L’arte americana del secondo novecento è passata dalla poetica libertaria hemingwayana degli anni ‘50, che ha determinato definitivamente la propria indipendenza dall’arte europea, a quella sociale e rivoluzionaria degli anni ‘60-‘70, nata in stretto dialogo con la millenaria cultura orientale. Per approdare tuttavia all’urbanesimo interculturale degli anni ‘80 e finire nella “vetrina internazionale” degli anni ‘90. Quest’ultima, frutto della politica neoliberista dell’ultimo trentennio, vede l’arte non come un bene disponibile alle masse, ma al contrario attraverso i media essa viene diffusa dall’alto come merce elitaria, internazionale e globalizzata, per finire quindi in un circuito chiuso e autoreferenziale, definito “Sistema dell’arte”.
Questo percorso viene però contraddetto da un’arte al femminile che risulta a tutti gli effetti la vera proposta positiva del Terzo Millennio. Essa indica infatti una strada che riesce a ricucire il presente con l’immediato passato delle Neo-avanguardie e a traghettare la poetica e la filosofia della rivalutazione della vita direttamente nel nuovo periodo. Aprendo così delle prospettive sul futuro e sulla possibilità di ricostruire nuovamente un Utopia a misura questa volta non del solo uomo, ma della vita in generale. Una vita finalmente declinata al maschile, al femminile e al neutro, ovvero all’ambiente, così come nelle antiche lingue classiche. Una vita che prenda quindi a piene mani i lati positivi delle altre culture e che metta a buon frutto il dialogo tra Oriente e Occidente.
L’augurio è quello che questa arte diventi sempre più cospicuo e riconosciuto, crei sempre più un maggiore consenso e si inserisca ancora di più nei canali formativi dell’educazione. Sperando, in sostanza, che esso diventi una via trasversale che sappia costruire continui collegamenti, fino a sbaragliare definitivamente l’attuale chiusura e autoreferenzialità dell’arte.
Un augurio non può definirsi una conclusione, ma può trasformarsi in una esortazione.
E qualsiasi lettore può traslare questi stessi contenuti dall’arte a qualsiasi altra occupazione umana. “Collegamenti” e connessioni, qui ampiamente esposti, che spero abbiano chiarito gli indirizzi e i percorsi della cultura artistica, ma soprattutto quanto quest’ultima non faccia altro che riflettere la realtà. Ovvero comprendendo una realtà meno complessa come quella artistica, si ha un ottimo strumento per riuscire a comprendere anche quella macroscopica dell’umanità e la sua attuale direzione. L’arte potrebbe essere così una cartina tornasole, un’utile bussola per potersi orientare. Un piccolo e prezioso strumento che magicamente riflette l’orientamento societario e ci aiuta a scegliere una precisa direzione.