Londra e me - London and me [ITA - ENGL]

in #ita7 years ago (edited)
Sono tornata a Londra non molto tempo fa e l’ho trovata... indovinate? Bellissima, naturalmente. Una della cose che mi ha colpito maggiormente è stato il clima, gradevole e soleggiato al punto giusto, perché lo ricordavo grigio e umido. Quindi è stato fantastico gironzolare per la città e godersela fino in fondo. I posti che abbiamo visitato sono i canonici:

I came back to London not long ago and found it ... guess what? Beautiful, of course. One of the things that struck me most was the climate, pleasant and sunny indeed, because I remembered it gray and damp. So it was great to hang around the town and enjoy it all the way. The places we visited are the usual ones:


Il Tamigi - The Tames

L'Occhio di Londra - The London Eye
Trafalgar Square


E poi l'immancabile Portobello Road, dove trovi tutto e tutti:

And then the inevitable Portobello Road, where you find everything and everyone:



Da romana, non ho potuto che ammirare la funzionalità dei mezzi di trasporto...

as a resident of Rome, I had to admire the functionality of the means of transport...

... e la tranquillità della nostra residenza:

and the quietness of our residence:

Altre cose le ho apprezzate meno, come lo sfarzo dei magazzini Harrod's...

Other things I have liked less, like Harrod's storehouse ostentatious luxury...

... che contengono - argh, non lo sapevo! - un sacrario inquietante:

... which contain - argh, I did not know! - a disturbing shrine:

E infine le periferie, che si assomigliano un po' tutte:

And finally the suburbs, that everywhere resemble a bit:

London
Roma

Insomma, ho fatto pace con Londra.
Già, perché il mio imprinting (avete presente quello dell'ochetta Martina con Konrad Lorenz? no? Vabbe'. semmai ve lo racconto un'altra volta) con la città era stato un po' hard.

In short, I made peace with London.
Yeah, because my imprinting (you know Konrad Lorenz? No? Ok, if I'll tell you about another time) with the city had been a bit hard.

Era l'estate dei miei quindici anni. I nostri genitori avevano regalato a me e a mio fratello, di un anno più giovane, una vacanza studio di tre settimane in un college a Strawberry Hill, vicino Londra.


Image source

L'iniziativa era partita dalla mia insegnante d'inglese, quindi il gruppo che sarebbe partito era composto di tutte noi ragazze (frequentavo una scuola femminile) più mio fratello. Purtroppo, quando mancava poco alla fatidica partenza, io mi ammalo di una tonsillite che nemmeno a cinque anni: febbre a 40, dolori ovunque, antibiotici, per cui mio padre, medico, sentenzia che la partenza è fottuta. Ma, prodigi della volontà e delle cure genitoriali (ovunque tu sia, ciao Papà), dopo qualche giorno la febbre sparisce e dopo una settimana ottengo il via libera per raggiungere gli altri.

Mia madre, sperticandosi in raccomandazioni sulle sciarpe i cappelli la gola i piedi e diosacosaltro inizia le grandi manovre per preparmi la valigia. La quale valigia deve contenere non solo tutto l'occorrente per proteggere dai freddi nordici la sua creatura primogenita convalescente, ma anche "rinforzi" di cibo per la creatura secondogenita, certamente a rischio d'inedia inglese.

Prendo dunque il mio primo aereo della vita da sola, con un borsone più grande di me che non poteva ospitare uno spillo in più: oltre al vestiario per sei mesi, conteneva un pacco di spaghetti Barilla n. 5, due barattoli di pelati, un pezzo di parmigiano reggiano e un salamino Citterio.

Arrivata all'aeroporto di Heathrow, dopo un po' che giro a vuoto, un'hostess mi chiede: "Are you lost?". Evidentemente ce l'ho scritto in faccia, penso mortificata. Quindi raggiungo il tapis roulant per recuperare il bagaglio e mi metto paziente ad aspettare.

Aspetto, e intorno già sono rimasti pochi viaggiatori.

Aspetto, e intorno saranno rimasti in tre.

Aspetto, e intorno non c'è più un cane secco.

Quando, finalmente, vedo comparire da lontano la mia valigia. Non lo dimenticherò mai: la sua sagoma enorme occupava tutta la larghezza del nastro, era adagiata in modo scomposto e qualcosa mi insospettì già in lontananza. Era esplosa, i miei vestiti facevano ciao dallo sgarro di sopra, mentre da quello di sotto era uscito il pacco di spaghetti. Intanto il salamino, pimpante, rotolava tutto solo verso di me.
Io volevo scomparire inghiottita nelle viscere della terra.

