Ieri c'era la MotoGp. Io ci provo, ma proprio non ci riesco. Sono sette anni che ci provo..
Fin da piccola, in casa mia c'erano discussioni la domenica mattina. Mio padre voleva e doveva seguire il motociclismo e la Formula Uno, mia madre voleva uscire, andare al mare o fare semplicemente una passeggiata per far uscire me e mio fratello. Erano rare, rarissime le volte che mio padre le dava retta ed uscivamo, quindi molte domeniche le passavamo a casa, chi nel divano chi sul tavolo, a guardare le moto e le ferrari, così le chiamavo da bambina.
Sono sempre stata una bambina anomala perché quando non disegnavo e leggevo, mi piaceva più giocare con le macchinine di mio fratello che con le mie barbie (che erano tutte senza testa perché le usavo solo come manichi per creare vestiti con la stoffa che mi dava mamma).
Quando col passare delle domeniche, col passare degli anni, mi son ritrovata ad amare, nel vero senso della parola, quegli sport, soprattutto il motociclismo, son diventata ancora più anomala. Ero una giovane ragazza che amava il calcio (il Milan soprattutto, ma lo sapete già), il rally, le moto da cross (sbavavo dietro Tony Cairoli invece che dietro a qualche cantante pop), la formula uno e il motociclismo, tutte attività diciamo tipicamente poco femminili. Ma poco mi importava, le passioni son passioni.
Quando segui sport come il motociclismo, sai benissimo, almeno quanto i piloti, che gli incidenti possono capitare. E tanti ne ho visti, più o meno gravi, sia di moto, sia di auto.
Un evento che da giovane mi traumatizzó un po' fu la morte del motociclista Kato. Che era stato un incidente gravissimo fu subito chiaro anche ai miei occhi, il pilota morì dopo due settimane di coma. Gibernau, che al tempo era il suo compagno di squadra, divenne il mio pilota preferito, anche se col tempo si è dimostrato l'antisportività per eccellenza. Però non lo so, qualcosa era scattato dentro di me, mi sentivo di dover tifare per lui e la sua squadra per Kato e così è stato per molti anni.
Ovviamente davanti a campioni come Valentino Rossi, Capirossi, Biagi e i più giovani Melandri, Dovizioso e Iannone si può solo che tifare Italia a gran voce.
Un'altra morte importante che mi ha toccato è un po' più recente, ed è stata la morte di Nicky Hayden. Lui tra gli stranieri, dopo Gibernau, era il mio pilota preferito. Era sempre sorridente, sempre molto onesto e si impegnava tantissimo. Oltre ad avere una bellezza disarmante (perdonatemi son donna, e l'occhio vuole la sua parte). L'anno scorso quando ho sentito la notizia al telegiornale non ci ho subito creduto, le notizie fake girano, a volte anche in tv. Ed invece era vero, era morto, ma non in pista, da pilota, bensì da cittadino normalissimo, da ciclista investito per strada. Non sono dei super eroi come li ho sempre visti, sono esseri comuni mortali, come tutti noi, e questa è una triste verità.
Il mondo dello sport che seguivo è stato privato anche di un altro grandissimo campione, Michael Schumacher. Un altro duro colpo, ma di questo non parlerò per rispetto nei suoi confronti.
Un altro terribile incidente che ricordo è stato quello di Kubica. Dinanzi a lui si può solo alzare le mani e abbassare la testa, perché non solo è sopravvissuto ad un tragico incidente e a ore e ore di interventi, ma la sua grande forza di volontà e determinazione l'hanno portato oggi di nuovo in pista. La mia ammirazione per lui è totale.
Ma quel giorno del 2011 non me lo scorderò mai, mai più. Lo ricordo come se fosse ieri..
Era il 23 ottobre e con il mio ex fidanzato eravamo andati a Perugia all'Eurochocolate. Per me era la prima volta che partecipavo a questa manifestazione, la mia gioia arrivava alle stelle. Mi sono divertita moltissimo, era una manifestazione molto bella. La giornata stava procedendo benissimo, fino a quella telefonata.
Era mia madre. Mi ricordo che avevo il cellulare in mano che stavo facendo le foto al panorama che si vede su dalla cima. Mamma sapeva che quando ero in giro non doveva chiamarmi se non per emergenze, quando sullo schermo è apparso il suo numero, sapevo che era successo qualcosa e mi paralizzai.
<<Mamma. Dimmi..>>
<<Paola è successo un casino, hai saputo cosa è successo?>>
<<Mamma sono a Perugia, che ne so io di che stai parlando>>
<<Ma non c'è nessuna televisione li?>>
<<Ma', siamo fuori, all'aperto, dove la trovo io una televisione scusa, che c'entra!>>
<<Non lo so, magari eri in un bar>>
<<No, mamma. Cosa è successo?>>
Li per li ero rimasta anche un po' scocciata. Parlava di televisione! E io che ero quasi svenuta pensando che fosse successo qualcosa a lei, a papà o a mio fratello!
Poi le sue parole arrivarono, dritte dritte al cuore.
<<E' morto Simoncelli>>
Non ho capito più nulla. Mi son seduta e sentivo che tremavo tutta.
<<Stai scherzando mamma? Ma che dici?!>>
<<No amore, è vero. E' caduto, è scivolato, e Valentino e un'altro l'hanno investito. Paolone ha appena dato la notizia definitiva ora.>>
<<Ma com'è possibile? Ma stai dicendo sul serio?>>
<<Si amore, siamo qui con papà, lo abbiamo visto in diretta e ti ho chiamato subito per dirtelo>>
Non so di preciso quanto tempo è passato prima che riuscissi a parlare di nuovo.
