Enciclopsicologia Cap. 1 Daniel Goleman Parte 3 // Encyclopsychology Chap. 1 Daniel Goleman Part 3 [ITA - ENG]

in #ita7 years ago (edited)

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Ciao caro amico di Steemit!
Rieccoci alla nostra "Enciclopsicologia"; proseguiamo nella presentazione del nostro primo autore, oggi inizieremo a parlare del suo pensiero; essendo ovviamente molto vasta credo ne verranno fuori almeno altri due capitoli (giusto per evitare di fare un post da 10000 parole! :-P)....senza esitare oltre, iniziamo il viaggio di oggi!

Emotional Intelligence di Daniel Goleman ha rappresentatto, fin dal 1995 data della sua uscita, un successo editoriale clamoroso che tuttora continua ad esercitare una forte attrattiva sul pubblico dei lettori; può vantare di aver venduto più di cinque milioni di copie e di esser stato tradotto in quaranta lingue differenti.
Probabilmente alla base di un tale successo sta la capacità di colmare un vuoto di pensiero nel giusto momento, illustrando un universo nuovo e suggestivo e mettendo in campo una teoria rispondente allo spirito dei tempi: Goleman lo fa dall'alto di una competenza multidisciplinare, utilizzando lo stile agile del giornalista, affinato durante i tanti anni di collaborazione con il New York Times, adattando e sviluppando alcuni dei concetti introdotti dai due psicologi statunitensi Peter Salovey e John D. Mayer in un articolo del 1990 che, in seguito, divennero un programma di ricerca.
Prima di dedicarsi anima e cuore in quello che si rivelerà l'argomento principe della sua attività di studioso e divulgatore che porterà ad una copiosa serie di pubblicazioni, Daniel Goleman ppena trentunenne, da alle stampe nel 1977 un libro che trae origine dal periodo trascorso in India e dai suoi viaggi nello Sri Lanka, si tratta du The Varieties of Meditative Experience; in questo testo viene riassunto l'insegnamento sul processo di purificazione spirituale contenuto nel Visuddhimagga, il principale trattato di buddhismo Theravada, sviluppatosi in Sri Lanka e da qui diffusosi nell'Asia sudorientale. Il libro espone caratteristiche tecniche, livelli e scopi della meditazione illustrandone undici tipi adottati in discipline, religioni e contrsti diversi, dal surfismo allo yoga, Kabbalah, buddhismo tibetano e via dicendo; traccia quindi dei parallelismi tra i diversi metodi, sottolineando lo scopo comune di modificare lo stato di coscienza dell'individuo e portarlo ad uno stato di risveglio spirituale. Ritorna poi al buddhismo Theravada con i concetti esposti nell'Abhidhamma e la contrapposizione tra stati sani e malsani della mente, di qui parte per affermare che un gran numero di rappresentanti della psicologia occidentale, Sigmund Freud in testa, abbiano frainteso e contrastato la concezione orientale dello stesso argomento: tra le eccezioni, Carl Jung, Abram Maslow, Eric Fromm (parleremo anche di loro nella nostra Enciclopsicologia) e non molti altri; in conclusione l'autore
illustra rapidamente le ricerche contemporanee sulla meditazione e sul rilassamento e propone una breve guida su "come meditare".
L'altro titolo che precede Emotional Intelligence nella produzione di Goleman, esce nel 1985 ed è: "Vital Lies, SimplyTruths:The Psychology of Self-Deception"; si tratta di un'analisi dei modi in cui gli individui tendono ad illudersi ed ingannare se stessi; condotta su vari piani, dal funzionamento del cervello alle dinamiche sociali, essa rivela come la necessità interiore di occultare consapevolezze e ricordi gravosi o dolorosi porti ad alterare la realtà, coinvolgendo la vita di relazione e l'intera esistenza quotidiana.
Se da una parte questo meccanismo di autoinganno e di illusione può costituire un innocuo atto di autodifesa, peraltro diffuso in tutta la società contemporanea, dall'altro può comportare dei grossi rischi, soprattutto nel peggioramento della qualità della vita; il problema, di capitale importanza, è stato indagato da filosofi, biologi, evoluzionisti e psicologi come lo stesso Goleman che negli anni successivi si spingerà alla ricerca dei meccanismi della psiche soprattutto dal punto di vista emozionale e, contemporaneamente, sulle funzioni del cervello, fino a produrree il suo testo principe!

