21 Century Yokai (terza e ultima parte - ITA)

in #ita6 years ago (edited)


Siete arrivati qui per caso? Ecco qui le parti precedenti...
Oppure passate al riassunto :)

21 Century Yokai (prima parte - ITA)

21 Century Yokai (seconda parte - ITA)

Riassunto delle parti precedenti


L'investigatore Yamano sta indagando su alcuni omicidi piuttosto particolari; le vittime sono decedute per un presunto morso di serpente. Per un po' di tempo le ricerche portano solo a un vicolo cieco ma, poi, tutto d'un tratto, una nuova vittima apre risvolti inaspettati. Viene ritrovato un libro piuttosto particolare con all'interno i nomi di alcune vittime di omicidi o presunti suicidi degli ultimi anni. La polizia decide di dare il volume ad Akira Yamano con l'intento di scoprire nuove strade collegate a questi omicidi, ma il dettaglio principale che ne fuoriesce è che le vittime sono uomini solitari, forse assassinati da una persona che si fa chiamare nure onna. Da qui il mistero si infittisce e l'investigatore decide di leggere la storia dell'ultima vittima, Mamoru Miura. Nonostante i buoni propositi però, Akira Yamano si addormenta colto da un'eccessiva stanchezza. Al risveglio, per svagarsi un po', incontra il suo amico sacerdote Haruiro Fueguchi con il quale parla dello strano libro che stava leggendo e di quel nome "nure onna" che ritrovava nei vari racconti. Tra i due scoppia una discussione: Yamano non vuole credere alle parole del suo amico che gli rivela che "nure onna" è una creatura mitologica col viso femminile e corpo di serpente. Difatti, dopo essersi innervositi, i due si dividono e nel tragitto verso casa, Yamano incontra una giovane ragazza che scopre essere quella che la sera prima aveva scambiato con lui sguardi dalla strada. Il suo nome è Keiko Aizawa ed è una giornalista. Dopo alcune domande l'investigatore riesce a svignarserla ritornando a leggere il suo libro nella sua abitazione, ma la sua tranquillità dura per poco poiché, poco tempo più tardi, la giovane ragazza si presenta nella sua casa con nuove domande e una richiesta particolare: la possibilità di dormire lì.

Titolo: 21th Century Yokai - Terza parte


Akira Yamano era sbalordito e stava iniziando a sudare freddo. Quella ragazza, Keiko Aizawa, lo stava facendo sentire come un ragazzino.
«Frena… Frena. La mia casa non è un albergo. E poi dove vorresti dormire? Ho solo un letto, sai! Ma se ieri sera stavi correndo qua sotto, poi dove hai dormito?» Il tono dell’investigatore diventò più confidenziale.
«So che non è stato carino chiederlo, ma lei, investigatore... É una delle poche persone che conosco qui. Non so proprio come fare. Mi va benissimo anche il divano, sa. Io mi adeguo!»
Quel suo viso carino e quella sua voce imbarazzata non poterono che fare breccia nella sensibilità nascosta di Yamano. Lo si leggeva in viso che se fosse stato per lui sarebbe scappato, ma non poteva fuggire ogni volta dalle donne. Ne sarebbe andato del suo onore.
«Va bene, Aizawa. Posso capire la situazione complicata, ma questa è la prima e ultima volta che ti faccio un piacere del genere.» Keiko Aizawa saltò per la gioia. «Grazie tante, Akira, grazie.» L’investigatore arrossì.
«Per te sono il signor Akira, dopotutto sei ancora una ragazzina. Per un uomo come me, tenere una ragazza giovane in casa non è molto onorevole.» Keiko Aizawa si avvicinò al divano, lanciandosi su.
«Sai, io ho trentaquattro anni, non sono proprio una bambina. E poi gli anni cinquanta sono passati da un pezzo. Certi atteggiamenti, ormai, sono antiquati, anche se apprezzo. Si vede che sei una brava persona.»

