distingue in tre fasi: Il il crash (caduta) che segue poco dopo l’uso con insonnia, stanchezza, forte desiderio di dormire, agitazione. Il craving (intenso desiderio di riutilizzarla) che può durare fino a cinque settimane, caratterizzato da sbalzi d’umore, mancanza di energia e stanchezza, stato di confusione ed ansia, sintomi depressivi con idee di suicidio. L’estinzione è l’ultima fase, in cui i sintomi progressivamente vanno scomparendo.
L’uso di amfetamine è rilevabile al drug test per 2-4 giorni.
Overdose
La valutazione della gravità della intossicazione in rapporto alla dose è diversa nei soggetti alla prima dose rispetto ai soggetti che in precedenza hanno assunto ripetutamente la sostanza, soprattutto per via endovenosa.
I sintomi comprendono segni neuropsichici (agitazione psicomotoria, confusione, delirio), iperattività motoria (tremori, parestesie, ipertono, midriasi reagente alla luce, convulsioni), segni cardiovascolari (tachicardia, aritmia, ipertensione arteriosa), segni respiratori (tachipnea).
Il quadro tossico spesso esordisce con vomito, dolori addominali, sudorazione.
La terapia è esclusivamente sintomatica e, se necessario, di rianimazione non esistendo antidoti specifici per le intossicazioni da stimolanti. I soggetti estremamente agitati vanno sedati con benzodiazepine mentre pazienti con sintomi e segni minori guariscono spontaneamente in alcune ore e non richiedono trattamento.
Riferimenti:
Dott.ssa Emilia Sardella, Materiale di studio ad uso dell’Unità Mobile Tiburtina
Dott. Michele Pellegrino, materiale di studio e comunicazioni personali
Claudio Cappuccino, Felicità chimica; storia delle droghe, Stampa Alternativa 2004
Guido Blumir, Eroina, Feltrinelli 1974
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Grazie info! complimenti! Comunque credo che non farò uso di nessuna di queste sostanze...