Come la pioggia
Le giornate iniziano ad imbrunire, il sole sembra allontanarsi.
Margareth è affacciata alla finestra della sua veranda, guarda con uno sguardo spento il giardino sotto casa.
Vede le foglie cadere lentamente dagli alberi.
D’improvviso un forte ed intenso spiraglio di vento apre la sua finestra.
La sua mente si circonda di nostalgia. Tanti ricordi le affiorano.
Margareth è come la pioggia.
Le scende una lacrima che percorre lentamente il suo viso, sino a cadere sulla piantina che le aveva regalato la mamma.
Chiude la finestra, si allontana e si addormenta sul letto, abbracciata al suo cuscino.
Era il lontano 2002, una serata di fine stagione, precisamente trascorreva il periodo natalizio.
Quello era uno tra i mesi di dicembre più freddi, che si ricordavano dagli ultimi anni trascorsi, la neve era fitta.
Un’atmosfera incantata, le strade illuminate dai lampioni di luce calda, le macchine che attraversavano lentamente per il tanto ghiaccio a terra, i balconi adornati dalle luci colorate di svariate forme, i negozi decorati dai tanti addobbi natalizi, le renne, i babbi natale, gli alberi di natale, i dolcetti, i folletti.
Il natale era alle porte.
Una piccola bimba, dai capelli lunghi, lisci e neri, indossava un cappellino di lana rosso ed una sciarpa abbinata che le coprivano tutto il viso, si intravedeva solo un piccolo nasino rosso e degli occhietti semi chiusi per il freddo.
Teneva con una mano il suo piccolo fratellino, anche lui bruno come la sorellina.
Dietro di loro i giovani genitori felici nel vederli insieme.
D’improvviso un’autovettura perde il controllo dell’auto.
Tutto buio, tante ore trascorse in sala d’attesa, il tremolio delle gambe, la paura di non farcela.
Un orologio che scorre, un tic tac lento.
Finalmente il medico esce dalla porta, la luce da rossa diventava verde, la speranza cresceva.
Si avvicinava ai genitori.
Margareth ricordava vagamente la mamma cadere d’improvviso a terra, immersa in un urlo di dolore.
Le raccontarono tante storie sugli angeli, sul cielo e sull’aiuto che desiderava Dio.
Suo fratello era morto.
Improvvisamente la neve venne spiazzata via da un improvviso temporale, la pioggia che portava via con sé anche la neve.
Un nero Natale.
Da quel brutto giorno la vita cambiò, portando con sé il dolore del ricordo, sempre presente nel cuore, un’assenza/ presenza.
La pioggia le ricorda la sua tristezza ed il suo dolore, non troverà mai un perché, chi prima c’era, adesso non c’è più, il nulla e l’inspiegabile.
Le lacrime non smetteranno mai di cessare, come il ricordo, di chi comunque sarà la tua forza, il tuo esempio.
La vita ti porta avanti, come l’amore, ma il ricordo troverà sempre un posto nel cuore.
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