Il titolo mi ricorda il caro programma condotto da Paolo Bonolis ed il maestro Laurentis, sono sicura che ve lo ricordiate. Si... avete capito bene, sto parlando di Ciao Darwin.
Avrete tutti in memoria le divertenti sfide tra due fazioni diverse tra loro che si facevano guerra a colpi di canzoni, sfilate e giochi. Purtroppo mi tocca deludervi... l'argomento che andrò a trattare non è leggero e frizzante come il noto programma, bensì rivolto ad una mia riflessione personale, tra la filosofia carnivora e quella vegetariana.
FILOSOFIA "CARNIVORA"(ONNIVORI)
Le tematiche di questa filosofia sono le solite: L'uomo è onnivoro e perciò è perfettamente normale che si nutra sia di vegetali che di carne.
Su questo vi sono i più disparati pareri di persone provenienti da varie estrazioni sociali. Si va dall'uomo di scienza che spiega come l'uomo essendo onnivoro sia pienamente giustificato a mangiare entrambe le cose, sino alla coattagine più totale:
e questo paninazzo con la porchetta me lo pappo io.
Quasi a voler ribadire la propria superiorità verso il mondo vegetariano.
FILOSOFIA "ERBIVORA"
Molti vegetariani giustificano la loro scelta adducendo a motivi scientificamente poco credibili, fra questi troviamo: la dentatura poco pronunciata dell'uomo, il tratto intestinale molto lungo che possiede e altre considerazioni che reputano riconducibili ad una conformazione erbivora. Stando alla scienza attuale, queste tesi sono molto discutibili e difficilmente comprovabili.
Questo non è un post che vuole andarsi ad infilare nella bagarre scientifica tra le due posizioni ma vuole andare a scavare nella filosofia e nell'etica della questione.
Analizzare questo tema in maniera superficiale sarebbe un'errore enorme, è una materia molto complessa e credo che entrambe le posizioni vadano rispettate.
IL NODO CRUCIALE (GLI ANIMALI)
- Il vero fulcro della questione, senza girarsi intorno: è giusto uccidere gli animali?
Partiamo da un concetto di base, uccidere può essere considerato accettabile solo per due ragioni: la difesa di se stessi o di altre persone (solo in caso di vita o di morte) ed il procurarsi Il giusto quantitativo necessario al proprio nutrimento.
Si capisce subito che la seconda questione comporta numerosi problemi di logica, infatti nella società consumistica in cui viviamo, non mangiamo solo per sopravvivere ma per gola, diversione ecc.. Non bastasse questo, molti animali prima di morire subiscono ogni tipo di tortura per aumentare una produzione che ha sempre meno lo scopo di pura nutrizione ma direi più quello legato al consumo.
I nativi d'America mangiavano quello che gli serviva senza sprecare nulla e vivevano in condizioni di sopravvivenza dove oggettivamente il cibo aveva un solo scopo: quello nutritivo.
Non ho alcun dubbio che il nostro modo di essere onnivori non sia giustificato. Potrebbe essere giustificato solo in piena consapevolezza e valorizzazione di quello che si mangia.
- La società occidentale mangia per sopravvivere?
Logicamente sarebbe davvero ipocrita addurre a giustificazione che mangiamo meramente per sopravvivere, mangiamo in molti casi perchè ci piace quello che mangiamo e ne godiamo nel ingurgitarlo, non giriamoci attorno...!
Siamo una società molto evoluta che effettivamente con buona probabilità non avrebbe bisogno di uccidere per vivere bene, è altrettanto vero però che alcuni elementi proventi dalla carne siano probabilmente molto importanti per il nostro corpo come allo stesso modo è vero che alcuni elementi vegetali possano sostituire, se bilanciati in maniera ottimale, le qualità delle carne.
Su quest'ultimo tema non mi addentro perchè ci sono talmente tante correnti di pensiero sulla nutrizione che ci sarebbe da perderci una giornata intera solo per elencarne una parte.
Come state vedendo la questione è molto complicata e non si riduce al:
sono fiero di mangiare la salamella o mi nutro solo di ghiande
- Siamo animali?
Stiamo parlando di vita, della vita nostra in funzione del sacrificio della vita altrui, è vero che è molto comune tra gli animali mangiare carne ed uccidere, su questo non ci piove.