Yamano non sapeva più cosa rispondere. Nonostante tra i due ci fosse qualche anno di differenza, a ben pensarci, i nove anni che li separavano non erano poi così tanti. Nonostante la sua natura strettamente riservata, Akira Yamano era la tipica persona ligia ad aiutare il prossimo. In questo caso era sicuramente più a disagio del solito, ma dall’altra parte si sentiva felice. Comunicare di nuovo così attivamente con una ragazza lo stava iniziando a mettere di buon umore.
«Ieri sera mi aveva ospitato un amico, ma stasera non c’era. Purtroppo ho lasciato il portafoglio a casa sua e quindi non posso tornare a Nara.»
«Non potevi darmi questa versione sin da subito?»
«Hai ragione Akira, ma ci tenevo tanto rimanere qui stasera.» Le parole di Keiko Aizawa lo misero ancora di più in agitazione. Peggio di un teenager.
«Non chiamarmi per nome, per piacere… E poi non voglio sapere perché ci tenevi tanto a rimanere qui.» La ragazza finse di non capire e si stravaccò definitivamente sul divano. «Posso dormire sul divano, vero? Mi sembra comodo.»
«No, è meglio che tu dorma nel mio letto.» Aizawa rise di gusto.
«Ahah, sei forse un pervertito? Vada che tu sia un bell’uomo, ma mi pare che tu stia esagerando.» Il rossore imbarazzante di Yamano era evidente.
«No, ma io intendevo che.. Tu dormivi nel mio letto e io..Sul divano!» La risposta era palesemente robotica e scoordinata.
«Tranquillo, stavo scherzando. Sai, non mettevo in dubbio le tue intenzioni.»
«Senti, ma cos’è quella cosa al pc? Quella sorta di serpente, dico.» Aizawa corse a vedere l’immagine al computer.
«Non ficcanasare dai, sono solo mie ricerche.» Le parole di Yamano arrivarono in ritardo. «Nure onna? Ti piacciono gli yokai?» Ella lo guardò perplessa.
«Non proprio, ma tu te ne intendi? Ci credi alla loro esistenza?» Sembrava confusa dalle parole dell’investigatore.
«Sinceramente non saprei… Non so se esistono, ma io eviterei per principio di mettermi in mezzo a queste cose. Non si sa mai. Chi siamo noi per sapere ogni cosa di questo mondo? Magari hai uno spettro proprio qui in casa! Ahah.»
Le parole scherzose di Keiko Aizawa non misero di buon umore Yamano che infatti decise di cambiare il discorso.
«Senti, almeno hai già cenato?»
«Non ti preoccupare per me, io mangio sempre poco e sto bene così. Tu cena pure, se devi.» La ragazza per la prima volta comunicò con un tono di voce serio.
«Va bene, allora intanto mi mangio qualcosa di leggero.» Nel mentre Yamano andava in cucina, Keiko Aizawa iniziò a guardarsi intorno vedendo il famoso volume collegato agli omicidi. Lo prese in mano e iniziò a sfogliarlo finché tutto ad un tratto non lo richiuse alla presenza infuriata del padrone di casa.
«Ma cosa stai facendo? Non ficcanasare!» Le tolse il libro dalla mano.
«Non credevo fosse qualcosa di importante… Ho visto un libro che non aveva una copertina e nemmeno un titolo… Mi sono sentita attratta, ecco. E poi non sapevo che tu fossi protagonista di uno di quei racconti.» L’investigatore si pietrificò.
«Cosa hai detto?»
«Dici del fatto che si parla di te? Beh, sfogliavo verso le ultime pagine e ho letto di Akira Yamano. Sei tu, no?» Lo stupore misto a terrore cominciarono a visualizzarsi nei suoi occhi. Come un fulmine riprese in mano il libro e corse all’ultimo capitolo.
La storia di Mamoru Miura ora sembrava più corta e, cosa più strana, l’immagine della nure onna era sparita. Girò pagina e l’incubo si fece realtà.

“«Investigatore Yamano, guardi, qui ce n’è un altro.»
Akira Yamano, 43 anni, era giunto su una nuova scena del crimine.”


Il testo parlava di lui e ciò gli fece battere il cuore all’impazzata. Non voleva crederci, ma stava iniziando a dubitare di sé stesso facendosi domande del tipo: "e se la nure onna esistesse davvero?" Senza contare al dettaglio più cruciale di ogni storia: l’incontro con una donna. Lo sguardo impaurito si spostò su Keiko Aizawa.