It was the summer of my fifteen years. Our parents had given me and my brother, one year younger, a three week study holiday at a college in Strawberry Hill, near London. The initiative started with my English teacher, so the group that would be leaving was made up of all of us girls (I was attending a female school) and my older brother.
Unfortunately, a few days before leaving, I fell ill of a terrible tonsillitis: fever at 40, pain everywhere, antibiotics, so my daddy, physician, says the start is fucking. But, wonders of the will and parental care (wherever you are, hi Dad), after a few days the fever disappears and after a week I get the free way to reach others.
My mother begins to work hard to pack my suitcase. This suitcase must contain not only everything that is needed to protect from the northern cold her first-born convalescent creature, but also "reinforcement" of food for the second-born creature, certainly at risk of English starvation.
So I take my first plane of life alone, with a bag larger than me that could not accommodate an extra spit: in addition to clothing for six months, it contained a pack of spaghetti Barilla n. 5, two peeled jars, a piece of Parmigiano Reggiano and a Citterio salami.
Arriving at Heathrow Airport, after a while I go in vain, a hostess asked me: "Are you lost?" Evidently it's written it in my face, I think mortified. So I reach the tapisroulant to retrieve the luggage and I put myself patient waiting.
I'm waiting and around there are already few travelers left.
I'm waiting and around there are three.
I'm waiting and around there is nobody.
Then I finally see my suitcase coming from afar. I will never forget it: its enormous shape occupied all the width of the belt and I saw something suspicious from the distance. It had exploded, my clothes were greating from the top, while from the bottom came out of the spaghetti pack, and the salami, pimping, rolled to me.
I wanted to disappear, swallowed in the bowels of the earth.


Salvo dove diversamente indicato, tutte le immagini sono miei scatti personali, realizzati con iPhone6

Unless otherwise stated, all images are my personal photos made with iPhone6.

Sort:  

A parte le trasferte di lavoro l'ultima volta che ho visto londra ero un'adolescente pimpante. Un mese di lavoro estivo come taglipanini di Mc donald's. Credo che dovrei tornarci anche io...se mi fanno entrare con le mie fattezze mediterranee 😊

🇮🇹🙎🏽🇮🇹

Bel post , complimenti @pataxis .
Anche le foto sono interessanti e il tuo modo di raccontare rende il tutto un bel post.

"i miei vestiti facevano ciao dallo sgarro di sopra, mentre da quello di sotto era uscito il pacco di spaghetti, mentre il salamino, pimpante, rotolava tutto solo verso di me.
Io volevo scomparire inghiottita nelle viscere della terra"

Deve essere stata una cosa abbastanza terrificante per te, ma almeno adesso puoi pensarci e riderci sopra.
Una bella storia da raccontare ai tuoi figli quando saranno pronti per il loro primo viaggio da soli ahaha.

Mio figlio, ahimé, ha già fatto vari viaggi da solo. E purtroppo per lui ha già subito un trauma simile a questo, con me. Perché io sono una vera habitué dei disastri con i bagagli :(
Grazie dell'apprezzamento!

Ecco anche una bella girata A londra mi piacerebbe!!

Ahahahah dai mi hai fatto fare un tuffo nei ricordi del mio primo viaggio a Londra a 14anni.
Pensa che il topos degli italiani che si portano il salamino da casa è così universalmente riconosciuto che lo scorso anno in Australia, dopo avermi chiesto se avessi qualcosa di "illegale" da dichiarare, mi hanno fatto aprire le valigie perché con lo scanner avevano rilevato una forma sospetta. Una volta frugato a dovere però, invece di trovare il famigerato salamino (con il quale secondo me speravano di festeggiare una volta liquidatomi) hanno trovato un misero tubo della maschera. Ci sono troppo rimasti male e sono scoppiati a ridere.
Gli australiani sono veramente uno spasso!

Io mi sentivo un'emigrante sfigata e idiota 😂

Adorabile storia, posto e foto! Che cosa cucinavano quelle due? A sinistra sembra la "paella", a destra non lo so, magari il sugo della pasta, o mi sbaglio? (;

Paella too ;)

Devo assolutamente visitare Londra. Tutti dicono sia meravigliosa!Spero di aver presto l'occasione di farci un giro.. ottimo post....come sempre del resto 😬

Assolutamente devi.
Grazie della stima :)

Tutto davvero molto bello! Ma mi ero persa il sacrario!!!! Mah!

Fa impressione davvero, specie perché si trova in questo tempio del consumismo e del lusso, tra un ascensore e un salottino prova.

Il parmigiano in valigia...quante volte me l'ha messo mia madre!

Mamme italiane, infallibili.

Gran bel racconto! Bella Londra, l'ho trovata una po' troppo caotica ma veramente bella!

Mio dio la tonsillitee che sfiga ....poi non hai avuto ricadute spero?

Poi ho sofferto mesi e mesi imbottita di antibiotici. Finché sono stata operata e la cosa è finita lì.

Mi dispiace per il bagaglio,ma mi ha fatto morire come lo hai raccontato! Bellissimo. :)

....lol!.....solo bagaglio a mano this time?

Eccerto!

Imbranata...!! 🤣

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