Ciao a tutti! Bentornati sul mio profilo Steemit e nel regno di Rak-Thul. Il nostro caro Vrynn è sempre in fuga! Non dorme proprio mai... Anzi, no aspetta... Forse ha dormito anche troppo. Cosa combinerà con Mistrel?
Beh, buona lettura!
Selenya: La Luna Grigia di Rak-Thul
Capitolo 5 - Artefatti e premonizioni
Come sospettavo, le strade della capitale del regno erano praticamente disabitate. Non si vedeva anima viva oltre a Mistrel e a qualche uomo disteso al suolo con aria da mendicante. Certamente non conoscevo le condizioni di Rak-Thul prima del mio arrivo, ma l’istinto mi diceva che era successo qualcosa di grave. Senza contare che bastava vedere il cielo senza luna per far capire che il mondo probabilmente non era più lo stesso. “Hey bamboccio! Smettila di guardarti attorno! Sembri un pesce lesso del lago di Hulia!” Da ragazzaccio a bamboccio… Non ero certo di averci guadagnato. “Non sono mai stato a Rak-Thul! É normale guardarmi attorno, non credi? E poi, darmi del bamboccio...Tu che sei una ragazzina...” Replicai, facendo inchiodare Mistrel. “Caro, caro Vrynn…” Fece un lungo respiro prima di continuare. “Anche se sembro avere quindici anni, voglio che tu sappia che sono molto più vecchia di te… Razza di stupido bamboccio con faccia da pesce lesso di Hulia!” Mi gridò addosso, sputacchiando qua e là.
Non che facesse paura ma, di certo, la ragazza occhialuta aveva un bel caratterino.
“D’accordo, scusami, ma… Permettimi di dissentire. Come è possibile che tu sia più anziana di me? Io ho vent’anni e tu sei visivamente più giovane.” Cercai di risponderle senza rischiare altri insulti.
“Mmm… Si vede che non sai con chi tu stia parlando. Io ho cinquantasei anni.”
La mia faccia era sconvolta e incredula. Scoppiai in una sonora risata.
“Stupido! Stupido! Stupido! Non sto scherzando!” Sembrava adirata davvero.
“Ma come è possibile? Non puoi avere tutti quegli anni.” Mi serviva una risposta razionale.
“Lo so che non sembra! Ma è così! Non sto mentendo…” Le scese una lacrima.
“No, dai… Ti prego non piangere. Ti credo. Però…” Si buttò tra le mie braccia.
“Avevo sedici anni quel giorno. A quell’età le ragazze vengono sottoposte al culto dell’abnegazione di Thul per diventare sacerdotesse.” La fermai incuriosito.
“Culto dell’abnegazione? Per quello le sacerdotesse sono così strane?” Mistrel mi diede un pizzicotto. “Sì, ma non è importante ora. Fammi continuare.” Mi zittii, facendole così riprendere il discorso. “Dopo aver visto come si diventava, ebbi paura e fu così che decisi di scappare. Dopo qualche ora iniziarono a cercarmi, ma per mia fortuna ero brava a nascondermi. Rimasi nella sala della cerimonia fino a notte fonda, uscendo allo scoperto solo al momento di silenzio assoluto. Cominciai a curiosare per trovare l’uscita finché non arrivai in una stanza che emanava un bagliore luminoso. All’interno di un cilindro di vetro era presente una sostanza grigia e melmosa. Incuriosita mi avvicinai, ma col buio urtai il contenitore che volò per terra facendo un baccano incredibile. Dopo un attimo sentii delle voci e i passi delle sacerdotesse.” Tacque per qualche secondo.
“Tutto bene? Se non te la senti di parlarne...” In realtà volevo sentire la fine della storia.