Keiko Aizawa sul divano (Pexels)
Keiko Aizawa non capiva perché avesse uno sguardo così impaurito, ma Yamano non era chiaramente in sé. Dopo quello che aveva letto stava iniziando a collegare la signorina Aizawa alla nure onna. Come poteva non pensarlo, dopotutto. Senza contare che lui poteva essere tranquillamente considerato una persona solitaria, tipica vittima di questo tipo di omicidi.
«Ti devo chiedere di andare via Keiko Aizawa, o come ti fai chiamare.»
La ragazza si avvicinò a lui con uno sguardo amareggiato.
«Forse posso aiutarti, forse sono arrivata tardi, ma non devi avere paura di me.» Aizawa sembrava sapere più cose del dovuto e Yamano se ne era accorto.
Erano le nove di sera e la disperazione cominciava a salire a galla. Era certo che fosse giunto il momento di andare via da lì. Doveva portare il libro al suo amico Fueguchi, forse sarebbe riuscito a dargli risposte e ad aiutarlo. Con un certo impeto, prese in mano il libro e si infilò al volo le scarpe.
Senza pensare a Keiko Aizawa, Yamano uscì di casa correndo giù per le scale finché non si ritrovò davanti al vialetto del parco che lo avrebbe portato diretto al tempio. Dietro di lui, la ragazza lo stava seguendo, facendolo nuovamente ripartire verso il suo obiettivo.

La via del parco era normalmente illuminata da lampioni ma, quella sera sembravano non funzionare. Mentre correva, attorno a lui sentiva qualcosa muoversi e la sensazione di essere seguito da degli yokai si fece largo nella sua mente. Come nel suo peggiore incubo, qualcosa si fermò davanti a lui.
Nel buio non riusciva a vedere bene, ma appena si avvicinò, scrutò il viso di una donna con capelli neri e il terribile corpo di un serpente. Dopo un chiaro urlo di terrore, Yamano cadde al suolo e cominciò ad indietreggiare finché qualcosa si mise in mezzo a loro. Una volpe argentata si lanciò all’attacco della nure onna permettendo all’incredulo investigatore di rialzarsi in piedi e di far ripartire la sua corsa verso il tempio. Dopo poco tempo si accorse di avere seminato le due creature ma, nel mentre, strani yokai sbucarono nuovamente da dietro gli alberi di ciliegio dandogli la caccia. Il tempio era davanti a lui, ma la porta era ovviamente chiusa. Raggiunse la porta iniziando a bussare prepotentemente, ma quei mostri erano lì, dietro di lui. Lo avevano circondato, ma nessuno di loro faceva una mossa. Non capiva il perché, ma ciò risultò essere la sua salvezza. Alle sue spalle il sacerdote Fueguchi aprì la porta, invitando il suo amico ad entrare con una certa fretta.
«Haru, mi hanno inseguito… Gli yokai!» L’investigatore non aveva trovato sorpreso il sacerdote che lo invitò a farsi dare il libro.
«Aki, come immaginavo, c’entravano gli yokai. Tu stai bene?»
«Sì, ma non riesco a capire. Perché quei mostri ce l’hanno con me e perché poi non mi hanno più attaccato?» Fueguchi sembrava quasi felice da quelle domande. Non gli rispose subito, ma lo invitò a sedersi sul grande tatami della sala principale.
«Direi che è giunto il momento di spiegarti molte cose.» Akira Yamano si mise in ascolto.
«Il libro che mi hai dato è una sorta di raccoglitore di anime e ricordi. Ti sei forse accorto che le prime storie sono meno dettagliate delle ultime? Come puoi vedere, la tua è molto lunga rispetto alle precedenti e non ha ancora una fine.» Yamano che inizialmente sembrava senza parole, provò a comunicare.
«Mi ero accorto di questo dettaglio, ma la cosa che mi aveva più terrorizzato era la presenza di un’immagine della nure onna alla fine dell’ultimo capitolo che poi è scomparsa.»
«Questo tipo di, diciamo incantesimo, avviene quando tu incroci l’artefice degli omicidi. Lo spirito della nure onna rimane nel libro finché non viene nuovamente liberata. Ovviamente esistono delle regole nel mondo degli yokai e una di queste è quella di potersi rivolgere solo a quelle persone che non hanno particolari legami col mondo terreno, ossia quelle persone che hanno la capacità di vederli e di essere visti. Inutile dire che spesso queste persone sono le più solitarie e sono quelle che ricevono casualmente il libro.»
«Mi stai quindi dicendo che sono stato scelto dal libro? Senza contare che sono stato pedinato da una certa giornalista che sapeva troppe cose.»
Fueguchi aveva lo sguardo di chi sapeva tutto.
«Aki, ora ti spiego, tranquillo. Probabilmente il libro ti è stato dato da uno yokai che si era trasformato per l’evenienza oppure è stato un caso poco fortunato. Sai, dopo che abbiamo parlato, ero preoccupato per te. Per questo ho inviato un mio amico yokai in tuo supporto.» Stavolta l’investigatore era più sconvolto di prima.
«Stai dicendo che… Quella ragazza...»
«Sì, è un kitsune. Sono volpi yokai che possono trasformarsi in persone. Ero certo che non avresti detto di no a una ragazza così carina.»
«Non riesco a crederci...Ma in ogni caso, l’altra sera mi stava fissando. Quindi era prima che io e te ci parlassimo.» Stavolta era Fueguchi quello stupito.
«Deve avere sentito il pericolo del libro. Strano che non me ne abbia parlato.»
«E i mostri qua fuori? Sicuro che stiamo bene qui?»
«Gli yokai non possono entrare qui dentro. Finché saremo qui saremo al riparo dei loro attacchi. É anche vero che abbiamo la fonte del loro cibo. Di certo saranno molto arrabbiati.» Yamano riprese in mano il libro iniziandolo a sfogliare.
«Loro mangiano i ricordi e le anime? É questo quello che mi stai dicendo?»
«Esattamente, Akira. Qui dentro ci sono anime intrappolate e i loro ricordi. Cibo molto succoso per gli yokai. Sai, cercai di salvare un certo Mamoru Miura mandando la mia kitsune, ma lui la rifiutò. Non essere riuscito a salvarlo è una mia colpa, ma almeno lei riuscì a telefonare alla polizia dicendo di essere uno dei vicini. Da lì, conosci la storia.»
Le parole di Fueguchi avevano fatto chiarezza nella mente di Akira Yamano, ma ciò non aveva ancora risolto il problema: il libro era ancora lì e conteneva le anime e i ricordi di quelle povere persone.
«Possiamo liberarle? Le anime, intendo.»
«Tranquillo, ci avevo già pensato. Basta bruciarlo. Se il libro non esiste, le anime possono andare in cielo.»

