Giada era lì, davanti allo specchio in camera da letto. Un profumo di gelsomino la circondava. Non usava più quel profumo dall'ultimo compleanno festeggiato col padre, glielo aveva regalato lui, era il suo preferito, ma non lo sentiva più suo. Ma quel giorno voleva fare qualcosa per suo padre. Era davvero pronta a chiudere quella giornata?
Giada vedeva davanti a lei una donna con un tailleur nero, una donna cresciuta troppo in fretta, una donna in lacrime persa in se stessa, una bambina che aveva perso di nuovo il padre. No, non era pronta.
Le ore passate con Paolo le erano servite, le sue parole l'avevano letteralmente sollevata, tanto da riuscire a dormire quasi tranquillamente quella notte. Ma ora lì, davanti a lei, riflessa allo specchio la vide nuda e cruda: l'immensità del dolore che provava.
Dopo anni, quella mattina, aveva visto suo padre, inerme, immobile, senza vita, diverso. Diverso da quel padre che ricordava, che amava ma al contempo odiava. Davanti a lui, si era sentita inerme anche lei. L'avevo perso per sempre questa volta. Vedendolo, si era sentita profondamente arrabbiata, erano risaliti in lei tutti quei sensi di colpa che stava cercando di accantonare.
Avrebbe potuto, dovuto aiutarlo, insieme avrebbe potuto farcela. Non solo i padri, i genitori, devono proteggere i figli, a volte spetta anche a loro farlo; e Giada dentro di se non si dava pace per questo. Avrebbe dovuto capire ed essere forte con e per lui, avrebbe dovuto credere in lui. Ma adesso non c'era più. Non avrebbe potuto più fare nessun tentativo, adesso non ci sarebbe stato più niente.
Mentre quella mattina stringeva mani e ringraziava per le parole dolci che le rivolgevano, Giada pensava che nessuno di loro conosceva realmente quell'uomo. Tutti loro l'avevano vissuto solo a frammenti, solo per un passato molto lontano. Chi lo conosceva nel suo ruolo di padre gentile e affettuoso, chi lo conosceva come un buon e onesto vicino di casa, chi lo conosceva per il suo grande carisma a lavoro. Non c'era nessuno che lo conosceva e ricordava per l'uomo coraggioso che aveva protetto la propria famiglia, nessuno che lo ricordava dopo l'atto di puro amore che aveva fatto. Neanche il prete aveva detto niente, e mentre ascoltava la sua ultima preghiera, si era ritrovata a pensare che suo padre era morto il giorno di quella scelta.
La madre e la sorella Adele le avevano stretto la mano tutto il tempo. Senza dirsi nulla avevano accompagnato quell'uomo nel suo ultimo viaggio, nel loro ultimo viaggio insieme. Si era ritrovata quasi a sorridere dell'ironia che aveva quella situazione. La sua famiglia si era trovata dopo anni riunita lì, nel posto che tanto amava, ma nessuno era davvero li. Ognuno di loro stava vivendo il dolore a modo suo, escludendosi però a vicenda. Nonostante le loro mani fossero state sempre intrecciate, nonostante si fossero sostenute ogni qual volta ce ne era stato bisogno, ognuna di loro conservava dentro un dolore unico, indescrivibile, incondivisibile.
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Giada ora era lì impalata davanti allo specchio, la madre e la sorella nell'altra stanza.
Guardava i suoi occhi, così simili a quelli del padre. Solo la sera prima, era a bere una birra e a ripromettersi di vivere una vita onorando quel padre, ora invece si trovava a dover accettare la fine di quella giornata. Quella giornata che avevo reso reale e definitiva la morte del padre.
Giada guardava quegli occhi, le solite lacrime degli ultimi giorni le solcavano le guance. Strinse i pugni, determinata.
Non sarebbe diventata una sognatrice distrutta dalla realtà.
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Grazie :)