“Sì, mi ero un attimo distratta. Allora, le sacerdotesse stavano cercando nelle varie stanze per capire da dove provenisse il rumore ma, mentre mi nascondevo nuovamente, accadde l’inaspettato. Quella strana melma grigia dietro di me si era ingigantita. Gridai falla paura, ma essa mi saltò addosso, ricoprendomi totalmente. Quando aprii gli occhi, ero come prima, ma da quel giorno la mia vita cambiò.” Quando parlò della melma, mi venne subito in mente quella strana sostanza che avevo già incontrato, ormai, mesi prima. L’idea che fosse la stessa cosa era come scontato nella mia mente ma, a ripensarci, da come aveva raccontato Mistrel, sembrava avere qualcosa di diverso.
“Ma la melma non ti ha fatto del male? È poi sparita nel nulla?”
“É sparita, ma non nel nulla. Si era trasferita nel mio corpo. Dopo il mio urlo di terrore, le sacerdotesse mi trovarono subito. Ero preoccupata di quello che avrebbero potuto farmi, ma al contrario di quello che pensavo, iniziarono tutte a ridere. Sembravano felici. Dopo poco tempo capii il perché. La melma era un prezioso artefatto creato da Thul in antichità. Da tempo cercavano un ospite in grado di assorbirlo senza subire una morte dolorosa. Da quel momento non invecchiai mai, ma diventai l’oggetto di terrore e controllo del regno di Rak-Thul. Ti chiedo scusa per averti attaccato nella foresta!” Urlò alla fine del discorso.
Dopo quella storia capii che del mondo conoscevo davvero poco. Quella giovane, ma vecchia, ragazzina mi aveva attaccato in passato con la sua melma. Non avevo ancora una spiegazione del mio aver dormito per due mesi e mezzo e del perché le sacerdotesse fossero controllate da un certo culto dell’abnegazione. Non sapevo davvero nulla e quelle ne erano prove. Spostai di forza Mistrel che ancora mi si avvinghiava.
La melma grigia Wikimedia commons
“Hai cercato di uccidermi!” Mi arrabbiai, giustamente. “Non hai capito! Non la muovo io! Il mio potere è quello di far uscire la melma quando si sentono movimenti nel bosco e di avvisare le sacerdotesse in caso accada qualcosa. Non era mia intenzione attaccarti!” La sua spiegazione aveva senso e sinceramente ci credevo. “D’accordo, ho capito, ma una cosa non mi torna. Perché scappi solo ora?” Dai cenni sul suo viso sembrava che l’avessi colta di sorpresa. “Mi credi, allora? Forse, forse non sei così stupido, ragazzaccio!” Tornò un’immagine beffarda sul suo viso. “Sì, ma non hai risposto alla domanda.” Lei sospirò innervosita: “Ora rispondo! Troppo curiosità fa male alla salute, sappilo! Però ti dirò il perché. Nonostante le mie capacità, io ero rinchiusa in cella come te, nella stessa torre. Negli ultimi due mesi le sacerdotesse erano strane e maggior parte di loro sembrava sconnettersi con Thul.” La guardai perplessa. “Sconnettersi con Thul?” “Uff, forse sei stupido davvero! Thul controlla la mente delle sacerdotesse, no? É ovvio! Smettila di interrompermi, bamboccio!” Tacqui. “Semplicemente, col passare del tempo, le sacerdotesse tornarono ad essere sé stesse per un affievolirsi dei poteri di Thul, finché oggi ho avuto l’occasione di scappare grazie a una di loro che mi ha aperto la cella. Poi ho trovato te. Fine della storia.” Iniziavo a comprendere quello che era successo. Le varie donne che avevo visto piangere non erano altro che sacerdotesse tornate ad avere controllo dei loro corpi. Non potevo sapere se fossero pianti di gioia o di disperazione, ma sicuramente avevano riacquisito libertà. Dopo quella lunga spiegazione, Mistrel mi prese la mano per poi continuare a camminare. Ad un tratto, però, si fermò fissando un’abitazione con la porta aperta lungo la strada. “Entriamo qui!” Disse con sicurezza, convincendo anche me. All’interno sembrava tutto in ordine, tranne per un po’ di polvere. Per prima cosa Mistrel corse nella cucina per poi mettere le mani ovunque; dalle credenze ad un grosso pentolone dentro il camino. Poi mi lanciò al volo due patate. “Forza, mangia.” Ero talmente affamato che non le dissi nemmeno grazie, ingozzandomi senza pensarci. Peccato che la testa iniziò a girarmi, facendomi cadere sul pavimento di legno. L’ultima cosa che sentii fu…”Scusami, ma ti sei svegliato troppo presto.”