Gli sguardi dei due erano d’accordo. Si spostarono nell’area centrale del tempio, un’area spesso usata per fare festa, data la presenza di un grande focolare.
In cielo si vedevano centinaia di yokai fissarli dall’alto, così tanti da coprire il cielo. «Sono tantissimi e credo siano molti arrabbiati.»
«Hai ragione, Akira. Il loro odio ne attirerà altri, ma stiamo facendo la cosa giusta. Gli yokai al giorno d’oggi hanno più difficoltà rispetto all’epoca dei nostri avi. Dopotutto, con l’avvento di cellulari e social network, non sono facili da trovare persone strettamente solitarie. Questo secolo è una sorta di maledizione per loro.» Mentre parlava, il sacerdote accese il fuoco.
«Usciremo vivi da qui?» la preoccupazione si vide sul viso di entrambi.
«Forse ci vorrà un po’ di tempo prima che spariscano, ma magari tra qualche decina di anni...» Yamano non capì se fosse una battuta.
Il sacerdote, con una certa sicurezza, lanciò il volume nel fuoco finché esso non iniziò a bruciare e ad emanare una fumana bianca.
L’agitazione di quei mostri stava aumentando, ma entrambi erano convinti di fare la cosa giusta. Grazie a loro, le anime di quelle vittime stavano venendo liberate portando la parola fine a quella maledizione. La nure onna non sorrideva più.

FINE

Statua Kitsune al santuario (Wikimedia commons)
Riusciranno i nostri eroi a scappare da tutti quegli yokai? Chissà, chissà... Lo lascerò alla vostra immaginazione. Come vi è parsa questa storia nel complesso? Devo dire che la parte più divertente è stata quella di trovare tante immagini che potessero essere adatte a questo racconto. Per fortuna non mi è andata male, credevo peggio (ahah). Spero di essere stato all'altezza delle vostre aspettative e mi auguro che vogliate continuare a seguirmi nelle mie prossime storie o articoli. Ah, giusto per essere chiari... A chi non commenta, mando gli yokai a casa! XD

Se vi è piaciuto il racconto, sempre se di vostro interesse, potete leggere le varie che ho scritto in passato. Basta seguire il logo "stories" e le troverete subito! A presto! (vi lascio nuovamente i link delle prime due parti)

21 Century Yokai (prima parte - ITA)

21 Century Yokai (seconda parte - ITA)

Sort:  

Bellissimo! 😍😍😍 mi è piaciuto tantissimo! Continua a scrivere perché sei molto bravo! E poi le fotografie inserite erano azzeccatissime👏🏻👏🏻 Leggerò senz’altro le tue precedenti storie!

Grazie ancora :D Alcune storie sono stupide, ti avverto ahah

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