Sono molteplici le qualità necessarie per realizzare un un bel lavoro di design grafico.
Una tra queste è il talento, ma esso non è l’unica chiave verso il successo.
Non bisogna quindi dimenticare l’ambizione e il desiderio.
Supponendo però quindi che le abbiate tutte e tre, pensate di star apposto cosi?
No, non esattamente!
La cosa più importante a mio avviso è l’esercizio.
Come si arriva alla Carnegie Hall? esercizio, esercizio, esercizio
Ad aggiungersi le qualità sopra indicate, è richiesta inoltre una solida conoscenza di:
- Teoria del colore
- Rapporti spaziali
- Linguaggio visivo
- Tipografia
- Interazione
Tutto questo però, come citato prima va unito alla pratica e il tutto si mischia alla propria immaginazione, che subconsciamente determinerà il nostro stile.
Un grafico, come un artista, è in grado quindi di padroneggiare gli strumenti che ha a disposizione per comunicare messaggi in modo creativo, creando anche innovazione.
immagine realizzata da me su Photoshop
Teoria del colore
La rivoluzionaria teoria del colore è dovuta all’artista Joseph Albares.
Il quale vivendo in periodo in cui la riproduzione dei colori era costa ma anche molto complicata. L’artista decise di scrivere un suo libro “Interazione del colore”, dove citò gli approcci e le tecniche banali al colore, fissando lui stesso delle regole per l’uso ottimale che conteneva incursioni interdisciplinari in diversi campi della psicologia, della scienza, dell’estetica e del magico.
In pratica, Albares teorizó l’idea che il colore sia in grado di stimolare innumerevoli risposte diverse a seconda di come è visto in rapporto agli altri colori, esso quindi è ingannevole.
E tramite ricerche scientifiche, determino che data la natura soggettiva della percezione: è quasi improbabile vedere un colore da solo e non in interazione con quelli intorno.
Omaggio al quadrato
Questa sua teoria la si vede al meglio nella famosa composizione “Omaggio al quadrato”.
Dove l’artista analizzo migliaia di dipinti e stampe, e messi uno accanto all’altro in una varietà di disposizioni e dimensioni. Si può quindi vedere come il cuore interagisca in modi a volte sorprendenti. Il primo quadrato interno è di color arancio scuro e tuttavia appare meno intenso del secondo quadrato, più chiaro, che lo circonda mentre l’arancio più chiaro del terzo quadrato domina su tutte le tonalità. Sul piano della percezione, il tono e l’intensità del colore sono differenti a seconda della relazione tra un quadro e l’altro.
Conclusione
Bel post, come appassionato di arte ho apprezzato.
E io apprezzo il tuo commento :)
Non conoscevo Albares, ne le sue teorie sul colore, quindi innanzi tutto grazie.👍
mi adopero subito per recuperare - non ho visto se nei precedenti post avevi già scritto qualcosa. Ora verifico
Grazie a te, mi fa piacere divulgare