Era ancora notte quando mi ripresi. Avevo gli occhi gonfi e sentivo le gambe atrofizzate; solo con un certo sforzo mi rimisi in piedi. Ero in una camera da letto, piena di giochi di legno; probabilmente la stanza di un bambino. Uscii dalla porta e attaccandomi alle pareti scesi delle scale che mi portavano al piano terra. Mi accorsi subito di trovarmi nella casa nella quale mi aveva portato Mistrel.
“Ti sei svegliato, vedo.” La ragazza spuntò dalla cucina, intimorendomi.
“Cosa c’era in quelle patate? Per quanto ho dormito?” Domande lecite mi uscirono spontanee. “Dovevo farlo. Per la mia premonizione.” Premonizione? La mia mente non riusciva a tollerare tutti quei pensieri ed infatti, ignorandoli, andai verso il tavolo della cucina e mi catapultai con la testa in una catinella piena di acqua fresca, lavandomi la faccia e bevendo da essa.
Quando mi sentii più sveglio, mi voltai verso Mistrel, alquanto stralunato.
“Mi vuoi spiegare per bene, ora? Voglio sapere tutto chiaramente.” Ero visibilmente arrabbiato. Mistrel non mi sembrò contraria ed infatti mi spiegò la situazione con poche parole. “Apri la porta e guarda, poi ti prometto che ti spiegherò davvero tutto.”
Dondolando un po’ mi avvicinai alla porta e la spalancai.
Il mio sguardo si rivolse immediatamente verso l’alto, stupito.
Un’enorme luna viola era apparsa nel cielo.
Continua...
La luna viola di carolineschell
Mistrel è sempre più strana e Vrynn sembra più stordito che mai. Senza contare che in cielo è comparsa un'enorme luna viola che immediatamente stupisce Vrynn. C'entra con la "premonizione" di Mistrel? Chissà... Chissà...
A presto con la prossima puntata!
Selenya: Le sei ombre della Luna - Presentazione e Contest
Selenya: Disegnatore Ufficiale per "Le sei Ombre della Luna" - Contest Artistico
La Luna Rossa di Tlicalhua by @gianluccio
Cap. 1: Il Colpo
Cap. 2: La prigionia
Cap. 3: L'accordo
Cap. 4: Sussurri nel vento
La Luna Blu di Kasiha by @kork75
Cap. 1: Un anno prima…
Cap. 2: L'osteria il corallo blu
Cap. 3: Il confine
Cap. 4: Il maestro
La Luna arancio di Svadhisthana by @imcesca
Cap. 1: Prologo pt. I
Cap. 2: Prologo pt II
Cap. 3: Il risveglio
Cap. 4: Adulta
La Luna Bianca di Alfhild by @acquarius30
Cap. 1: Concentrazione e addestramento
Cap. 2: Gelido come il cuore del Marchese
Cap. 3: Apparizioni
Cap. 4: L'ira di Freyja
La Luna Dorata di Porpuraria by @coccodema
Cap. 1: L'inizio di una nuova vita
Cap. 2: la trasformazione
Cap. 3: il viaggio
Cap. 4: La scoperta
La Luna Grigia di Rak-Thul by @mirkon86
Capitolo 1: Leggenda e curiosità
Capitolo 2: Il verso dei tamburi
Capitolo 3: La fuga
Capitolo 4: Domande e (sempre meno) risposte
Una Luna Viola nei cieli di Selenya... il colore di nessun regno e di nessun dio.
Un presagio nefasto o un buon auspicio per Vrynn e Mistrel? :)
Eh chissà ^^ ! Lo scopriremo solo leggendo :P
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