I due studiosi che diffondono il concetto di "Emotional Intelligence", intelligenza emotiva o anche "emozionale" , per usare un termine mediato dalla lingua inglese, sono Peter Solovey psicologo sociale nato nel 1958 e laureato alla Yale University di cui è l'attuale rettore , e John D. Mayer psicologo della personalità nato nel 1953 e oggi docente alla University of New Hampshire; proprio la UNH pubblica il fondamentale articolo in cui i due presentano ed argomentano la nuova teoria; non sono i promi ad usare l'espressione "Emotional Intelligence, che circola fin dagli anni sessanta, ma hanno il merito di stabilirne un chiaro quadro concettuale.
Il loro testo si può trovare facilmente su internet; consiste in una trentina di pagine contenenti un corposo elenco di fonti bibliografiche, che hanno in qualche modo precorso o sostanziato, in positivo o negativo, gli studi dei due psicologi sull'argomento.
Esiste una tradizione occidentale che ha attribuito alle emozioni un ruolo potenzialmente disturbante, creatore di caos e distruttivo, in grado di portare addirittura il cervello alla perdita del controllo e di annullare la coscienza, proprio per questo motivo, Salovey e Mayer aprono il loro articolo con la domanda se L'"Intelligenza Emotiva" sia una contraddizione in termini.
Un'altre linea di pensiero occidentale sostiene però, come riportato anche dai due studiosi, che le emozioni siano per l'uomo forze necessarie e motivanti che stimolano e dirigono l'attività cognitiva, tanto che alcuni ricercatori in campo di intelligenza artificiale considerano, in quel periodo di fine anni ottanta inizio anni novanta, l'idea di aggiungere ai computer un contenuto emotivo per migliorarne le prestazioni.

Nelle loro trattazioni i due autori esaminano la letteratura sull'intelligenza e le sue varie definizioni nelle differenti epoche, per dedurre quale sia il posto dato alle emozioni nella concezione tradizionale dell'intelligenza stessa; particolare attenzione viene data a quella che è definita "intelligenza sociale", che regola i rapporti con gli altri; l'intelligenza emotiva in effetti è una sottocategoria di quest'ultima, per Solovey e Mayer essa implica la capacità di valutare sentimenti ed emozioni propri ed altrui, per effettuare le opportune distinzioni tra essi ed utilizzare le informazioni ricavate per guidare pensiero ed azione.
I due autori descrivono diversi modi di integrare la ricerca sulle capacità collegate alle emozioni, descrivono le componenti dell'intelligenza emotiva e ne espongono il ruolo nella salute mentale, a conclusione dell'articolo suggeriscono percorsi per nuove indagini sull'argomento.
Questo scritto in seguito darà il via ad un programma di ricerca sull'intelligenza emotiva; con la collaborazione dello psicologo e docente universitario David R. Caruso sarà elaborato un test specifico chiamato appunto MSCEIT, Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test (pensa alle liti che si saranno fatti per stabilire quale nome dovesse andare per primo! :-P): questo test valuta l'intelligenza emotiva attraverso una serie di domande oggettive ed impersonali e misura così la capacità della persona esaminata di percepire, usare, capire e regolare le emozioni; si basa su situazioni tipiche della vita quotidiana e rivela quando l'individuo sia in grado di svolgere compiti e risolvere problemi legati alla sfera emotiva.
Una delle conseguenze più importanti del lavoro di Salovey e Mayer è stata la sensibilizzazione di Daniel Goleman su un tema che gli è perfettamente congeniale; psicologo egli stesso, ma del tutto alieno da problemi di rigida ortodossia rispetto alla tradizione, di mente aperta grazie anche allo straordinario contesto familiare in cui si è formato, Daniel si dispone a contrastare la preminenza generalmente attribuita alla misurazione del quoziente intellettivo nella valutazione dell'intelligenza e, soprattutto, a contestarne il valore predittivo nei confronti del successo personale e sociale dell'individuo...lo fa con il fortunatissimo libro Intelligenza Emotiva!

