Lo sguardo del castoro

in #ita5 years ago (edited)


Hola steemians! Per questa settimana il mondo di Selenya è in pausa, ma state tranquilli! C'è sempre qualcosa da leggere. Quest'oggi, infatti, vi propongo un racconto pieno di significato o di imbecillità. A voi l'ardua sentenza! Buona lettura! :P

Lo sguardo del castoro


Mi chiamo Giovanni e nella vita faccio il giornalista. Ciò che state leggendo, in realtà esiste solo nella mia testa. Paradossale, vero? Dopo tanti anni di servizio nel mondo delle notizie di cronaca mi sono accorto di parlare frequentemente da solo. La cosa un po’ mi spaventava, ma lo psicologo mi ha tranquillizzato dicendomi che in realtà non ero matto, ma solo un po’ troppo stressato. Per tale motivo, mi fu consigliato di allontanarmi dal mondo frenetico di città. Senza rendermi troppo conto, infatti, mi ritrovai al vecchio rifugio di mio nonno in un piccolo paese della Lessinia. Al mio arrivo lo stabile era piuttosto malmesso: la porta si era scardinata (forse per l’umidità), un vecchio nido di vespe era appoggiato a terra e la polvere faceva da padrone. Fortunatamente, con lunghe giornate di primavera, riuscii a fare gran parte delle faccende prima di sera. Il giorno seguente ero già più rilassato. Era tutto in ordine, tranne per la porta che avrei dovuto sistemare in qualche modo. Decisi così di uscire per vedere se all’altro rifugio vicino avessero da prestarmi un martello e qualche chiodo. Mi incamminai così a piedi lungo un sentiero che portava sulla cima del Monte Tomba. Durante il tragitto mi ritrovai passare attraverso una mandria di mucche ma, dopo poco tempo raggiunsi il rifugio dove incontrai il proprietario che gentilmente mi prestò gli utensili che cercavo. Fu così che pranzai con un piatto di gnocchi totalmente immersi nel burro per poi tornare indietro lungo la strada.

Tipico panorama della Lessinia Pixabay
Tra una mucca e l’altra, il mio sguardo si concentrò su un particolare. Un roditore, a un centinaio di metri di distanza, era fermo a guardare l’orizzonte. “Un castoro!” Esclamai tra me e me. Aveva delle zampine erette e una postura fiera. Come un bambino mi avvicinai e gli urlai: “Ciao, bel castoro!”. Lui si voltò e mi guardò. Lo sguardo del castoro era passato da dolce a una sorta di indignazione. Fu così che emise un fischio così forte da farmi allontanare alla svelta. Mi ritrovai sul sentiero col fiatone. Non credevo di spaventarmi così tanto. Non era l’animaletto carino che credevo. Mi voltai e lui era a una ventina di metri sul sentiero, di nuovo col suo sguardo che aveva un che di rabbioso. “Vattene via, castoro!”, gli gridai, ma lui non smise di fissarmi. Anzi, sembrava concentrare il suo odio verso di me. Mi rivoltai e cercai di ignorarlo. Camminai, mentre la creatura, sempre più distante, mi scrutava da lontano. Arrivai a casa, ansimante per l’avventura. Per non pensarci mi misi subito al lavoro e in qualche modo sistemai la porta che, finalmente, si chiudeva per bene. In serata, dopo aver cenato, mi affacciai annoiato alla finestra. Il sole stava per tramontare, pensai che una bella foto fosse sicuramente un bel ricordo. Tirai così fuori la reflex e ne scattai una. La foto col sole rossastro era riuscita molto bene, ma una cosa mi fece tremare. In un piccolo particolare c’era il castoro che mi fissava da lontano. Fui così agitato alla vista che uscii dalla porta e gridai: “Vattene via, castoro!”. Lo sentii fischiare. Ormai stanco dalla giornata, mi buttai sotto le coperte a leggere, mentre il vento tirava forte all’esterno. Presi sonno rapidamente, facendomi spegnere la luce. Nella notte mi sentii un peso sullo stomaco. Fu così che accesi la luce. Sopra di me c’era il castoro che con uno sguardo sempre più indignato mi fissava. Avrei voluto urlare, ma mi mancava la voce. Fu così che parlò lui: “Sono una marmotta, imbecille.”

Lo sguardo del castoro, ehm, della marmotta Wikimedia commons
Dopo questa mia "inestimabile opera contemporanea" spero di avervi regalato qualche risata. Io ci scherzo con questo racconto, ma in realtà le marmotte sono davvero delle persone orribili. Duramente le mie escursioni geologiche in Lessinia ne ho incontrate varie e vi giuro che con i loro fischi acuti facevano più paura delle vipere che incontravo in giro. Augurandomi di non vedercele nel letto, vi aspetto per il prossimo episodio di Selenya :)
A presto!


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bell'articolo...non sono d'accordo però...a me le marmotte piacciono molto e quel loro modo di interagire con la natura con fischi, me le rende molto ma molto affascinanti

articolo? XD è un racconto piuttosto stupido dei miei ahah

Le marmotte sono carinissime, ma ti assicuro che l'ultima volta mi hanno stordito alquanto >_<

Hi, @mirkon86!

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