<<Va bene mamma, grazie. Ti richiamo dopo io.>>
Non sono riuscita più a stare li, siamo andati via subito, volevo solo andare a casa. E' stato un viaggio di ritorno molto lungo. Ho spento subito la radio, non ho detto una parola finché non sono arrivata a casa. Ho solo pianto e ripianto.
Non sono più tornata all'Eurochocolate e neanche credo ci tornerò, non avrei altro in testa se non quel ricordo.
Che io sia una persona molto emotiva lo so anche da sola, me ne rendo conto, ma quell'evento mi ha sconvolto la giornata, la vita e la visione del mondo del motociclismo.
Quando lo racconto ovviamente tutti mi prendono in giro e nessuno capisce la mia reazione a quella morte.
<<Ma che ti importa cosi tanto, mica lo conoscevi!>> tutti mi dicono.
Ma nessuno capisce l'amore che puoi mettere quando segui uno sport. Passi intere ore, giornate, della propria vita a seguire quelle persone che della loro passione ne hanno fatto un mestiere, un mestiere tanto bello quanto pericoloso che da spettacolo.
Nessuno capisce che quel SuperSic io l'ho visto crescere, e crescevo io con lui.
Nessuno capisce che quello che ha lasciato è un grande vuoto. I suoi capelli sempre spettinati, il suo sorriso sempre presente, la sua gioia di vivere e la gioia che trasmetteva quando vinceva, ma anche quando non lo faceva, il suo essere enorme sopra quelle piccole bestioline fin da bambino, il suo essere sempre sportivo, cordiale e rispettoso nei confronti degli avversari, della moto stessa e dello sport, il suo vederlo a braccia aperte sulla moto e la bandiera dell'italia a coronare i suoi sogni. Tutto questo era il SIC, il mio Sic, il Sic di tutti, perché di lui non potevi non innamorartene. Non potevi non pensarlo come uno di noi che ce l'ha fatta, non potevi non pensare a lui come un fratello che era li anche per te.
Ho rivisto le immagini di quell'incidente un milione di volte e ho sentito le interviste a Rossi ed Edwards altrettante volte.
E' stato davvero un destino crudele e ingiusto il suo. Nessuno dovrebbe morire mentre è in pista, la pista è l'estensione del loro essere, ed in Simoncelli la cosa era chiara più di qualsiasi altro pilota che io abbia mai visto.
Da quel giorno non riesco più a guardare una corsa. Se lo faccio penso a lui, e se cerco di non pensarci, mi ritrovo a distrarmi pur di non vedere la corsa. Dentro di me so che è sbagliato, dovrei comunque seguire quello sport che amavo tanto e che amava tanto, molto di più, lui.
Però è più forte di me, il mio pensiero corre da lui e a quanto mi manca vederlo.
Il mio sogno, da quando ancora non camminavo, è uno solo: andare forte sulle moto grosse
Disegno di mia proprietà
Non hai paura di ammazzarti se fai un'incidente?
Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera.
Eh niente, mi manchi
Già, Sic manca a molti. Grande campione. E come non ricordare, tra questi piloti scomparsi, anche Ayrton Senna.. forse un giorno un post lo dedicherò a lui.
p.s. Bel disegno! 👍
Un altro mostro hai citato. Lo conosco, conosco la sua carriera e il suo incidente , ma sono troppo giovane, avevo due anni quando è morto. Perciò, quando farai il post su di lui, sarò la prima a leggerlo.
Grazie mille per il commento e il complimento
Diciamo che mi hai tolto un "problema", scrivere del Sic.
Hai avuto più "coraggio" di me.
Per me resta ancora argomento tabù. E se mi segui sai quanto ami le due ruote e i suoi protagonisti.
Lo è anche per me ancora, diciamo che scriverne è più facile che parlarne. Sto cercando di fare un percorso liberatorio su me stessa, e ieri quando ho sentito l'intervista a Lorenzo (non ho Visto la corsa) ho pensato che scrivere di sic ne faceva parte. Quel giorno rimarrà indelebile per sempre e condiziona la mia vita da allora. Con ciò, almeno ora, so che persone come te possono comprendere.
Grazie del commento.
pur essendo una tifosa di calcio da un numero di anni che preferisco non dire, bestia da stadio e da trasferte fino a dieci anni fa, e pur amando quasi tutti gli sport non sono mai riuscita ad appazzionarmi al motociclismo. Ma la morte di Simoncelli è stata una delle cose più toccanti che la mia mente ricordi. Bel post
Grazie per il graditissimo commento.
La morte di Sic sarà qualcosa che non supererò mai.
Non mi ricordo se te l'avevo già detto, ma io abito a Coriano, il Paese di Marco. Anche la strada dove è morto Hyden la percorro spesso. Bellissimo post!
Aaahrrrg, brividi. Non credo che riuscirei a stare lì.
Grazie mille per il commento.
Il mese scorso ho incontrato suo padre all'ufficio postale.
Che forza hanno! Tutto quello che hanno fatto dopo l'incidente è veramente coraggioso e ammirevole.
Davvero!!! Io non capisco niente di motori...sono un romagnolo anomalo.... però davvero tutta questa vicenda non poteva lasciarmi indifferente
Siamo un po' tutti anomali, io sono una donna anomala :)
È il bello di essere tutti diversi. (cambiamo discorso e non rattristiamoci)