Bene caro amico, anche per oggi siamo giunti alla fine del nostro viaggio; abbiamo scoperto chi ha ispirato il nostro autore e tante altre interessanti informazioni, ma nei prossimi post amplieremo la nostra visione sul pensiero di Goleman, ti aspetto!
Ovviamente mi auspico che il post odierno ti sia piaciuto e questa mia specie di enciclopedia, via via che cresce e si sviluppa, possa essere utile a qualcuno...lascia un commento e dammi qualche consiglio, sono sempre ben accetti ed utilissimi.
Ci si legge presto!

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Hi dear friend of Steemit!
Here we are again at our "encyclopsychology"; continue in the presentation of our first author, today we will begin to talk about his thought; being obviously very large I think it will come out at least two other chapters (just to avoid making a post from 10000 words! :-P) .... without hesitating over, let's start today's journey!

Emotional Intelligence by Daniel Goleman has represented, since 1995, the date of its release, a resounding editorial success that still continues to exert a strong attraction on the readers' public; he can boast of having sold more than five million copies and having been translated into forty different languages.
Probably at the base of such a success is the ability to fill a void of thought at the right time, illustrating a new and evocative universe and fielding a theory responsive to the spirit of the times: Goleman does it from a multidisciplinary competence, using the agile style of the journalist, refined during the many years of collaboration with the New York Times, adapting and developing some of the concepts introduced by the two American psychologists Peter Salovey and John D. Mayer in a 1990 article which subsequently became a research program.
Before devoting his heart and soul to what will prove to be the main topic of his scholarly and popular activity, which will lead to a copious series of publications, Daniel Goleman, aged thirty-one, published a book in 1977 that originates from the period spent in India and its travels in Sri Lanka, this is du The Varieties of Meditative Experience; this text summarizes the teaching on the spiritual purification process contained in the Visuddhimagga, the main treatise of Theravada Buddhism, which developed in Sri Lanka and hence spread throughout Southeast Asia. The book exposes technical characteristics, levels and aims of meditation illustrating eleven types adopted in different disciplines, religions and contrasts, from surfing to yoga, Kabbalah, Tibetan Buddhism and so on; therefore trace parallels between the different methods, emphasizing the common purpose of changing the state of consciousness of the individual and bringing it to a state of spiritual awakening. He then returns to Theravada Buddhism with the concepts exhibited in Abhidhamma and the contrast between healthy and unhealthy states of mind, from which he begins to affirm that a large number of representatives of Western psychology, Sigmund Freud in the lead , have misunderstood and contrasted the Eastern conception of the same argument: among the exceptions, Carl Jung, Abram Maslow, Eric Fromm (we will also talk about them in our Encyclopsychology) and not many others; in conclusion the author
quickly illustrates contemporary research on meditation and relaxation and proposes a short guide on "how to meditate".
The other title that precedes Emotional Intelligence in the production of Goleman, released in 1985 and is: "Vital Lies, Simply Truths: The Psychology of Self-Deception"; it is an analysis of the ways in which individuals tend to delude themselves and deceive themselves; conducted on various levels, from the functioning of the brain to social dynamics, it reveals how the inner necessity of concealing awareness and heavy or painful memories leads to altering reality, involving the relationship life and the whole daily existence.
If on the one hand this mechanism of self-deception and illusion can constitute a harmless act of self-defense, which is widespread throughout contemporary society, on the other hand can entail big risks, especially in the deterioration of the quality of life; the problem, of paramount importance, has been investigated by philosophers, biologists, evolutionists and psychologists like Goleman himself who in the following years will go to the research of the mechanisms of the psyche above all from the emotional point of view and, at the same time, on the functions of the brain, until to produce his text prince!