Gli animali però si odorano anche il culo tra di loro e vivono nelle foreste, direi che sarebbe riduttivo dire che siamo uguali, come sarebbe sbagliato dire che siamo totalmente diversi. La riflessione è davvero profonda ed ogni decisione presa con estrema sensibilità va rispettata.
Va detto che l'essere umano almeno è coerente perché non fa sconti nemmeno ai propri simili, siamo davvero inclini ad uccidere quasi da sembrare una caratteristica umana.
- Alcuni sono cuccioli altri sono cibo
Quanti di voi hanno un cane, un gatto, un criceto?
Siete tanti... vedo tante mani alzate, ma una domanda che mi mette davvero a dura prova è: perché il mio cane vive nel comfort e nell'amore ed il pollo invece viene fatto alla pizzaiola?
Sembrano domandine, e qualcuno mi potrebbe rispondere che è una questione di convenzione, che è una sorta di selezione naturale, però cavolo... stiamo parlando di vita!
È troppo comodo essere evoluti o primitivi a seconda della convenienza, bisogna scegliere se l'uomo è evoluto e differente rispetto agli altri animali (se è differente probabilmente deve rispondere a questi infiniti quesiti) o se invece è una semplice bestia, in tal caso beh allora ok, sta andando tutto per il verso giusto...
- PARERE PERSONALE.
Trovo questo argomento davvero complicato, ho riportato alcune delle questioni più complesse, le risposte non sono facili da dare.
Io sono onnivora, il dubbio etico però non posso non pormelo. Spesso penso sia sbagliato, e chissà che un giorno non diventi vegetariana.
Non riesco a capire se evoluzione significa ammazzare e mangiare tutto ciò che ci capiti a tiro, perchè cosi siamo fatti ed è giusto così, o se è provare a guardarsi dall'alto e mettere in dubbio ogni tanto anche le cose più basiche.
Siamo molto presuntuosi come specie, di questo ne sono persuasa, litighiamo su tutto, e sarebbe bello avere un vero confronto su un tema che non è per nulla scontato.
onnivori o vegetariani (tralascio le altre categorie estremiste) di fondo c'è un problema. stiamo ammazzando questo pianeta sia con coltivazioni intensive sia con l'ecatombe di animali.
il tutto, per saziare, non una effettiva necessità di nutrimento, ma la gola.
altro effetto collaterale è la percentuale di obesità a livello mondiale che è di poco oltre il 30%
quindi il problema etico è, secondo me, ben più ampio dell'uccisione dell'animale da cortile o da allevamento.
Vero il senso della misura si è perso in quasi tutto, non posso che darti ragione.
I labrador hanno perennemente fame, quindi non si fanno problemi a far fuori una busta da 10kg di biscottini, anche pagando con la morte. Voglio paragonare l'umano ad un cane? No. Per assurdo pare che abbondanza produttiva e povertà relativa contribuisce al sovrappeso, mentre scarsità produttiva e povertà relativa no. La Cuba degli anni 80, da quel che ricordo, rientra nell'ultimo caso.
Anni fa un famoso divulgatore britannico, David Attenborough, disse questo:
La scelta sul rapporto verso degli animali dipende dalla loro capacità di trasformare una fonte in entrata in proteine. Anche per questo motivo, mangiare carne umana non ha particolare senso dal punto di vista nutrizionale.
Si vero, ho presente che gli animali siano una fonte di proteine, ma non voglio entrare nel dibattito puramente scientifico é un argomento molto complesso in mille aspetti al di là delle proteine.
In diversi casi delle posizioni filosofiche derivano da basi puramente scientifiche. Ad esempio la chiave anti-utilitaria sostiene che non mangiare carne diminuisce la sofferenza nel mondo. Si tratta di una posizione che nasce a partire dalla filosofia analitica, che si rifà alla logica matematica. Magari se dico Russell l'agganci più rapidamente.
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STOP
Dopo anni di ricerche e sperimentazioni personali, sento in cuor mio di suggerirti d'approfondire il concetto di carnismo, definito dalla Dr. Melany Joy come un
(attivabili i sottotitoli anche in italiano)
Spero sia di tuo gradimento, @martacantatore... un abbraccio da @amico! ;)