The two scholars who spread the concept of "Emotional Intelligence", emotional intelligence or even "emotional", to use a term mediated by the English language, are Peter Solovey social psychologist born in 1958 and graduated at Yale University of which he is the current rector, and John D. Mayer personality psychologist born in 1953 and now a professor at the University of New Hampshire; just UNH publishes the fundamental article in which the two present and argue the new theory; it is not the promises to use the expression "Emotional Intelligence, which has been around since the 1960s, but they have the merit of establishing a clear conceptual framework.
Their text can be found easily on the internet; it consists of about thirty pages containing a full-bodied list of bibliographic sources, which have in some way preceeded or substantiated, in positive or negative, the studies of the two psychologists on the subject.
There is a Western tradition that has attributed to the emotions a potentially disturbing role, creator of chaos and destructive, able to even lead the brain to the loss of control and to cancel the conscience, for this reason, Salovey and Mayer open their article with the question of whether "Emotional Intelligence" is a contradiction in terms.
Yet another line of Western thought supports, as also reported by the two scholars, that emotions are for man necessary and motivating forces that stimulate and direct cognitive activity, so much so that some researchers in the field of artificial intelligence consider, in that period of the late eighties and early nineties, the idea of ​​adding emotional content to computers to improve their performance.

In their discussions the two authors examine the literature on intelligence and its various definitions in different eras, to deduce the place given to emotions in the traditional conception of intelligence itself; particular attention is given to what is defined "social intelligence", which regulates relations with others; Emotional intelligence is actually a subcategory of the latter, for Solovey and Mayer it implies the ability to evaluate feelings and emotions of one's own and others, to make the appropriate distinctions between them and use the information obtained to guide thought and action.
The two authors describe different ways of integrating research into capacities related to emotions, describe the components of emotional intelligence and expose their role in mental health, at the end of the article they suggest paths for new investigations on the subject.
This paper will then start a research program on emotional intelligence; with the collaboration of the psychologist and university professor David R. Caruso a specific test will be elaborated called MSCEIT, Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test (think of the quarrels that have been made to establish which name should go first! :-P): this test evaluates emotional intelligence through a series of objective and impersonal questions and thus measures the ability of the person examined to perceive, use, understand and regulate emotions; it is based on typical situations of daily life and reveals when the individual is able to perform tasks and solve problems related to the emotional sphere.
One of the most important consequences of the work of Salovey and Mayer was the sensitization of Daniel Goleman on a theme that is perfectly congenial to him; a psychologist himself, but totally alien from problems of rigid orthodoxy with respect to tradition, with an open mind thanks also to the extraordinary family context in which he trained, Daniel stands up to counteract the preeminence generally attributed to the measurement of the IQ in the evaluation of intelligence and, above all, to challenge its predictive value towards the personal and social success of the individual ... it does so with the very fortunate book Emotional Intelligence!

Well dear friend, even today we have reached the end of our journey; we have discovered who inspired our author and many other interesting information, but in the next post we will broaden our vision on Goleman's thinking, I wait for you!
Obviously I hope you liked the post today and this kind of my encyclopedia, as it grows and develops, can be useful to someone ... leave a comment and give me some advice, they are always welcome and very useful.
Read it soon!

.....Del mio meglio! Pikkio82

Bibliografia:

Sort:  

Stai veramente spaziando in un mondo che mi era sconosciuto, e lo fai in maniera molto approfondita, cosa dire, avanti tutta!!

Grazie mille!!! Sono felice che Ti piaccia!!!! ;-)

Psichipedia 😀!

Nooo vabbè!!! Se lo mettevi al primo post cambiavo Enciclopsicologia in Psichipedia, è troppo bello!!!! Mi sono affezzionato ad Enciclopsicologia ormai.....Comunque, grande!!!!!!!

a funny animated photo .. i love it

Thanks so much! I'm glad you like it, even if I have to admit it's not mine. See you soon!

encouraging & intriguing!

Thanks so much! I'm glad you liked it. See you soon!